Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
Jeremy Corbyn, leader del Partito laburista britannico, aveva tentato, di malavoglia e con scarsa convinzione, di porre fine alle accuse di antisemitismo che da mesi colpiscono il suo partito e soprattutto i suoi fedelissimi. Venerdì ha pubblicato un editoriale sul Guardian in cui ha ammesso che il problema dell’antisemitismo dentro al Labour è reale e ha promesso che farà di tutto per estirparlo; domenica ha pubblicato un video sui social media in cui ha ribadito gli stessi concetti. In entrambi i casi, tuttavia, non ha mosso un passo per risolvere il problema. Non si è espresso sull’inserimento nello statuto del partito della definizione di antisemitismo promossa dalla International Holocaust Remembrance Alliance, una mossa che aiuterebbe a fugare molti dubbi (e a cacciare qualche parlamentare), né ha chiesto la fine delle inchieste interne contro i parlamentari laburisti Ian Austin e Margaret Hodge, entrambi parenti di vittime dell’Olocausto, messi sotto indagine dal loro partito perché hanno osato contestare la linea e protestare per le troppe sparate antisemite. Non è un caso dunque che domenica siano stati proprio i corbynisti più fedeli a lanciare l’attacco contro Tom Watson, vice leader del partito, che ha detto all’Observer che il Labour rischia di “sparire in un vortice di vergogna eterna” se non risolve in fretta e con massima severità il problema dell’antisemitismo.
Jeremy Corbyn: 'Sto facendo qualcosa!'
Immediatamente, dai ranghi corbynisti è partita la campagna #ResignWatson, culminata in questo post su Facebook di George McManus, membro della direzione laburista: “Apprendo che Watson ha ricevuto più di 50 mila sterline da donatori ebrei. Almeno Giuda si era accontentato di 30 denari”. Lo scandalo è stato tale che McManus è stato costretto a dimettersi, e Corbyn infine ha deciso di chiudere l’indagine interna su Margaret Hodge. Ma nessuna toppa è sufficiente. Il Labour di Jeremy Corbyn è infettato di antisemitismo fino alle radici.
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