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Mordechai Kedar
L'Islam dall'interno
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Trump, Gerusalemme, gli arabi e i musulmani 16/12/2017

Trump, Gerusalemme, gli arabi e i musulmani
Analisi di Mordechai Kedar

(Traduzione dall'ebraico di Rochel Sylvetsky, versione italiana di Yehudit Weisz)

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 Trump è consapevole del mantra ispirato da Arafat che richiama "milioni di shahid a marciare su Gerusalemme"?
L’annuncio di Trump, riguardo al riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele, ha sollevato com’era prevedibile, un'enorme ondata di opposizione nel mondo arabo e islamico per due motivi principali: uno religioso e uno nazionalista. 

Il motivo religioso
 E' radicato nella concezione dell'Islam in quanto fede, la cui missione è sostituirsi sia al giudaismo sia al cristianesimo, ereditando tutto ciò che un tempo era ebraico o cristiano: terra, luoghi di culto e fedeli. 
Nella visione del mondo dell'Islam, la Palestina appartiene esclusivamente ai musulmani, perché sia ​​gli ebrei che i cristiani hanno tradito Allah rifiutandosi di diventare seguaci del suo profeta Maometto: l'espulsione dalla loro terra e la confisca di tutti i diritti su di essa è la punizione che meritano. 
Nel corso della storia dell'Islam, i musulmani hanno trasformato le chiese in moschee, tra queste la Grande Moschea di Ramla, la Moschea degli Omayyadi a Damasco, la Basilica di Santa Sofia a Istanbul e molte chiese in Spagna. 
Il cristianesimo, come l'ebraismo, è stato cancellato dall'islam. 
Secondo l’approccio islamico, anche i profeti delle altre religioni sono musulmani: Adamo, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Aronne e altri, sono tutti musulmani. Secondo l'Islam, Salomone, a Gerusalemme costruì una moschea, non un tempio. Il divario di millecinquecento anni tra il regno di Re Salomone e la nascita dell'Islam non ha alcuna importanza per i veri musulmani. 
Ebrei e cristiani possono vivere protetti sotto il dominio musulmano, sottomessi all'Islam come dhimmi , privati ​​del diritto alpossesso della terra, alle armi da fuoco e, naturalmente è proibito loro nuocere ai musulmani. I dhimmi sono costretti a pagare una tributo ( jyzia) e devono essere tenuti oppressi, come è scritto nel Corano. 
Secondo l'Islam, gli ebrei non sono una nazione ma un insieme di comunità che vivono in vari Paesi: un ebreo in Polonia è un "polacco di religione mosaica" e un ebreo in Marocco è un "arabo marocchino di religione mosaica".

All'improvviso, verso la fine del 19 ° secolo, tutto cambiò: gli ebrei cominciarono ad arrivare in Palestina in numero sempre crescente e il movimento sionista realizzò una nuova nazione, quella del "popolo ebraico" e decise che la Terra Santa islamizzata  fosse la loro nuova patria, dal nome Eretz Yisrael. 
In Israele gli ebrei fondarono delle comunità e organizzarono un esercito di difesa per proteggersi con la forza, anche se, come ebrei, non erano autorizzati a portare armi. Nel 1948 gli ebrei dichiararono l’indipendenza dello Stato d’Israele, anche se per l’islam non avevano diritto alla sovranità, e nel 1967, hanno “occupato” Giudea, Samaria e Gerusalemme Est. Ora cercano di pregare sul Monte del Tempio, rendendo così concretamente possibile che il giudaismo sia tornato a essere una religione attiva, viva e persino dinamica. 

Questo  mette in discussione la stessa ragion d'essere dell'islam, venuto al mondo per rendere l'ebraismo obsoleto. I musulmani fedeli alla loro religione e consapevoli di questo pericolo non possono accettare l'esistenza di uno Stato ebraico, nemmeno uno minuscolo, che si affaccia sul mediterraneo. 
Per loro, Israele come Stato del popolo ebraico è una minaccia teologica per l'islam e, solo dopo, una minaccia nazionalistica, politica, legale e territoriale. 
Trump arriva e autorizza l'esistenza di Israele riconoscendo Gerusalemme come sua capitale, assestando un doppio colpo nei confronti dell'islam: Trump, un cristiano, ha concesso il riconoscimento agli ebrei !! 
Questo deve essere un complotto cristiano-giudaico contro l'islam, inaccettabile dal mondo musulmano. La sua dichiarazione ricorda ai musulmani (e anche a diversi ebrei) la Dichiarazione Balfour ,esattamente di un secolo fa, in base alla quale gli arabi continuano ad accusare il mondo, dicendo: " Ha fatto promesse, non avendone titolo, a coloro che non hanno il diritto di essere i destinatari di quelle promesse. '' 

Di conseguenza, durante la settimana successiva alla dichiarazione di Trump, i musulmani in tutto il mondo hanno espresso la loro rabbia su questa approvazione concessa allo Stato ebraico. Leader, semplici cittadini, uomini e donne, sono scesi in strada per dimostrare la loro impossibilità a convivere con il fatto che Trump, un cristiano, abbia riconosciuto la capitale scelta dalla nazione ebraica e, per estensione, il diritto alla propria terra.
I disordini a Wadi Ara, nel centro di Israele, sono stati un'altra manifestazione di furia musulmana, che ha bloccato la strada principale, danneggiando un autobus. Tutto questo non deve sorprendere, perché la zona di Wadi Ara comprende la città di Umm el Fahm, dove si trova la principale concentrazione del Movimento Islamico guidato dal famigerato Raed Salah, dichiarato fuorilegge insieme ad altre organizzazioni collegate. I suoi aderenti non hanno alcun modo legale per esprimere la loro rabbia per l'esistenza dello Stato di Israele, così approfittano di ogni manifestazione pubblica

