Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Sana,una martire della libertà Commento di Gian Micalessin
Testata: Il Giornale Data: 16 febbraio 2019 Pagina: 14 Autore: Gian Micalessin Titolo: «Una martire della libertà»
Ripendiamo dal GIORNALE di oggi, 16/02/2019, a pag.14 con il titolo "Una martire della libertà" il commento di Gian Micalessin
Gian Micalessin Sana
Sana è una martire della libertà. La sua unica «colpa» era l'amore per un ragazzo italiano, che voleva sposare perfettamente ambientata nella vita di casa nostra a Brescia. La sua famiglia, però, aveva già organizzato, come da tradizione benedetta dall'Islam, un matrimonio combinato in Pakistan. Padre e fratelli l'avevano attratta con un sotterfugio in patria, ma lei si è giustamente ribellata. Un oltraggio all'onore retrivo, medioevale e fondamentalista di un mondo agli antipodi del nostro. Sana Cheema, italo pachistana, è morta, a soli 25 anni, probabilmente strangolata dai suoi familiari. Il padre finito in manette sembrava aver vuotato il sacco, ma poi qualcosa è andato storto. Ieri è arrivata la notizia che il genitore padrone, se non boia e gli 11 parenti coinvolti nella vicenda sono stati tutti bellamente assolti. Non c'erano prove sufficienti hanno detto i giudici. Il pesante sospetto è che l'omertà, la connivenza delle autorità, la mentalità arcaica siano serviti a tirare un colpo di spugna sul peggiore dei delitti d'onore contro il sangue del tuo sangue, came della tua came. La giovane Sana, che amava il nostro paese, dove si sentiva libera e integrata si era ribellata alle imposizioni islamiche rifiutando il velo e le pratiche bigotte dell'Islam. E ha trovato la forza di opporsi a usi e costumi, come il matrimonio forzato che trova giustificazione da parte dei soliti predicatori del Corano. Dopo la vergognosa assoluzione dei suoi padroni o camefici bisogna chiedersi quante ragazze libere che vivono da noi pachistane, di altri paesi islamici o indiane, dove le nozze combinate vanno per la maggiore anche fra i non musulmani, sono costrette a sposare un marito imposto? Sana ha detto no ed è morta. Aiutiamo le altre, in nome della libertà
Per inviare al Giornale la propria opinione, telefonare: 02/85661, oppure cliccare sulla e-mail sottostante