Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Israele ai tempi del Coronavirus: l'autosufficienza alimentare c'è Commento di Antonio D'Anna
Testata: Italia Oggi Data: 01 aprile 2020 Pagina: 22 Autore: Antonio D'Anna Titolo: «Israele vira sull'autosufficienza»
Riprendiamo da ITALIA OGGI di oggi 01/04/2020, a pag.22 con il titolo "Israele vira sull'autosufficienza" il commento di Antonio D'Anna.
Tzachi Hanegbi
Autosufficienza alimentare e in particolare nel campo di frutta, verdura, latte, uova pollame: Israele si risveglia sotto l'emergenza Covid-19 e per giunta nel periodo della Pasqua ebraica (8 aprile, quest'anno) con qualche domanda sulla possibilità di trovare riforniti i supermercati. Tutto a posto: il ministro per l'Agricoltura Tzachi Hanegbi ha tenuto una riunione di emergenza a metà marzo con i rappresentanti di categoria e le autorità politiche regionali per discutere dei rifornimenti. I segnali sono stati incoraggianti: tra l'8 aprile e il giorno dell'Indipendenza israeliana, weekend 28-29 aprile, non ci sarà alcun problema con le scorte. Tuttavia, ha osservato il capo del Consiglio regionale (l'equivalente delle regioni italiane, più o meno) di Merhavim, Shay Hajatj, ha sottolineato (fonte Times of Israel): «Per garantire cibo fresco a sufficienza in Israele, dobbiamo affidarci più al prodotto locale che alle importazioni e bisogna aumentare le quote per l'agricoltura nazionale». E ancora: «Gli agricoltori possono aumentare la produzione nazionale e ridurre la dipendenza dall'import. Insieme, costruiremo una politica agricola che permette di garantire la sicurezza alimentare nei rifornimenti di cibo fresco in Israele da ora in avanti». Il tema è particolarmente sentito. Il 22 marzo Israel Today ha sottolineato l'orgoglio degli agricoltori israeliani: «Se i prodotti della terra non mancano è merito nostro, non del governo che per decenni si è dimenticato di noi», ha dichiarato un agricoltore. E non è facile fare agricoltura in Israele di questi tempi: 4 mila agricoltori pagano lo scotto di un aumento annuale del prezzo dell'acqua, senz'alcun supporto da parte del Governo. Ecco perché spesso i grossisti preferiscono importare dall'estero, perché costa molto meno: un bel grattacapo che sta lentamente erodendo l'agricoltura nazionale.
Campi di grano in Galilea
Inoltre l'hi-tech ha ristretto ulteriormente il ruolo dei contadini nel Paese. Il dibattito su questo tema stava andando avanti da un po': va bene essere all'avanguardia nelle nuove tecnologie, ma così dovrebbe essere anche per l'agricoltura e verrebbe da dire, come Dio comanda: il Deuteronomio 8:8 descrive Israele come «Paese di frumento, orzo, vigne, fichi e melagrani; paese d'ulivi da olio e di miele». Per il periodo pasquale si prevede un incremento del 10% nelle vendite dei supermercati. Quest'anno, particolarmente sentito. E con un governo uscente e un altro che ancora non c'è, i problemi degli agricoltori israeliani per adesso restano in stand-by.
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