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L’”imam della pace” che sfida gli islamisti ((Traduzione di Yehudit Weisz, da Valeurs Actuelles, 19 luglio 2018)
intervista “Sono in aereo, il WiFi è lento, ma siamo in cielo e posso affermare che qui non ci sono le 72 vergini. Fermate la jihad” Persino a 10.000 metri d’altitudine, il più celebre imam con un Twitter non abbandona il suo humour per prendere in giro gli estremisti musulmani che disonorano la sua religione. Mohammad Tawhidi da anni viaggia in tutto il mondo per combattere la sua coraggiosa lotta contro il pericolo islamista con conferenze, interviste e in rete. Con il suo abito e il turbante, lo fanno “sembrare per il fratello di Bin Laden”, ma non per quello che dice, che non lascia mai indifferenti. In un aeroporto, ad un agente della sicurezza sospettoso che voleva controllarlo, lui ha di recente risposto: ”Io stesso non mi fido di me, perquisitemi immediatamente, per favore. ” Sono scoppiati a ridere e si sono stretti la mano. “Se avessimo saputo che, trent’anni più tardi, noi avremmo avuto una invasione di burqa un po’ dappertutto…” L’imam dell’Associazione islamica dell’Australia del Sud, nominato nel 2010, ha abbandonato l’anonimato per diventare a 35 anni il predicatore più controverso del continente e il più rivoluzionario del mondo musulmano. All’origine della sua popolarità c’è un discorso coraggioso pronunciato al Rotary Club di Adelaide nel marzo del 2017. “ Mio padre aveva scelto di venire in Australia perché questo era un Paese non musulmano. Se avessimo saputo che, trent’anni più tardi, noi avremmo avuto dei burqa un po’ dappertutto, moschee in ogni angolo di strada e delle persone che difendono la shari’a contro la democrazia, non saremmo venuti ”, così proclamava Mohammad Tawhidi, nato nella città santa di Qom, in Iran, e discendente di un seguace del profeta Maometto. “ Se non vi piace l’Australia, noi vi daremo uno dei nostri canguri perché vi accompagnino là da dove siete venuti.” Da allora, l’autoproclamato “imam della pace” vuole proibire le pubblicazioni integraliste, vietare le nuove moschee ed espellere i musulmanii estremisti. “I membri della mia famiglia sono stati giustiziati, bruciati vivi ed esiliati dai governi islamisti e da Daesh” rammenta Tawhidi, che all’età di 12 anni ha dovuto lasciare l’Iraq, dopo che suo padre, che era imam, era stato condannato a morte da Saddam Hussein. “Ecco perché ho queste ferme convinzioni sull’immigrazione e sull’estremismo islamico.” Parole forti dette da uno che è stato “un fondamentalista islamico che predicava la violenza”, prima di cambiare totalmente assistendo ad una strage, mentre studiava a Kerbala, in Iraq, nel 2014. E aggiunge “Oggi, nei miei viaggi in giro per il mondo, costruisco legami tra comunità e gruppi religiosi e diffondo la pace”. “C’è motivo di sperare che l’islam moderato prevalga sull’islam radicalizzato”, ribadisce Daniel Pipes, lo studioso americano d’islamistica. A riprova del suo impegno sincero e rischioso, ci sono le critiche di cui il predicatore, accusato di essere ”il falso sceicco australiano”, è il bersaglio da parte del Consiglio nazionale australiano degli imam, dal canale pubblico televisivo ABC e dagli attivisti di sinistra, che mettono in dubbio la sua credibilità nonostante i documenti ufficiali, e lo scherniscono dandogli dell’ “estremista sciita” in guerra contro la comunità sunnita. Sospettano persino che faccia il doppio gioco essendo stato ex allievo del grande ayatollah Shirazi, famoso per il suo rigore. Su Internet, detrattori complottisti l’accusano addirittura di essere una “marionetta sionista”, ovvero una spia israeliana. “ E’ tutto falso. Lavoro per l’M16 perché il Mossad non aveva i mezzi per pagarmi ”, replica Tawhidi, prendendoli in giro. Ancora più inquietante è il fatto che l’imam iconoclasta riceva centinaia di minacce di morte. Una prometteva: “ La legge islamica per questo infedele è la decapitazione. Offro 5000 dollari a chi saprà dirmi dove si trova. Per il resto ci penso io. ” Il figlio di un imam ha richiesto il suo assassinio, domandandosi “perché nessuno ancora aveva massacrato questo porco”. Il leader religioso è stato anche insultato, gli hanno sputato addosso e l’hanno schiaffeggiato. La sua auto è stata presa a sassate e imbrattata con simboli del Daesh, mentre degli estremisti hanno cercato di penetrare nella sua proprietà. “ Lui è sempre pronto a rischiare la vita per difendere la verità ” sottolinea l’attivista pro-Israele Avi Yemini. Ha un combattivo spirito australiano e sono fiero di chiamarlo fratello”. Accusato di apostasia da un mufti saudita, Mohammad Tawhidi ha dovuto nascondersi per diversi mesi per evitare aggressioni. Afferma: “ Prima avevo paura. Ora ho accettato la possibilità di essere ucciso in qualunque momento. Centinaia di persone fanno donazioni per sostenere la mia sicurezza perché credono nel