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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Repubblica Rassegna Stampa
05.04.2015 25 Aprile: che ci stanno a fare gli eredi del nazi-islamismo ?
Gabriele Isman intervista Alberto Tancredi

Testata: La Repubblica
Data: 05 aprile 2015
Pagina: 20
Autore: Gabriele Isman
Titolo: «Perchè le bandiere palestinesi ? Noi da anni aggrediti in piazza»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 05/04/2015, a pag.20, con il titolo "Perchè le bandiere palestinesi ? Noi da anni aggrediti in piazza " l'intervista di Gabriele Isman ad Alberto Tancredi, presidente dall'Associazione Romana Amici D'Israele. IC ha seguito nei giorni scorsi le cronache sull'incontro presso la  sede dell'Anpi per organizzare il corteo, ecco i link:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=57754
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=57747

Ecco l'intervista:

                                                                           Alberto Tancredi

 

"Portiamo lo striscione della Brigata ebraica nel corteo del 25 aprile dal 2003: l'ultima volta che ci è stato consentito di parlare dal palco fu cinque anni fa e anche in quell'occasione non mancarono le contestazioni".
Alberto Tancredi, 50 anni, è il presidentedell'associazione romana "Amici di Israele". Iniziamo dalla riunione del 30 marzo: lei c'era. Cosa è successo? «Era il quarto appuntamento alla Casa della Memoria per preparare il corteo. Ci aveva invitato come sempre l'Anpi: le altre volte eravamo 30 persone al massimo, qui ci siamo ritrovati in 70. Ho avuto l'impressione di una contestazione organizzata: erano tutti contro Israele e la Brigata ebraica». Impossibile una mediazione? «La Brigata ha contato non poco nella Liberazione italiana, basta guardare le tombe nel cimitero di Piangipane in Emilia-Romagna. Abbiamo provato a dire che avremmo portato solo le mostrine della Brigata e non la bandiera che ormai coincide con il vessillo d'Israele. Ci è stato risposto che non era aocettabile». Come vi hanno contestato? «Dicendoci che non era tollerabile la presenza di uno Stato che per loro è fascista e sionista. Noi volevamo parlare del 25 aprile: del resto si può discutere altri 364 giorni all'anno». Siete contrari alla presenza di bandiere palestinesi? «Non ne capiamo il senso. In quel corteo si ricorda la Liberazione italiana, non il conflitto mediorientale. Per altro il Gran Mufti di Gerusalemme era alleato con Hitler, ci sono fotoche li ritraggono assieme. Tra le due bandiere quella meno opportuna è proprio la palestinese, da un puntodi vista storico. Ma chi era alla riunione ha contestato anche questa verità». Ultima domanda ci sarete al corteo? «No, non ci sono le garanzie di sicurezza per noi e per la Brigata».

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