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Riprendiamo da LIBERO di oggi, 14/10/2016, a pag. 8, con il titolo "Hollande, lampo di lucidità: 'L'islam è un problema' ", la cronaca di Mauro Zanon. Ma un lampo non significa necessariamente un uragano. E' questo che deve succedere nei confronti dell'invasione islamica.
«La Francia ha un problema con l'islam». Non aveva mai osato dirlo in pubblico durante il suo quinquennato, si era sempre nascosto quando c'era da picchiare duro contro certe richieste anti-repubblicane di una parte dei musulmani, e quando c'era da qualificare quel terrorismo che insanguinava la sua Francia si rifiutava di utilizzare l'aggettivo islamico per il timore di essere tacciato di islamofobia: ma in privato il presidente della Repubblica, François Hollande, la pensava diversamente. In un libro «Un président ne devrait pas dire ça», curato da due giornalisti di Le Monde, Gérard Davet e Fabrice Lhomme, che hanno riunito i contenuti dei 61 colloqui privati avuti con il capo di Stato francese, emerge un Hollande che nessuno aveva mai conosciuto prima d'ora, un «Hollande che fa Valls», come scrive il settimanale Marianne, e riprende le posizioni muscolari del suo primo ministro sulle derive dell'islam in Francia, e batte i pugni in difesa del modello repubblicano. «Non è l'islam che pone un problema nel senso che sarebbe una religione pericolosa in sé, ma il fatto che vuole affermarsi come una religione nella Repubblica», ha dichiarato Hollande ai giornalisti del quotidiano parigino. E rappresenta un grosso problema, per la laica Francia, anche il fatto che «i musulmani non denuncino gli atti di radicalizzazione, e che gli imam si comportino in maniera anti-repubblicana», aggiunge. Parole che potremmo attribuire a un esponente dei Républicains di Sarkozy, ma anche a Marine Le Pen, la presidente del Front national. E non è un caso, infatti, che l'ala radicale del Partito socialista, fiancheggiata dall'ultrasinistra, le abbia già paragonate a quelle del partito frontista. In realtà, sono tra le poche frasi da salvare in un libro che gli è valso già una miriade di accuse, anche da parte dei suoi compagni di partito, e che per molti osservatori è un «suicidio politico». Accanto all'adesione a quello che possiamo definire il «modello Valls» sull'islam - totale quando afferma che la richiesta insistente di «luoghi» e «riconoscimenti» da parte dell'islam pone un problema di rispetto della neutralità repubblicana - il presidente Hollande si è anche espresso sulla questione del velo. «La donna velata di oggi sarà la Marianna di domani», ha affermato il presidente. Può sembrare un ammissione di soumission da parte di Hollande, una rinuncia a combattere per i valori repubblicani, ma trova un altro sbocco: «Se riusciamo a offrirle le condizioni per la sua emancipazione, si libererà dal suo velo e diventerà una francese, restando allo stesso tempo religiosa se vorrà esserlo, capace di portare un ideale. Alla fine, qual è la scommessa che facciamo? Che questa donna preferirà la libertà all'asservimento». Insomma, un'integrazione che passa per la promessa di un'emancipazione personale: parole forti e insieme puntuali che nessuno si sarebbe mai aspettato da Hollande a termine di questo quinquennato. Ma i brani che hanno infastidito i benpensanti riguardano la questione migratoria. «Credo che ci siano troppi arrivi», afferma Hollande. Parole ancor più nette di quelle pronunciate nel dicembre 2014, durante un discorso al Musée national de l'histoire de l'Immigration. «Non possiamo ignorare le tensioni e dobbiamo essere fermi sull'immigrazione clandestina», aveva spiegato, indicando la necessità di «agire per integrare un'immigrazione regolare». Anche Valls nel 2008, voleva introdurre le quote per i migranti. Per inviare la propria opinione a Libero, telefonare 02/999666, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@liberoquotidiano.it |
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