Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Imam picchia i bambini che non imparano il Corano: allontanato solo da Treviso, non è espulso dall'Italia Commento di Serenella Bettin
Testata: Il Giornale Data: 12 luglio 2019 Pagina: 9 Autore: Serenella Bettin Titolo: «Picchiava i bimbi. Cacciato l'imam (solo da Treviso)»
Riprendiamo dal GIORNALE di oggi, 12/07/2019, a pag. 9, con il titolo "Picchiava i bimbi. Cacciato l'imam (solo da Treviso)", la cronaca di Serenella Bettin.
La Stampa, riportando la notizia a pag. 17, titola "Botte ai bimbi che non imparano il Corano, imam espulso". Si tratta di un titolo fuorviante perché l'imam è stato soltanto allontanato da Treviso, non espulso dall'Italia, come chiarisce il commento di Serenella Bettin sul Giornale.
Ecco l'articolo del Giornale:
Serenella Bettin
La violenza islamica e il Corano
Picchiava i bambini se non sapevano il Corano. Girava con un bastone a punta triangolare e se qualche pargolo non sapeva i versetti alla perfezione erano botte. Sulle braccia, sulle gambe, sul collo. Li colpiva alla schiena, alle spalle, li schiaffeggiava, li tirava per i capelli. I bambini, tutti dai cinque ai dieci anni, erano obbligati a genuflettersi impotenti dinanzi a quel predicatore che poi li picchiava con il bastone di mezzo metro. Bambini seviziati, ridotti a pene corporali. Le bambine quando ricevevano quelle punizioni erano obbligate a tenere la testa bassa in segno di sottomissione. Funziona così. Se non ti comporti da perfetto musulmano vieni punito. E lui, l'imam Omar Faruk, 36 anni, bengalese, li puniva. E lo faceva durante le lezioni pomeridiane di Corano in quei centri islamici a cui l'Italia concede il benestare. Lezioni che duravano fino a tarda notte dove i bambini erano tenuti a biscotti e acqua. Lui era l'imam del centro islamico di via Gaetano Schiratti a Pieve di Soligo nel Trevigiano. Ad accorgersi delle violenze inflitte sui bambini sono state le insegnanti delle scuole elementari che vedevano sul corpo dei loro alunni lividi e botte. Qualche bimbo aveva crisi di pianto e attacchi di vomito. Ma per i genitori era tutto a posto, fingevano di non capire e quando le maestre chiedevano spiegazioni minimizzavano o negavano. Le docenti, trovando riscontri anche da altri giovani studenti che in passato avevano partecipato a quelle «lezioni», hanno preso in mano la situazione e da lì sono partite le indagini condotte dal gruppo operativo radiomobile dei carabinieri di Vittorio Veneto. Le immagini e le registrazioni audio dei dispositivi piazzati nel centro islamico hanno confermato i sospetti delle insegnanti e i racconti dei bambini che si erano confidati. Se non si imparavano a memoria i versetti del Corano erano botte, senza pietà. Ora l'imam, indagato per i reati di maltrattamenti a minori e violenza privata aggravati, è stato espulso. Non dall'Italia. Ma cacciato da Treviso. Per lui la misura cautelare, disposta dal gip su richiesta della procura della Repubblica, è il divieto di dimora nella provincia trevigiana. «Non ci stancheremo mai di ripeterlo - ha detto il governatore del Veneto, Luca Zaia - nessuno può scambiare il Veneto per una terra dove si può fare di tutto e delinquere impuniti. Qualcuno parlerà, con il solito finto buonsenso di facciata, delle difficoltà create dall'integrazione multietnica. Noi, invece, pensiamo che persone del genere vadano perseguite e non debbano restare nella nostra terra». A intervenire anche l'assessore regionale all'Istruzione Elena Donazzan. «Auspico un attento approfondimento di questa vicenda, durata e sottaciuta per troppo tempo ha detto -, come pure auspico un'attenzione particolare verso certi centri islamici e le loro attività. Ogni limite imposto e ogni violenza giustificata in nome di altre religioni vanno condannati».
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