Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.
E' illiberale vole fermare l'invasione musulmana dell'Europa? A sorpresa, il Foglio dice di sì
Testata: Il Foglio Data: 31 luglio 2018 Pagina: 3 Autore: Editoriale Titolo: «L'affondo di Orbàn»
Riprendiamo dal FOGLIO i oggi, 31/07/2018, a pag.3, l'editoriale dal titolo "L'affondo di Orbàn"
Netanyahu con Orbàn
Orbàn, riporta il Foglio, ha dichiarato "“L’élite europea è visibilmente nervosa – ha detto Orbán – Il suo obiettivo di trasformare il continente e di traghettarlo in un’èra post cristiana, in un’èra in cui le nazioni scompaiono… questo processo può essere interrotto con le elezioni europee ed è un nostro interesse di base fermare tale trasformazione”. Il Foglio la definisce "illiberale". A noi non sembra che voler bloccare l'invasione islamica dell'Europa possa definirsi 'illiberale', al contrario. Orbàn è contro l'apertura indiscriminata dei migranti, in gran maggioranza musulmani. Questo non significa essere contro l'Europa, ma contro 'questa' Europa. Non a caso i rapporti tra Orbàn e il governo israeliano sono ottimi, così come quelli con il cancelliere austriaco Sebastian Kurz. E Bibi non è contro l'Europa, ma contro certe posizioni contro Israele, che anche Orbàn e Kurz non condividono. Che succede al Foglio?
La Commissione europea è il simbolo del fallimento delle élite, ha detto il premier ungherese Viktor Orbán parlando all’incontro estivo del suo partito Fidesz che ogni anno si ritrova a Baile Tusnad, in Transilvania. Ma la buona notizia, dice Orbán, è che i giorni della Commissione sono “conta - ti”, così come le sue politiche di censura nei confronti dell’est europeo e la sua ossessione russofoba con tanto di sanzioni. Il punto di rottura sarà chiaro alle elezioni europee del prossimo anno, il momento in cui la controrivoluzione sovranista riuscirà a mettere fine all’Europa a trazione liberale e occidentale. “L’élite europea è visibilmente nervosa – ha detto Orbán – Il suo obiettivo di trasformare il continente e di traghettarlo in un’èra post cristiana, in un’èra in cui le nazioni scompaiono… questo processo può essere interrotto con le elezioni europee ed è un nostro interesse di base fermare tale trasformazione”. Orbán vorrebbe guidare questa rivoluzione illiberale dentro al suo partito europeo di appartenenza, i popolari europei che accidentalmente esprimono anche il presidente dell’attuale Commissione dai giorni contati. I delegati presenti all’evento hanno chiesto al premier se ha intenzione di lasciare il Ppe, ma per ora Orbán vuole rimanere, cioè imporre la propria visione anti immigrazione, anti liberale e anti occidentale ai colleghi, in particolare alla cancelliera tedesca Angela Merkel. Noi sopravviveremo, ha detto Orbán, l’Ungheria rimarrà fuori dal contagio islamico che affosserà l’Ue, ma mentre molti dicono che è arrivato il momento di espellere Fidesz dal Ppe, è anche il momento di dare voce e coerenza all’opposizione moderata – c’è nessuno tra i popolari? – contro questa deriva di destra per non trovarsi nuovamente impreparati al prossimo scontro.
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