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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
05.09.2018 Corbyn antisemita: ma il titolo del Corriere è gravemente fuorviante
Commento equilibrato di Luigi Ippolito

Testata: Corriere della Sera
Data: 05 settembre 2018
Pagina: 16
Autore: Luigi Ippolito
Titolo: «Il Labour adotta un codice contro l’antisemitismo»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 05/09/2018, a pag.16 con il titolo "Il Labour adotta un codice contro l’antisemitismo" il commento di Luigi Ippolito.

Non si sa da oggi che, in Inghilterra, il Labour di Corbyn è diventato antisemita e odiatore di Israele. La vicinanza verso il terrorismo arabo palestinese è l'immagine del partito laburista voluta da Corbyn.  E' ora di prenderne definitivamente coscienza. Il rischio, altrimenti, è quello di legittimare un nemico come Corbyn. L'articolo di Ippolito è equilibrato, non il titolo che fa pensare che il Labour abbia finalmente adottato un regolamento contro l'antisemitismo: non è così, come si capisce leggendo quello che il giornalista scrive, infatti ha mantenuto tutte le accuse a Israele. Uno scivolone grave del desk esteri del primo giornale d'Italia (in quanto a diffusione).

Ecco l'articolo:

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Luigi Ippolito

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Al centro Jeremyn Corbyn

I laburisti britannici provano a lasciarsi alle spalle la polemica sull’antisemitismo che li ha assediati per tutta l’estate: ma difficilmente riusciranno a voltare completamente pagina. Ieri la direzione nazionale del partito ha finalmente adottato la definizione di antisemitismo codificata dall’Alleanza internazionale per il ricordo dell’Olocausto: ma l’ha accompagnata con una postilla in cui si fa salva la libertà di parola, ossia il diritto di critica a Israele. Era stata proprio la mancata adozione, all’inzio dell’estate, della definizione completa di antisemitismo a scatenare la controversia: la ritrosia dei laburisti era motivata con la volontà di non mettere la sordina a legittime critiche allo stato ebraico, ma molti vi hanno visto il risorgere di una latente ostilità agli ebrei. A gettare benzina sul fuoco hanno contribuito una serie di rivelazioni sul passato del leader Jeremy Corbyn: dalla sua presenza a una cerimonia per i palestinesi di Settembre nero a un discorso in cui rimproverava ai «sionisti» di «non capire l’ironia inglese». Corbyn ha subìto per questo dure contestazioni anche da parte di esponenti ebraici del suo partito: e anche se non tutti sono convinti che lui stesso sia un cripto-antisemita, resta il fatto che si è rifiutato di affrontare la questione di petto. Il problema è che Corbyn viene da una tradizione di ultrasinistra terzomondista e anti-imperialista, che lo porta automaticamente a solidarizzare con i palestinesi e a osteggiare Israele: un atteggiamento di fondo che può facilmente sconfinare nella tolleranza per posizioni ben più inquietanti. E quanto la situazione sia grave lo dimostra la rivelazione che Scotland Yard sta indagando su un dossier di episodi antisemiti nel Labour, per verificare se ci si trovi davanti a «crimini d’odio». Anche se l’imperturbabilità di Corbyn ha una spiegazione: finora la controversia non pare aver spostato consensi nell’elettorato.

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