Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Antisemitismo in Europa ancora in crescita Ma, su questo tema, l'articolo del Foglio è per una volta vago
Testata: Il Foglio Data: 30 luglio 2019 Pagina: 3 Autore: la redazione del Foglio Titolo: «Giovani ebrei nella vecchia Europa»
Riprendiamo dalFOGLIOdi oggi, 30/07/2019, a pag. 3, l'editoriale "Giovani ebrei nella vecchia Europa".
Nell'articolo di oggi il Foglio pubblica cose già note. Ci chiediamo quindi il perché di un pezzo che non fa che ribadire che la percezione, da parte degli ebrei europei, dell'antisemitismo, è in continua crescita. Proprio sul Foglio, che spesso pubblica analisi interessanti sull'argomento, colpisce un pezzo tanto vago.
Ecco l'articolo:
L’ultimo rapporto dell’Unione europea sull’antisemitismo inizia con un avvertimento. “E’ una lettura cupa”, scrive Michael O’Flaherty, direttore dell’Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali, nella prefazione. Concentrandosi sugli ebrei più giovani, di età compresa tra 16 e 34 anni, il rapporto presenta le loro percezioni sull’entità dell’antisemitismo nei rispettivi paesi. Il rapporto sottolinea che “i giovani ebrei europei sono considerevolmente più esposti all’antisemitismo dei più anziani”. Il 45 per cento di loro afferma di essere stato vittima di almeno un episodio antisemita nei 12 mesi precedenti il sondaggio. La sfiducia nei confronti delle autorità è fortissima e si riflette nell’80 per cento dei giovani ebrei che non hanno denunciato quegli episodi di aggressioni alle autorità. “L’antisemitismo è normalizzato in tutta l’Ue”, ha concluso il rapporto. Un altro fattore che induce al pessimismo gli ebrei più giovani in Europa è il loro palpabile senso di vulnerabilità quando i sostenitori dell’antisemitismo sfruttano il conflitto arabo-israeliano per attaccare gli ebrei in Europa. Il 55 per cento ha preso in seria considerazione la migrazione negli ultimi dodici mesi. Non passa settimana senza che dall’Europa non arrivi un caso di antisemitismo. Simboli che scompaiono per “sicurezza” (l’ultima è la bandiera israeliana da Strasburgo), aggressioni per strada, ingiurie ai rabbini, storie di partenze, di scuole fortificate, di atmosfere d’assedio. Con l’antisemitismo che in varie forme continua a rigurgitare odio sul suolo europeo 75 anni dopo la fine della Seconda guerra mondiale e l’Olocausto, quest’allarme dei giovani ebrei figli di un dio minore nella Vecchia Europa dovrebbe attirare e scatenare più delle nostre solite frasi di circostanza.
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