Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Perché Davide Frattini dà retta solo Haaretz tra i giornali israeliani? Profilo del parlamentare del Likud Oren Hazan
Testata: Corriere della Sera Data: 30 novembre 2018 Pagina: 17 Autore: Davide Frattini Titolo: «Maleducato, ultrà, ex re dei casinò: è l’ultima stampella di Netanyahu»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/11/2018, a pag.17 con il titolo "Maleducato, ultrà, ex re dei casinò: è l’ultima stampella di Netanyahu" il commento di Davide Frattini.
Se Davide Frattini desse reatta anche altri giornali israeliani oltre a Haaretz, potrebbe dare ai lettori italiani anche altre notizie rispetto a quelle che, in un modo o nell'altro, finiscono per attaccare il governo Netanyahu. Oren Hazan si presenta per quello che è, scorretto, però trarre conclusioni generali sulla coalizione guidata da Netanyahu a partire dal suo profilo ci pare del tutto fuori luogo.
Ecco il pezzo:
Davide Frattini
Oren Hazan
Alla parata di benvenuto per Donald Trump un anno e mezzo fa, si è intrufolato senza invito, ha superato la barriera di giacche scure e tirandolo per il braccio ha costretto il presidente americano a un selfie fuori protocollo. Gli avrebbe pure sussurrato «sono il Trump israeliano», non proprio un complimento considerato che Oren Hazan ha gestito casinò in Bulgaria ed è sospettato — lui smentisce — di aver fatto girare prostitute e cocaina assieme alla roulette. È anche il parlamentare che più ha creato imbarazzi al premier Benjamin Netanyahu in questi tre anni di legislatura. A metà novembre è stato sospeso sei settimane dalla Knesset per aver insultato un generale della riserva e funzionario al ministero della Difesa durante un dibattito. Era stato riammesso da poco nel palazzo costruito a Gerusalemme nel 1966 con una donazione della famiglia Rothschild, un altro esilio punitivo di sei mesi deciso dal comitato etico con questa motivazione: «Il deputato Hazan sembra essersi dato l’obiettivo di tormentare i parlamentari arabi o le colleghe donne con offese e umiliazioni». Alla laburista Michal Biran aveva detto «sei troppo brutta per essere ingaggiata come prostituta». La lista delle ingiurie è lunga — pochi giorni fa ha oltraggiato un deputato disabile dell’opposizione chiamandolo Golem (un mostro antropomorfo) — quanto il suo incarico è diventato indispensabile per Netanyahu. Le dimissioni di Avigdor Liberman — da ministro della Difesa e da alleato — hanno lasciato il premier con una maggioranza striminzita e vacillante di 61 deputati sui 60 necessari. Così il governo si ritrova a contare su Hazan, l’alternativa è la caduta e le elezioni anticipate. Nonostante la sospensione di cinque settimane, può ancora partecipare alle votazioni. I dirigenti del Likud sono però preoccupati dalla sua (in)disciplina. Alla mensa del parlamento — racconta il quotidiano Haaretz — un gruppo di deputati della destra si rinfacciava a vicenda di averlo ammesso nel partito. In realtà il politico ha rischiato di restare fuori dalla Knesset e la sua elezione ha sorpreso pure Netanyahu che gli aveva garantito il trentesimo posto nella lista, quello riservato a un giovane candidato (nel 2015 Hazan aveva 34 anni). Il Likud ha trionfato e ha conquistato giusto giusto 30 seggi. Così Oren è rientrato nel palazzo da cui il padre era stato cacciato nel 2003: era stato colto a votare due volte e per far sparire le prove dell’azione illegale aveva cercato di portarsi via i computer usati per registrare le decisioni dell’assemblea. Era stato lui a passargli l’eredità di stile e ideologia in un video elettorale che aveva lasciato perplessi gli strateghi del Likud. Sigaro cubano e bicchiere di vino rosso, Hazan senior offre consigli al delfino in una scena che vuole ricordare il Padrino anche per lo slogan alla Vito Corleone: «Fai agli israeliani un’offerta che non possono rifiutare».
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