Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Iraq: un nuovo massacro, responsabili le milizie filo-iraniane Cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 08 dicembre 2019 Pagina: 15 Autore: Giordano Stabile Titolo: «Spari dei cecchini sulla piazza della protesta. Almeno 25 morti»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 08/12/2019, a pag.15, con il titolo "Spari dei cecchini sulla piazza della protesta. Almeno 25 morti", la cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
A volto scoperto, senza divise, i cecchini sono arrivati nel pieno della notte e hanno cominciato a sparare sui manifestanti che dormivano in un parcheggio occupato, accanto a piazza Tahrir, l'epicentro della rivoluzione irachena. E' stato uno dei peggiori massacri in due mesi di proteste. Un primo bilancio di 12 morti è stato poi aggiornato dagli attivisti ad "almeno 25". «Era un inferno, eravamo in trappola, non ci lasciavamo portare via i feriti», ha raccontato uno di loro: «Ormai non nascondono neppure la faccia, sappiamo chi sono». L'opposizione di piazza accusa le milizie filo-iraniane, Hashd al-Shaab, le forze di mobilitazione popolare costituite nel 2014 per combattere l'Isis e adesso trasformate in braccio armato della repressione.
Le sanzioni Usa Ne sono convinti anche gli Stati Uniti. Ieri Washington ha annunciato sanzioni contro i comandanti di tre formazioni paramilitari, quelli con i legami più stretti con il generale dei Pasdaran Qassem Suleimani. Sono Qais al-Khazali, Laith al-Khazali e Hussein Falil Aziz al-Lami. E' importante soprattutto il primo, protagonista di dichiarazioni di fuoco e minacce esplicite contro America e Israele. Le misure sono anche una reazione a decine di attacchi con razzi e mortai contro le basi americane nel Paese. Non hanno fatto vittime, ma sono sempre più insistenti e massicci. Il dipartimento di Stato è convinto che l'Iran sia responsabile in particolare del lancio di ben dodici razzi contro la base di Al-Balad, 80 chilometri a Nord di Baghdad. E le milizie sarebbero responsabili anche di un attacco "con un drone" contro la casa del controverso imam Moqtada al-Sadr, che appoggia la rivolta. Avvertimenti e pressioni, mentre la classe politica cerca una risposta alla piazza e deve trovare un nuovo premier dopo le dimissioni di Adel Abdel Mahdi. Dal 2005 la scelta avviene in un gioco di equilibri fra Washington e Teheran, ma questa volta le tensioni sono ai massimi. Il segretario di Stato Mike Pompeo ha invitato l'Iran a starne fuori perché "il popolo iracheno vuole riavere il proprio Paese". Ancora più importati le parole del grande ayatollah Ali al-Sistani, massima autorità religiosa: ha ammonito contro "le interferenze straniere" dopo che a Baghdad sono arrivati in rapida successione il generale Suleimani e un inviato dell'Hezbollah libanese. E' stato lo stesso Al-Sistani a mobilitare 200 mila giovani in pochi giorni, quando l'Isis stava per attaccare la capitale nel 2014. Ma adesso i giovani sembrano insensibili persino ai suoi inviti alla moderazione. Vogliono cambiamenti e subito.
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