Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Glucksmann: quando il junior fa rimpiangere il senior Elisabetta Rosaspina spiega perchè in un ottimo servizio da Parigi
Testata: Corriere della Sera Data: 25 agosto 2018 Pagina: 17 Autore: Elisabetta Rosapina Titolo: «Glucksmann jr, le dimissioni dopo il 'duello' su Macron»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/08/2018, a pag.17, con il titolo "Glucksmann jr, le dimissioni dopo il «duello» su Macron " il servizio molto interessante da Parigi di Elisabetta Rosaspina su Raphaël Glucksmann, figlio di André, ma, ahimè, quanto mai diverso dal padre. Tra Francia e Ukraina, i suoi vari interessi politico giornalistici, ultima la direzione del "Magazine Littéraire" trasformato al suo arrivo in " Nouveau", vale a dire molto meno letterario e molto più politico, vista la girata verso l'estrema sinistra. Un cambiamento non gradito dalla proprietà del mensile, che provocano le sue dimissioni. Morale: 'quando un nome giustamente famoso diventa nella seconda generazione un agit prop della peggiore sinistra'.
Parigi- Il pomo della discordia, almeno ufficialmente, è Emmanuel Macron. Per aver messo in dubbio il progressismo del presidente della Repubblica e adottato una linea verso l’Eliseo giudicata dall’editore troppo dura, Raphaël Glucksmann, 38 anni, saggista francese, intellettuale di riferimento della nuova onda progressista e direttore da nove mesi del Nouveau Magazine Littéraire, è arrivato ai ferri corti con il mostro sacro dell’editoria nazionale, Claude Perdriel, fondatore con Jean Daniel del Nouvel Observateur, 54 anni fa, e ancora energicamente sulla breccia a 91. Con un tweet, Glucksmann ha annunciato che lasciava la guida del mensile, rifondato in grande stile da Perdriel alla fine dello scorso anno: «Perché la libertà non si negozia — ha scritto ai suoi follower — e perché non mi cimenterò mai in lodi a cui non credo». Più diffusamente, su Facebook, ha spiegato che «oggi qualunque rimessa in causa di Macron viene subito accusata di fare il gioco dei populisti», lasciando intendere di essere stato qualificato di «wauquiezo-mélenchoniste», in riferimento al leader dei Repubbicani, Laurent Wauqiez, e a quello della sinistra radicale, France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon. «Più ancora del giornale — ha aggiunto — mi è stato fatto capire che sono la mia persona, i miei tweet, i miei passaggi in televisione, i miei post su Facebook che ponevano un problema». Perdriel, finanziatore al 60% della rivista, ha anticipato la risposta, che comparirà, assieme all’addio dell’ormai ex direttore, sul prossimo numero del giornale: «Caro Raphaël Glucksmann, sono di sinistra ma non come lei. Rivendichiamo per questa rivista un’indipendenza totale di fronte a tutti i poteri, finanziari, politici e mediatici. Sarebbe assurdo, caro Raphaël, credere che noi possiamo essere pro o contro Macron. Non è affar nostro. Sì, noi crediamo che certe riforme sono contemporaneamente coraggiose, difficili e piuttosto positive». La diatriba è destinata a vivacizzare l’ambiente ancora per un po’, anche se la nomina del successore di Glucksmann alla testa del Magazine Littéraire è già stata formalizzata: la scelta è caduta su Nicolas Domenach, autore sul numero di settembre, di un editoriale sul crollo del ponte Morandi: «Bisognerà battersi per costruire ponti e abbattere i muri che stanno vincendo ovunque».
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