Il motivo nazionalista
Chiunque sappia vedere e rifletteree, comprende bene che l'intera ragion d'essere del movimento nazionalista palestinese si basa sulla negazione del diritto del popolo ebraico alla propria terra e al proprio proprio stato.
L'Organizzazione per la Liberazione della Palestina è stata fondata nel 1964, quando le uniche aree "occupate" erano Tel Aviv e Haifa. La sua missione era quella di distruggere lo Stato di Israele, un obiettivo che gli arabi dichiararono apertamente alla fine della Guerra d'indipendenza del 1948. 
Nonostante ciò che pensano gli ingenui, l'OLP non ha mai modificato la sua Carta in cui si chiede la distruzione di Israele. Gli accordi di Oslo e quelli che seguirono con l'OLP non contano nulla. 
Alcuni politici ingenui, tra cui Yossi Beilin, Shimon Peres, Yitschak Rabin, Yossi Sarid, Shulamit Aloni, Ehud Barak, Ehud Olmert e molti altri, nonostante le prove date da Arafat e il tradimento del suo erede Mahmoud Abbas, hanno continuato a promuovere l'illusione della pace nei cuori di israeliani stanchi delle guerre. 
Questo diede vita a un pericolo mortale per il Paese, mentre era ancora ubriaco del profumo di una pace temporanea che sembrava vicina.

L'obiettivo del Movimento Nazionale Palestinese è la creazione di una nazione palestinese artificiale - da zero, perché storicamente non c'è mai stata una nazione palestinese - e garantirne la continuità, con un Paese arabo costruito sulle rovine di Israele, non al suo fianco. 
Questo è il motivo per cui non esiste una mappa della Palestina che comprenda Giudea, Samaria e Gaza. Ogni mappa palestinese ritrae una Palestina nei colori della bandiera dell'OLP che si estende dal Mar Mediterraneo al fiume Giordano. 
Il mondo, e in particolare l'Europa, è diviso tra pacifisti che non conoscono nulla e che sostengono uno Stato Palestinese per raggiungere la pace e gli odiatori degli ebrei che comprendono benissimo le intenzioni dell'OLP e li sostengono con tutto il cuore. 
L'intero mondo arabo, compresi quelli che hanno firmato trattati di pace con Israele - Egitto e Giordania - ignora volontariamente le reali intenzioni dell'OLP, trattandolo come l'unico rappresentante legittimo del popolo palestinese. 
Se l'OLP riuscirà a portare a termine i suoi piani, nessuno in Giordania o in Egitto piangerà la scomparsa di Israele. I seguaci di Arafat sanno che se riusciranno a portare Gerusalemme fuori dai confini di Israele, un gran numero di ebrei perderà ogni speranza e lascerà Israele per i Paesi da cui loro o i loro genitori sono venuti. Questo significherà l'inizio della fine per l'impresa sionista, perché non c'è sionismo senza Sion. 

Ecco perché spendono così tanta energia su Gerusalemme, approfittando del fatto che, se la maggior parte delle nazioni non riconosce Gerusalemme come  capitale , diventerà l'anello debole della catena che tiene insieme Io stato ebraico. 
Arafat aveva tentato di intimorire gli israeliani con lo slogan: "Milioni di shahid marcino su Gerusalemme", intendendo che milioni di persone erano disposte a dare la vita con l’obbiettivo di liberare la città dalle grinfie dei sionisti. 
Questo mantra è stato interiorizzato nella società islamica e può essere ascoltato nelle manifestazioni anti-Israele in tutto il mondo. 

Arriva Trump e riconosce Gerusalemme come la capitale di Israele, dando alla narrativa nazionalista palestinese un duro colpo e ad Israele una specie di polizza assicurativa. Questo fa impazzire tutti gli arabi che prosperavano nel sogno di distruggere Israele durante gli anni dell'accordo dorato di Oslo, mentre ora è diventato chiaro che una potente nazione, gli Stati Uniti, non si considerano un partner di quel sogno, sono persino disposti ad agire contro. 
Gli arabi, in generale, e in particolare i palestinesi, possono già immaginare le tessere del domino che cadono. La Repubblica Ceca, l'Ungheria e altri importanti stati hanno in programma di trasferire le loro ambasciate da Tel Aviv a Gerusalemme, riconoscendo la città come la capitale di Israele. 
Nello scorso aprile, anche il Presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato il suo riconoscimento di Gerusalemme occidentale come capitale di Israele. Non c'è stato alcun clamore, verbale o di altro tipo, come risposta alla dichiarazione di Putin, per la semplice ragione che gli arabi hanno una paura mortale di Putin, per come ha gestito la guerra in Siria, e fanno molta attenzione non reagendo alle sue dichiarazioni.

 Conclusioni 
Per ragioni sia religiose sia nazionaliste, gli arabi e i musulmani sono incapaci di accettare Israele come Stato ebraico. La domanda che dobbiamo porci è: noi che viviamo in Israele, ebrei e cristiani, conosciamo il mondo musulmano e arabo, dobbiamo affermare senza mezzi termini "Gerusalemme appartiene agli ebrei e voi dovete cominciare a imparare a conviverci ". Altrimenti cederemo ai sognatori arabi e musulmani, incapaci di accettare una realtà che vede l’ebraismo vivo e vitale.


Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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