Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
I viaggi di Beniamiono da Tudela Recensione di Fiona Diwan
Testata: Bet Magazine Data: 06 agosto 2019 Pagina: 17 Autore: Fiona Diwan Titolo: «Binyamin da Tudela, instancabile viaggiatore, globe trotter del Medioevo»
Riprendiamo dal BOLLETTINO della Comunità ebraica di Milano, luglio 2019, a pag.17, con il titolo "Binyamin da Tudela, instancabile viaggiatore, globe trotter del Medioevo", la recensione di Fiona Diwan.
Fiona Diwan
I viaggi di Benyamin da Tudela
Il mitico Itinerario torna sugli scaffali con il suo fascino immortale, un libro di viaggi assolutamente unico che riconcilia l’anima ebraica contemporanea con quella antica e medievale, tutt’altro che buia, specie nel Mediterraneo del XII secolo. Una specie di controcanto ebraico della Navigatio sancti Brendani, ai tempi in cui i clerici-vagantes percorrevano a piedi i sentieri d’Europa in cerca di conoscenza e emozioni: l’Itinerario è un attraversamento rigoglioso e appassionante del continente ebraico, scritto dal 1159 al 1173, dalla Navarra ai confini d’Oriente e del mare periglioso “su cui domina Orione”. Un libro che ha resistito indenne nel tempo, con numerosi manoscritti e edizioni a stampa, amatissimo dai lettori comuni: un libro soprattutto bello, con buona pace dei dotti per i quali iperboli ed entusiasmi parevano un po’ naif. Ma Binyamin è un erudito alla ricerca del meraviglioso e di ogni possibile mirabilia, due dimensioni che da sempre parlano alla sensibilità goticofloreale della sua epoca. Binyamin cerca la gloria ebraica incastonata nelle varie koinè culturali cristiane o musulmane; ad esempio, ci racconta di un tempo in cui l’Italia rigurgitava di presenza ebraica, di traffici e scambi, disegnandone un affresco vivo, dialogante e completo, specie nel sud della penisola, prima che quelle comunità fossero strappate alla storia da un colpo di spugna antisemita. E così seguiamo questo piccolo Marco Polo sefardita, da Roma a Otranto, da Costantinopoli ad Antiochia, da Bagdad a Samarcanda, dalla Persia alla Cina e ritorno, mentre solerte appunta note sul suo diario. Un grazie va al MEIS di Ferrara che ha voluto questa riedizione, al Marchese Guglielmo De Levy che l’ha finanziata, a Giulio Busi che l’ha ritradotto e commentato.
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