Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Giorno della Memoria: il silenzio del ricordo Commento di Elena Loewenthal
Testata: La Stampa Data: 26 gennaio 2020 Pagina: 18 Autore: Elena Loewenthal Titolo: «Il silenzio del ricordo»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 26/01/2020 a pag.18, con il titolo "Il silenzio del ricordo", il commento di Elena Loewenthal.
Elena Loewenthal
Yad VaShem
La memoria è fatta di parole, di immagini. Le multiformi tracce del passato sono ciò che ci permette di fare nostro il passato. Ma la memoria è fatta anche di silenzio. Nel memoriale dei bambini, allo Yad Vashem di Gerusalemme, l'unico lume si moltiplica all'infinito lungo il percorso e accompagna il visitatore mentre delle voci scandiscono nomi, date e luoghi dei bambini trucidati in quegli anni: la forza di quell'esperienza sta tutta nelle brevi pause di silenzio fra un nome e l'altro. Quello spazio sonoro vuoto è la voce dell'assenza. Intorno e dentro alla Shoah c'è ancora e sempre resterà un abisso di silenzio. Di cose che non sappiamo, che non c'è modo di raccontare, di condividere. Tacere è tutto ciò che resta: conoscere è necessario, ma non meno impossibile di capire. E non malgrado le parole, i racconti, le immagini di allora: proprio perché sappiamo, proprio perché la memoria s'affaccia verso il presente e ci impone di non dimenticare, dobbiamo fare i conti con il silenzio dell'indicibilità, dei milioni di voci sommerse. Onorare i morti e soprattutto trarre da quel passato una sorta di lezione civile, significa anche sapere di non sapere perché una immensa parte di quella storia è muta per sempre, precipitata in fondo a un immobili, invincibile buco nero di dolore.
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