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Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 11/11/2014, a pag. 12, con il titolo "Canzoni, vignette e social network: investire i passanti diventa pop", l'analisi di Maurizio Molinari.
«Investi un bimbo di 2 mesi, investii coloni, trasforma la strada in una trappola, per AI Aqsa, investili, investili»: sono le strofe di «Car Intifada» la canzone che il tandem pop palestinese Anas Garadat e Abu Khayad ha postato su Facebook riscuotendo un successo che riassume e descrive le caratteristiche dei recenti attacchi anti-israeliani compiuti con trattori, auto e pulmini a Gerusalemme. Se la loro pagina Facebook «MoslimMan.Rok» da venerdì a oggi ha registrato oltre 350.000 visualizzazioni, oltre 25.000 «mi piace» ed è stata condivisa almeno 17.000 volte è perché quando recita «Benedetto Akari Ibrahim» - l'autore dell'attacco con il pulmino di mercoledì scorso che ha fatto un morto e 14 feriti - e ripete «Facciamolo per AI-Aqsa» declina la rivolta anti-israeliana in un gesto personale, facendone un vettore della cultura popolare palestinese.
Se la prima e seconda Intifada furono eventi collettivi, guidati da partiti politici e comitati popolari, la «Car Intifada» si materializza in gesti di singoli che i social network esaltano e rilanciano grazie alla proliferazione di vignette che arrivano su media e siti arabi e palestinesi. E' il caso del disegno in cui si vede la scritta araba «Dais» (investire) attraversare una strada di Gerusalemme ad alta velocità evocando la similitudine con la parola «Daish», acronimo arabo di Isis. II gioco di parole si ritrova in una vignetta che mostra un contachilometri che segna 240 km/h con al centro la scritta «Daes 2014» ovvero «Investi 2014». Vi sono poi le immagini di pulmini simili a quello guidato da Akari equiparati ai missili M-75, che Hamas lanciava contro Israele nel conflitto estivo di Gaza, oppure le vignette con disegni neri su sfondo giallo - come la bandiera di Hezbollah - in cui si vedono auto in corsa colpire dei pedoni, accompagnati dalla didascalia «puoi colpire l'obiettivo con la tua macchina». Ovvero, per eliminare il nemico non serve il fucile, basta un banale gesto quotidiano. È questo il senso anche della vignetta, pubblicata dal palestinese «AIHayat AlJadida», che mostra un uomo con il volto coperto lanciare sassi con la fionda stando aggrappato alla Moschea della Roccia di Gerusalemme.
La sezione di Silwan del partito Al Fatah - il cui leader nazionale è Abu Mazen - loda l'«attacco automobilistico» di Abd Al-Rahman Al Shaloudi, nel quale sono morte una bambinadi 3 mesi e una donna di 22 anni. Se anche Sultan Abu Al-Einein, consigliere di Abu Mazen, plaude alle scelta di «investire i coloni nella Gerusalemme occupata», equiparando Al-Shaloudi agli altri «eroi di Gerusalemme» Mutaz Hijazi e Ibrahim Akari, l'immagine più efficace che riassume la «Car Intifada» è un «cartoon» di Hamas nel quale si vedono, fianco a fianco, il pedale dell'acceleratore di una vettura e il caricatore di un kalashnikov pieno di pallottole. Come riassume Fathi Hammad, esponente di Hamas, «schiaccia l'acceleratore e attacca». Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@lastampa.it |
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