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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
30.07.2014 Da Federica Mogherini richieste a Israele, non ad Abu Mazen e ad Hamas
una politica estera a senso unico

Testata: Corriere della Sera
Data: 30 luglio 2014
Pagina: 8
Autore: la redazione
Titolo: «'Netanyahu riconosca il governo di Abu Mazen' - Il M5S: 'Sulla Striscia in atto un genocidio. La replica di Israele: posizioni antisemite»
Riprendiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/07/2014, a pag 8, l'articolo dal titolo  'Netanyahu riconosca il governo di Abu Mazen', sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini.

Ricordiamo a Federica Mogherini che il governo di Abu Mazen include Hamas e ci chiediamo come mai non abbia rivolto la stessa richiesta ad Abu Mazen, che non riconosce Israele come Stato ebraico.
Come mai le richieste vengono fatte solo a Israele ?
Come mai il nostro ministro degli Esteri non protesta per i venti fucilati da Hamas solo perché avevano osato manifestare il loro dissenso dalla politica del gruppo islamista ? Fucilati all'istante mentre manifestavano in maniera più che civile e pacifica.  A Federica Mogherini non viene in mente qualche pensiero in proposito da inviare ad Hamas ?


Abu Mazen e Ismail Haniyeh

Di seguito, l'articolo:


Federica Mogherini


ROMA — «La mia generazione aveva sperato di poter vedere una stagione di riconoscimento e rispetto reciproci, di pace» tra israeliani e palestinesi, ma «oggi il conflitto non si ferma e questo è inaccettabile politicamente e umanamente». Nella sua informativa sulla crisi di Gaza ieri alla Camera, il ministro degli Esteri Federica Mogherini ha ribadito lo sforzo dell’Italia, con la comunità internazionale, per raggiungere e mantenere una tregua «almeno per recuperare i corpi, assistere i feriti, proteggere i civili». Poi il ministro ha individuato cinque punti della nostra azione politica. «Nel breve-medio periodo sarà necessario sciogliere i veri nodi della situazione a Gaza, dall’apertura dei valichi al rispetto dei diritti dei palestinesi di coltivare la propria terra e pescare nel proprio mare», ha detto Mogherini. Quindi, ricordando che «l’Italia ha valutato fin dall’inizio con favore il governo di unità nazionale» tra Fatah e Hamas, ha aggiunto che «è ora di riconoscerlo come interlocutore utile anche da parte israeliana, per rafforzare il ruolo del Presidente Abbas e garantire a tutti i palestinesi un canale di rappresentanza istituzionale e internazionale». Quindi, «si devono offrire a Israele garanzie di sicurezza nell’immediato sulla distruzione di razzi e di tunnel, nel breve periodo sulla demilitarizzazione di Gaza e sul controllo delle frontiere». A sostegno di tale percorso sarà «necessario garantire una cornice regionale ed internazionale e credo che un ottimo punto di partenza - ha detto Mogherini — possa essere oggi la proposta del piano di pace della Lega Araba del 2002». Infine, «il raggiungimento di una soluzione reale, vera e duratura della questione palestinese: non parlo di rilancio del processo di pace, dopo decenni di esercizi diplomatici frustrati», ma della necessità «dello scatto di volontà interna, nei campi israeliano e palestinese, ed esterna, della comunità internazionale, se servirà qualcuno che imponga alle tante parti di mettere fine al loro infinito conflitto e cominciare a vivere».

Per esprimere la propria opinione al Corriere della Sera telefonare al numero 02/62821 oppure cliccare sulla e-mail sottostante

lettere@corriere.it

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