venerdi 01 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Ugo Volli
Cartoline
<< torna all'indice della rubrica
Scusi signor 'palestinese', lei è Cananeo o Natufita? Filisteo o Kenita? O magari è solo un immigrato dall'Arabia? 20/02/2014

Scusi signor “palestinese”, lei è Cananeo o Natufita? Filisteo o Kenita? O magari è solo un immigrato dall'Arabia?
Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

a destra, Saeb Erekat, capo negoziatore per l'Anp

Cari amici,

sapete che cos'è la chutzpah? E' una parola ebraica, che significa “faccia tosta, sfacciataggine, spudoratezza”, un concetto originariamente negativo, che nel mondo yiddish ha però finito col prendere un significato quasi positivo, soprattutto in riferimento ai classici mendicanti polemici  delle storielle yiddish, gli “shnorrer”. Wikipedia, nella voce dedicata, ci tiene a farci sapere che la parola “cognata” di Chutzpah in arabo classico  ḥaṣāfah (حصافة) non significa impudenza o cose del genere, ma solo “solida capacità di giudizio”.

Strano, perché di chutzpah in senso ebraico gli arabi dell'Autorità Palestinese o almeno i loro rappresentanti sono ricchissimi, sembrano del tutto privi di pudore e di senso della misura: la verità, come si dice, non gli fa un baffo. Prendete per esempio  quell'attivissimo propagandista, non certo negoziatore che di mestiere fa il capo dell'équipe palestinese alle “trattative di pace” e risponde al nome di Saeb Erekat. Uno famoso in tutto il mondo per le sue raffiche di dichiarazioni contro Israele.

Sentite quello che ha detto Erekat a Al Jazeera l'altro ieri quando gli hanno chiesto se era disposto a riconoscere uno stato del popolo ebraico: "Non potrò mai riconoscere uno stato ebraico." Quando gli viene chiesto: "Perché no?" Erakat ha risposto:"Perché ho riconosciuto nel 1993 il diritto dello stato di Israele a esistere in cambio del riconoscimento futuro [dello stato palestinese]. Ora, sapete perché vogliono farmi riconoscere uno stato ebraico? Sono figlio dei Natufiani, che costruirono la mia città natale Gerico 2.000 anni fa. sono il figlio dei Kenuniti arabi, che erano lì 6000 anni prima, sono venuti e hanno costruito la mia città natale Gerico. Che cosa vogliono gli israeliani quando pretendono che riconosca Israele come uno Stato ebraico? Vogliono farmi cambiare la mia narrativa, la mia storia, la mia religione." (Cito dalla fonte originale, proprio il sito di Al Jazeera; la traduzione è mia ma potete controllarla qui: http://pr.aljazeera.com/post/77064494231/chief-palestinian-negotiator-tells-al-jazeera-situation).

Sembra un pezzo di propaganda abbastanza standard, ma è invece talmente imbottito di menzogne che parlarne come chutzpah è solo un eufemismo. Nell'intervista Erekat, che dovrebbe essere il capo negoziatore della conferenza di pace, ammette che sostiene la lotta armata contro Israele, il che è una bella contraddizione con cui dovrebbe fare i conti Kerry ( http://elderofziyon.blogspot.it/2014/02/al-jazeera-says-erekat-supports-armed.html). Ma lasciamo stare, concentriamoci sulla questione che dovrebbe essere meno esplosiva delle sue origini, rivendicate come ragione per rifiutare uno stato ebraico (che ci azzecca, come direbbe qualcuno, lo vedremo alla fine). Già alla conferenza di Monaco (quella in cui Kerry aveva minacciato Israele di boicottaggio se non si piegava alle sue condizioni, salvo poi fare una pronta marcia indietro dopo le reazioni di Netanyahu), il 2 febbraio scorso, Erekat se n'era uscito con una analoga pretesa: "Quando mi si dice di 'accettare Israele come stato ebraico' mi si sta chiedendo di cambiare il mio racconto," ha affermato, sostenendo che i suoi antenati vivevano nella regione "5.500 anni prima che Joshua Bin-Nun arrivasse e bruciasse la mia città natale Gerico."

