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Riprendiamo da LIBERO di oggi, 26/05/2020, a pag.1, l'articolo "Viene da Israele la terapia ammazza-virus" di Alessandro Gonzato.
Israele ha scoperto gli anticorpi che neutralizzano il Covid-19 e i ricercatori stanno ultimando un vaccino passivo che consentirà di indebolire drasticamente l'impatto del virus. Non si tratta ancora, quindi, di un immunizzante in grado di prevenire il contagio, bensì di una terapia messa a punto dopo che gli scienziati sono riusciti a isolare otto tipi diversi di anticorpi monoclonali neutralizzanti. «E un ottimo punto di partenza per una cura finalizzata a salvare molte vite» ha dichiarato il dicastero della Difesa, che il 5 maggio aveva anticipato la notizia. Il Jerusalem Post aveva dato conto della visita all'Israel Institute for Biological Research (IIBR) del ministro Naftali Bennet. Il giorno prima il premier Benjamin Netanyahu aveva annunciato lo stanziamento di 60 milioni di dollari per la lotta internazionale alla pandemia. A inizio febbraio, inoltre - prima che il virus raggiungesse Israele - Netanyahu aveva incaricato il ministero della Salute di lavorare alla creazione di un vaccino su vasta scala: «E possibile che anche su questo tema», aveva detto, «se procediamo abbastanza velocemente, con un budget adeguato e le persone di talento che abbiamo, Israele sarà in vantaggio rispetto al mondo». Di fatto, anche se per avere il primo vaccino immunizzante servirà ancora tempo, Israele in vanta v o lo è stato fin dall'inizio. La strategia di isolare il più possibile gli anziani e le persone malate, lasciando maggiore libertà al resto della popolazione, ha fatto sì che finora in tutta la nazione (8 milioni 300mila abitanti) i decessi legati al Covid-19 siano stati "appena" 280. La decisione è stata duramente criticata da una parte della stampa internazionale, ma ha evitato che il virus colpisse in massa le fasce più deboli. Ormai lo Stato viaggia a una decina scarsa di nuove infezioni al giorno. Al momento le persone contagiate sono 2.250, di cui meno di 50 considerate in condizioni preoccupanti. Va poi detto che la teoria del presidente del Consiglio nazionale per la Ricerca e lo Sviluppo, Isaac Ben-Israel, secondo il quale dopo 70 giorni il Coronavirus batterebbe in ritirata, sembrerebbe trovare riscontro a livello mondiale, anche se è presto per sbilanciarsi.
TEST SUPER-RAPIDO Ora, dicevamo, Israele è sul punto di avere una cura ufficiale ed efficace all'epidemia. I ricercatori sono riusciti a individuare le proteine che iniettate nell'organismo di un paziente affetto da Covid-19 svolgono la funzione di immunodepressori e permettono di rallentare il decorso della malattia, fino alla guarigione. Resta da capire se in seguito potranno verificarsi casi di recidiva e se sì dopo quanto tempo, insomma, quanto durerà la protezione garantita dagli anticorpi. Sennonché la battaglia di Israele contro il virus procede anche in altri settori. Sempre il Jerusalem Post ieri ha dato ampio spazio alla collaborazione tra la nazione e l'India per lo sviluppo di un test super-rapido in grado di rilevare la positività al Covid-19 in pochi minuti. «L'obiettivo» ha affermato Avigal Spira, portavoce dell'ambasciata israeliana a Nuova Delhi, «è di consentire alle persone di tornare il più velocemente possibile alla propria routine, dal momento che il virus continuerà a circolare ancora per qualche periodo».
PRECAUZIONI Sulla riapertura delle frontiere però il governo sembra mantenere la linea prudenziale. Il sito di informazione in lingua ebraica Ynet riporta il parere di Shumerl Zakai, amministratore delegato dell'aeroporto di Tel Aviv "Ben Gurion", secondo il quale il numero di voli turistici rimarrà piuttosto limitato fino a metà luglio. «Allo stato attuale a partire da quella data potremmo avere decine di collegamenti. Forse entro metà settembre raggiungeremo mezzo milione di passeggeri. Finché non esiste un vaccino per il Coronavirus», per Zakai, «non ci saranno cambiamenti significativi». Nel frattempo però, questione di tempo, Israele grazie agli anticorpi neutralizzanti potrà assestare un altro duro colpo alla malattia.
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