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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 14/08/2019, a pag.16, con il titolo "L'appello dei manifestanti 'violenza e arresti illegali, l'Occidente ora ci ascolti" scritto dal deputato di Hong Kong James To, *Deputato eletto nel Consiglio Legislativo di Hong Kong nelle liste del Democratic Party of Hong Kong
Risponderanno le democrazie occidentali? Non c'è da attaccare Israele, quindi dubitiamo fortemente. Mogherini e tutte le sue controfigure nelle istituzioni internazionali, Onu, Ue & Co. si muovono solo se c'è da colpire Israele.
Hong Kong, l'aeroporto James To HONG KONG- Ai lettori de «La Stampa»
Quest’estate Hong Kong è in fiamme! Quest’estate Hong Kong è in fiamme!
«No all’estradizione in Cina». Le proteste si sono diffuse in tutta la città perché i cittadini si sono opposti ad un progetto di legge che prevede che chi è giudicato a Hong Kong, di qualsiasi nazionalità esso sia, possa essere consegnato alla Repubblica Popolare Cinese, per essere processato e lì scontare la pena. Le proteste sono nate alla luce dell’immensa sfiducia che c’è a Hong Kong nei confronti del sistema giudiziario e della stato dei diritti umani in Cina. Il 9 giugno oltre un milione di abitanti di Hong Kong è sceso in piazza, chiedendo al governo di respingere la legge. Richiesta che non è stata ascoltata. Il 12 giugno migliaia di manifestanti hanno bloccato le strade attorno agli edifici governativi e al Parlamento. La polizia ha sparato centinaia di gas lacrimogeni, e proiettili di gomma sulla folla che manifestava in modo pacifico. Il 16 giugno circa due milioni di persone sono nuovamente scese in piazza. Il giorno dopo il capo del Governo di Hong Kong, Carrie Lam, ha annunciato la sospensione, ma non l’annullamento del provvedimento contestato. I manifestanti hanno organizzato altre proteste e rivolto appelli alle ambasciate straniere a Hong Kong in cerca di solidarietà. In diverse strade sono apparsi tazebao con migliaia di post-it gialli con i quali migliaia di cittadini hanno espresso la loro opinione e rivolto le loro doman de alle autorità. Domande, che nuovamente non hanno avuto risposta. Le dimostrazioni pacifiche sono arrivate fino all’aeroporto internazionale di Hong Kong, con blocchi stradali e sit-in di fronte alle stazioni di polizia. Le forze dell’ordine chiamate a controllare la situazione hanno reagito molto duramente esasperando la situazione: nuovi scontri, lancio di gas lacrimogeni e proiettili di gomma, sparati anche fin dentro la Metropolitana e in molti quartieri residenziali. La polizia e le squadre antisommossa hanno picchiato migliaia di dimostranti pacifici. Una donna ha perso un occhio a causa dei proiettili, sei persone si sono suicidate. In 2 mesi più di 500 manifestanti sono stati arrestati e incriminati con accuse di terrorismo e altri reati. Cinque sono le richieste che il movimento pacifico ha rivolto al Capo del Governo di Hong Kong: 1. Ritiro della legge sull'estradizione 2. Revoca delle accusa di «ribellione» formulate contro i manifestanti 3. Istituzione di un’inchiesta indipendente per indagare sulla brutalità commesse dalle forze dell'ordine 4. Libertà per i dimostranti arrestati e interruzione delle procedure giudiziarie contro di loro 5. Elezione diretta e democratica del Capo dell’Esecutivo (Consiglio Legislativo di Hong Kong) La popolazione di Hong Kong rivolge un appello al Governo della Repubblica Popolare Cinese ed ai governi stranieri affinché sollecitino il governo di Hong Kong ad accogliere queste richieste. Traduzione a cura di Carla Reschia Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@lastampa.it |
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