Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Israele, emerge dalle sabbie l'antica 'Città di Golia' Una scoperta archeologica di grande importanza
Testata: La Stampa Data: 01 agosto 2019 Pagina: 23 Autore: la redazione della Stampa Titolo: «Torna alla luce in Israele la città di Golia»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 01/08/2019, a pag.23 la breve "Torna alla luce in Israele la città di Golia".
Gli scavi nella "Città di Golia"
Tremila anni dopo l'epica sfida col pastore israelita Davide, la città del gigante filisteo Golia, Gat, torna alla luce. Una squadra di archeologi guidati dal professor Aren Maeir dell'Università Bar Ilan di Tel Aviv ha riportato alla luce a Tel Zafit (fra Gerusalemme e Ashqelon) i resti di una località abitata per cinquemila anni consecutivi, dall'era del bronzo in poi. Insieme a Gaza, Ashkelon, Ashdod ed Ekron, Gat fu una delle cinque città filistee fino alla sua caduta intorno all'830 a.C. per mano del re arameo Hazael. Gli archeologi sapevano da decenni che Tel Zafit conteneva le rovine del luogo di nascita di Golia, ma la recente scoperta sotto un sito preesistente rivela che la sua città natale era un luogo di imponenza architettonica ancora maggiore della Gat di un secolo dopo. Secondo Aren Maeir - come riferisce il «Jerusalem Post» -, i reperti offrono una possibile spiegazione del resoconto biblico che parla di giganti come Golia, a cui non corrispondono evidenze archeologiche. «Non vi sono scheletri di persone più alte dei cestisti della Nba - precisa Maeir -, ma il mito riportato nella Bibbia potrebbe rispecchiare il modo in cui una società ha espresso allegoricamente i successi dei suoi antenati, interpretati alla luce delle imponenti strutture che si erano lasciati alle spalle».
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