Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Iraq: qui si decide la supremazia iraniana in Medio Oriente Cronaca di Giordano Stabile
Testata: La Stampa Data: 06 dicembre 2019 Pagina: 10 Autore: Giordano Stabile Titolo: «Armi balistiche, Teheran le porta in Iraq e sfida Trump»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 06/12/2019, a pag.10, con il titolo "Armi balistiche, Teheran le porta in Iraq e sfida Trump", la cronaca di Giordano Stabile.
Giordano Stabile
Il duello fra Iran e Stati Uniti si fa ogni giorno più serrato e i loro dispositivi militari in Mesopotamia e nel Golfo assumono dimensioni preoccupanti, mentre il bilancio della repressione interna è salito a mille morti. Ieri l'Intelligence americana ha rivelato come l'Iran abbia spostato un nuovo arsenale di missili a corto e medio raggio in Iraq, approfittando anche del caos provocato da due mesi di proteste anti-governative. Questi missili minacciano sia le basi Usa in Iraq che quelle nel Golfo, e alcuni possono arrivare fino a Israele. È uno sviluppo inquietante per il Pentagono perché il nuovo dispiegamento «dà un vantaggio alle forze armate e paramilitari iraniane», in quanto «se gli Usa o Israele dovessero bombardare l'Iran, Teheran potrebbe usare i missili nascosti in Iraq per colpire la stessa Israele o i Paesi del Golfo». Per l'Intelligence «la sola presenza di questi missili pub essere un deterrente efficace».
Manovre alla base di Ayn Al-Asad
Soldati Usa nel Golfo Sono più che ipotesi. Due giorni fa 5 razzi hanno colpito dal base di Ayn Al-Asad, dove sono concentrati circa metà dei militari statunitensi in Iraq. Ora il contingente potrebbe trovarsi al centro di una guerra fra Usa, Iran e Israele. Urgono rinforzi e ieri mattina fonti nell'amministrazione Trump hanno alluso alla possibilità dell'invio di altri 14 mila soldati nel Golfo. Il Pentagono ha poi smentito ma in ogni caso il build-up è in corso. Quest'anno la Casa Bianca ha già inviato 14.500 militari in più, sia per rafforzare le difese anti-aeree dell'Arabia Saudita che per allargare la presenza marittima e pattugliare lo Stretto d Hormuz. Il totale delle forze Usa in Medio Oriente è salito a 64 mila uomini. Il grosso è concentrato nel Golfo, 5 mila sono in Iraq, 650 in Siria, 12 mila in Afghanistan. È un cordone di sicurezza attorno alla Repubblica islamica, che pero non arretra. Teheran ha annunciato esercitazioni marine assieme a Russia e Cina, mentre i pasdaran hanno implicitamente ammesso di aver attaccato le infrastrutture petrolifere saudite il 14 settembre. Il fronte interno è stato invece «pacificato» con una repressione brutale. La stima dei morti è salita a 1.000, gli arresti sarebbero 7 mila. Il regime ha ammesso l'uccisione di manifestanti e ha promesso risarcimenti alle famiglie se verrà dimostrato un «uso eccessivo della forza».
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