valore del mio attivismo.” L’imam, scortato da guardie del corpo, aveva già raccolto 11.000 dollari online per installare dei metal detector. >Troppo poco per dissuadere i suoi detrattori che lo accusano anche di appoggiare Pauline Hanson, la fondatrice di “One Nation”, il partito populista australiano che si oppone al multiculturalismo. Tawhidi aveva osato fare gli auguri di compleanno alla senatrice del Queensland ritenuta “il peggior incubo per i jihadisti”, e difeso il suo appello a “bloccare l’immigrazione islamica” dopo gli attentati di Londra, in un Paese come l’Australia in cui la popolazione musulmana era cresciuta del 77% in dieci anni! “Il terrorismo nel Regno Unito cresce di settimana in settimana. Avere degli estremisti nelle nostre società non ha nulla a che vedere con il multiculturalismo, è un suicidio”, scriveva Tawhidi allora su Twitter. “La sinistra inglese sta trasformando Londra in una nuova Bagdad.” Questa sua opinione è condivisa con il suo amico e “fratello” Tommy Robinson, cofondatore dell’English Defence League, con cui a febbraio aveva partecipato ad una “discussione leale, intellettualmente rispettosa” trasmessa su YouTube, tre mesi prima che il giornalista militante venisse condannato a 13 mesi di carcere quando si era occupato del processo a una gang di ladri indo-pakistani. “Tommy sarebbe stato trattato meglio da un qualsiasi tribunale islamico britannico…”, ironizzerà poi l’”imam della pace”. Un imam moderno, vegetariano, che ammira la Vergine Maria Nel Regno Unito come in Francia, milioni di persone temono l’avanzata di questo islam conquistatore. Niqab, burkini, preghiere per strada… “ Questi segni visibili sono dei simboli di potere, precisa Mohammad Tawhidi. Capisco la paura della maggior parte dei francesi. Io cerco di allontanare gli estremisti dalla comunità musulmana, ma non posso cacciarli via dal Paese. Questo è compito del governo.” A febbraio, si trovava a Parigi, e rimase sgomento davanti ai campi di migranti installati nel Nord di questa città diventata “Paristan”. Al contrario, si è congratulato per l’eccellente decisione assunta dal Cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, di espellere 60 imam legati alla Turchia, governata dal ”califfo in giacca e cravatta” Erdogan. Dal punto di vista ideologico, “la vita mi ha fatto diventare conservatore”, sostiene Tawhidi, “anche se la sinistra ti dice che i jihadisti si riformeranno e si integreranno nella società.” Le sue opinioni diffuse su Twitter ai suoi 217.000 followers, gli rendono d’altronde il plebiscito dei simpatizzanti di destra, stufi del political correct. Obama e Hilary Clinton? “Sono loro ad aver creato il Daesh.” Trump? “Lui ha ragione sulle frontiere e sull’estremismo islamico.” Trudeau? “E’ l’eroe degli ex-jihadisti.” Il terrorismo? “E’ una parte dell’islam.” L’Iran e l’Arabia Saudita? “Dei regimi corrotti.” La taqiya, l’arte della dissimulazione? “Un cancro.” L’immigrazione di massa? “Distrugge l’Occidente.” La Palestina? “Una nazione di terroristi” mentre “ la terra è degli ebrei.” L’islamofobia? “Non esiste.” Tuttavia, l’imam smentisce di essere un provocatore. “L’humour è un’arma pacifica ma letale” dice. O meglio, ”il sarcasmo è 100% halal.” Quando si è fatto riprendere mentre mangiava una barretta di cioccolato non halal, ha detto sorridendo: ”Il gusto è migliore quando non c’è l’etichetta halal. E’ delizioso.” Mohammad Tawhidi intende soprattutto incarnare un islam aperto e moderno. Questo vegetariano, che cita Ayn Rand, ha persino divorziato perché le sue opinioni religiose erano”offensive”per la moglie e la sua famiglia. E poi ha stretti legami con i cristiani, s’inginocchia davanti alla statua di Gesù, ammira la Vergine Maria, accende candele e loda Père Hamel in quanto “nobile martire” ( il 26 luglio 2016, a Saint-Étienne-du-Rouvray in Normandia, Père Jacques Hamel, prete di 86 anni, venne assassinato da due terroristi islamici, n.d.t). “Io vivo a fianco di una chiesa e permetto ai fedeli di parcheggiare di domenica le loro auto nel mio vialetto. Quando mi vede, l’arcivescovo mi abbraccia, mi chiama ‘figlio mio’ ed io lo chiamo ‘padre mio’.” Va detto che la sua lotta è paragonabile a una crociata. “ Se soltanto potessimo creare dei predicatori musulmani pacifici alla velocità con cui la sinistra assimila l’islam ”, scherza. “E’ da millequattrocento anni che abbiamo una religione di guerra”, ripete Mohammad Tawhidi, ma la riforma islamica è un’illusione. La sola riforma possibile si farà a livello individuale”. In attesa, “l’imam della pace” giura di continuare la sua missione antiestremista presso i governi, i politici ed i religiosi. Oltre al proprio testamento, lui ha scritto un libro esplosivo, ma non riesce a trovare un editore coraggioso che lo pubblichi, dato che il suo profilo su Face Book è già stato bloccato otto volte in un anno.
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