Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Riprendiamo da SHALOM luglio 2019 a pag.18 con il titolo "Xenofobia, Islamofobia: facciamo chiarezza" il commento di Angelo Pezzana.
Angelo Pezzana
Ci sono alcune parole che vengono usate a sproposito, con il risultato di impedire l’esatta interpretazione di avvenimenti che potrebbero essere altrimenti di facile comprensione. Due in particolare. Cominciamo con Xenofobia. Così la definiscono,da sempre, i dizionari: “ Avversione indiscriminata nei confronti degli stranieri e di tutto ciò che proviene dall'estero”. Eppure è diventata comune in tutte le analisi e commenti solo da qualche anno, da quando i barconi di migranti hanno dato origine a una immigrazione incontrollata, causando spesso la morte di chi si affidava per arrivare alle nostre coste a dei veri mercanti di essere umani, assipati in gommoni, che si rovesciavano prima dell’arrivo della nave della Ong, che attendeva la consegna del carico umano. La tragedia di quelle morti, le immagini che da anni vediamo nei Tg, veniva attribuita, appunto, alla xenofobia di chi si chiedeva invece di chi erano veramente le responsabilità di quelle morti, di quelle Ong che con i loro accordi con i mercanti di vite umane, si richiamano a un non ben specificato ‘dovere dell’accoglienza’. Eppure l’Italia è sempre stato un paese dove la ‘avversione per gli stranieri’ non mai messo radici, così come non ci ha mai toccato la ‘avversione di ciò che proviene dall’estero’, semmai è vero il contrario.
A proposito di Islamofobia, la definizione più neutra, meno ideologica è “Avversione nei confronti dell'Islam e dell'islamismo”,accettabile dal punto di vista storico, ma insufficiente se viene usata almeno a partire da questo secolo. L’islam, infatti, è l’unica religione che si identifica con una fede ma nello stesso tempo con lo Stato, nel senso che viene applicata seguendo una legge ben precisa che si chiama Sharia, che un questi ultimi 20 anni abbiamo imparato conoscere e temere. Che l’Europa sia oggetto di una immigrazione islamica è oggi una realtà di dominio pubblico, come lo sono le teorie estremiste per imporla attraverso un terrorismo che, dopo l’11 Settembre, non ha fatto altro che crescere. In molti paesi europei, Francia,Belgio,Inghilterra, Germania, paesi scandinavi ecc. in moltissime città vi sono quartieri a maggioranza islamica che hanno sostituito con la Sharia il diritto precedente, con il risultato di escludere ogni intervento dei tutori dell’ordine vigente. L’origine di questa ‘invasione silenziosa’ ha origine negli anni ’20 in Egitto con la Fratellanza Musulmana, che, anche se duramente combattuta dai regimi islamici laici, messa anche fuorilegge, è tuttora più viva che mai. Ecco perché è riduttivo definire ‘islamofobo’ chi non aspira a vivere in uno Stato retto dalla Sharia, anzi, apprezzando le virtù dei sistemi democratici, vede nell’arrivo di una teocrazia islamica la fine di tutte le libertà.
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