Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 28/07/2017, a pag.3, la rubrica "libri", la recensione a " Qualcosa sul Lehman " di Stefano Massini (Mondadori ed.)
La copertina Stefano Massini
II numero delle pagine del volume non tragga in inganno il lettore: questa è una ballata, prima che un romanzo. Una di quelle cantate in stile country, con l'armonica a bocca e il banjo, dove le frasi si ripetono ritmicamente, le righe si susseguono brevi come versi, le pagine scivolano via, rapide come il fiume di denaro che si rovescia nelle casse di una sola famiglia, fino a fame una delle più ricche e potenti d'America. La saga dei Lehman è una rappresentazione perfetta, icastica, del mito americano. Henry, figlio di un allevatore tedesco, sbarca smarrito a New York, poi si trasferisce a sud in cerca di un clima più mite, apre un piccolo emporio, presto raggiunto da Emanuel e Mayer. Con il duro lavoro, ma soprattutto con l'ingegno, litigando sempre e non rompendo mai, i Lehman Brothers divengono dapprima monopolisti del cotone, poi del caffè, poi di molto altro ancora. Allora si trasferiscono a New York, con la seconda generazione si trasformano in una banca e infine in un impero finanziario. Investono enormi masse di denaro in attività agricole, grandi industrie, trasporti, vendite per corrispondenza, nei settori più disparati e impensabili. La vita dei Lehman Brothers è la storia stessa del "secolo americano", un clamoroso mix di progresso economico e trasformazioni sociali, costellato da grandi tragedie, dalla guerra civile alla Prima guerra mondiale —fmo al vertice della potenza internazionale. Con la Grande crisi si passa alla terza generazione, che sarà anche l'ultima. I Lehman non si fanno onore solo negli affari: Irving diventa un alto magistrato, Herbert governatore dello stato, Peter muore in aviazione durante la Seconda guerra mondiale. L'èra della tv, del cinema, dei beni di consumo di massa segna l'apogeo della famiglia, fino all'avvento del computer. La gestione famigliare dell'azienda non basta più, bisogna aprire ai giovani manager. L'impero passa nelle mani di una generazione di trader spregiudicati: Lewis Glucksmann è il finanziere d'assalto che porta al fallimento e alla dissoluzione della società. Il glorioso marchio Lehman Brothers è ceduto, a buon prezzo, all'American Express. "Qualcosa sui Lehman" è anche una grande storia giudaica, una metafora biblica costellata da termini ebraici e yiddish lungo tutto il racconto. Lo spirito religioso riemerge di continuo, l'etica — cacciata dall'egemonia spietata del denaro e degli affari —si riaffaccia qua e là, pone dubbi, interroga le coscienze. L'America come grande terra dell'opportunità continua a esercitare il suo fascino nella letteratura e nella cultura occidentale. Da questo libro è tratto lo spettacolo teatrale "Lehman Trilogy", tradotto in 15 lingue, ultima regia italiana di Luca Ronconi.
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