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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Il Giornale Rassegna Stampa
07.05.2020 Israele e la battaglia contro il virus tra emergenza e ripartenza
Analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 07 maggio 2020
Pagina: 16
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Israele oltre l'emergenza. Al via negozi, asili, hotel»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 07/05/2020, a pag. 16 con il titolo "Israele oltre l'emergenza. Al via negozi, asili, hotel" l'analisi di Fiamma Nirenstein.

A destra: Gerusalemme, il Kotel al tempo del Coronavirus

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Fiamma Nirenstein

Israele, con la maschera e i guanti, si avventura nello sconosciuto mondo della ripresa. Per ora si può dire che abbia attraversato il fuoco alla grande: con circa la stessa popolazione della Svezia, sui 10 milioni, ha avuto 237 morti (su circa 10mila malati) contro 2500; il Belgio, che conta 11 milioni di abitanti, purtroppo ha subito 7500 lutti, 34 volte quelli di Israele. E da questo fine settimana si ricomincia con preoccupazione e speranza, a vivere: ci si può avventurare sui mezzi pubblici lontano da casa e persino fuori città; il lavoro riprende negli uffici, nei negozi, e nelle officine, sempre con numeri chiusi e cautele; così anche le riserve naturali si può andare al mare senza fare il bagno, da un paio di giorni si può andare dai nonni, ma senza abbracciarli; in uno spazio aperto 20 persone possono riunirsi; domani riaprono, oltre i negozi di strada, anche i grandi centri acquisti e gli alberghi. E mentre già le scuole sono tornate domenica scorsa a funzionare per la gran parte, fra due giorni si riaprono persino gli asili. Tutto con restrizioni, distanziamento, igiene e mascherine. E anche con molta confusione, la gente qui come ovunque insiste per aver chiarimenti ulteriori. E per ricevere il più rapidamente possibile la somma di sostegno che già viene direttamente versata sul conto corrente dei commercianti e lavoratori richiedenti che si autocertificano, e che già in 190mila hanno, secondo il governo, ricevuto il contributo fino a 10mila shekel, 2.750 euro: "Le verifiche le faremo tutte più avanti" ha detto Netanyahu nell'ultima delle sue mille apparizioni. Ha spiegato e risposto a lungo in tv eccitato, preoccupato ma deciso...Tutto insieme, nel riaprire la vita bloccata da due mesi. Israele non si impressiona per le mascherine: al tempo di Saddam Hussein la gente girava per le strade con la maschera antigas, non la mascherina, appesa al braccio, e la sirena spesso annunciava un bombardamento. L'isolamento, per chi conosce, come tutti i rifugi, e le istruzioni del fronte interno, è triste, difficile, ma non spaventoso. Si deve vivere, lo si fa al meglio. Il Paese ha risposto con la solita unità , con le lezioni e i "webinar" di ogni genere, cucina, ginnastica, Torah, oltre che con la solita verve polemica, alla spinta insistente del governo all'ubbidienza e alla resistenza. Netanyahu ha chiuso alle prime avvisaglie ai voli dall'estero, ha subito imposto la quarantena a chiunque arrivasse da fuori i confini sopportando le accuse di essere un dittatore, ha optato per la segregazione quando i numeri sono schizzati dopo la festa del Purim il 9 di marzo, il governo ha separato i giovani dagli anziani, e ha fatto di tutto per impedire che la gente si rovesciasse sulle strutture sanitarie per non renderle a loro volta fonte di infezione e per non sovrastare la possibilità di cura. Per trovare i macchinari per la respirazione, i medicinali, le maschere si è sguinzagliato il Mossad, che ha fatto acquisti in vari angoli del mondo. E anche con lo Shabbach si sono applicati sistemi antiterrorismo di individuazione dei malati, in anticipo su tutto il mondo. Netanyahu alla tv non si è stancato di mostrare come lavarsi le mani e come tenere la distanza, e ora insiste anche di più, fra lo psicologo e il comandante militare. Intanto l'esercito si trasformava in sistema sanitario complementare, usando tutta la sua capillare presenza. E la ricerca scientifica è tutta in moto per realizzare un vaccino. Sembra che quasi ci siamo.

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