Si tratta della figura che in italiano si chiama Giosuè, il discepolo di Mosè, databile a 2.400 anni prima della nostra era, cioè 4400 anni fa. E' interessante che Erekat lo citi, perché di solito i palestinesi dicono che gli ebrei con la loro terra non c'entrano affatto. Ma a me l'aritmetica piace quasi quanto la Bibbia, e devo dirvi che non ci siamo. I conti non tornano, perché (questa è la datazione erekatiana di Monaco) 5.500 + 4.400  fa 9.900 anni fa , mentre 2.000+6.000 (datazione data ad Al Jazeera) fa 8000 anni fa: ballano 2.000 anni circa, tutto il tempo che ci separa da Gesù, non proprio un battito di ciglia. Il diplomatico palestinese dovrebbe decidersi, se i suoi padri stanno a Gerico da 8.000 o 10.000 anni, sono cose diverse. Comunque lo schema di Erekat è questo. Otto o diecimila anni fa Gerico fu fondata dai Natufiani, poi fu distrutta da Giosuè e ricostruita, se capisco bene, dai Kenuniti, “2000 anni fa”. Cioè al tempo dei romani. Strano, perché Gerico ai tempi dei Romani era un posto ebraico bello fiorente. C'era un grande palazzo di re Erode, una vera e propria reggia di cui ho visto le piante l'anno scorso alla mostra dedicata al re, che vi morì e fece trasportare la sua salma fino all'Erodion, una fortezza imponente a metà strada da Gerusalemme che si visita ancora oggi. In tutta questa storia, ampiamente documentata sul piano storico e archeologico, purtroppo nessun documento nomina dei “Kenuniti”. 

Chi era questa gente? Soccorre la solita Wikipedia (http://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_natufiana):  “La cultura natufiana o natufita fu una cultura mesolitica diffusa sulle coste orientali del Mar Mediterraneo nella regione del Levante. Prende il nome dal sito dello Uadi el-Natuf (caverna di Shukbah) in Israele. La datazione con il metodo del radiocarbonio colloca questa cultura alla fine del Pleistocene (tra 12.500 e 10.200 anni fa)”. Per quel che ho capito, nessuno sa chi fossero costoro, da dove venissero, che lingua parlassero. I loro strumenti e le loro costruzioni sono molto primitive. Certamente erano diffusi nei territori dell'attuale Israele, Libano e Siria, senza alcun rapporto col l'Arabia.

Chi siano invece i Kenuniti non si sa. Forse è una nuova invenzione di Erekat, forse un errore di traduzione di Al Jazeera. C'erano, intorno al tempo di Mosé, i Keniti, una popolazione piuttosto misteriosa in qualche modo legata ai Midianiti (il popolo di suo cognato Jitrò) che si alleò a quanto pare e forse si fuse col popolo ebraico (http://en.wikipedia.org/wiki/Kenite). E c'erano i cananei, uno dei nomi della popolazione semitica stanziata sulla costa fra l'attuale Israele e il Libano, contro cui combatterono Sansone e Davide e tanti capi del popolo ebraico; sono chiamati così dalla Bibbia, ma nel mondo greco venivano definiti piuttosto fenici. Molto attivi nel terzo millennio, furono distrutti  nelle guerre con i regni di Israele e di Giuda e poi dalle invasioni assire ed egiziane. I romani sistemarono la loro colonia Cartagine. In pratica non ce n'è più traccia in Israele a partire dall'ottavo o dal settimo secolo. Vale la pena di notare che anch'essi non avevano rapporti con l'Arabia. E naturalmente erano idolatri, avevano Baal, Moloch, Astarte e altri dei.

Scusate la pedanteria, ma questi dati servono a fare una domanda facile facile. Come si fa a dire che  Erekat personalmente o anche i “palestinesi” in generale siano legati a queste popolazioni? Al confronto la pretesa di Bossi di derivare dai Celti è scienza sopraffina. Dalla loro scomparsa sono passati dai tre ai diecimila anni, ci sono state invasioni egiziane, babilonesi, romane, persiane, arabe, le crociate, tutto quel che vi pare: come si fa a dire “i miei avi di diecimila anni fa”? Anche perché non vi è una singola traccia della sopravvivenza fisica o culturale di questi popoli, nessuno si è mai sognato di dire che c'erano in giro cananei o fenici o natufiti: né gli storici romani, né quelli greci o egiziani, né i cronisti arabi, né quelli ebrei. Non c'è un relitto archeologico dopo i tempi della loro scomparsa, né un residuo linguistico, niente di niente. Fanno parte di quel gran numero di civiltà che a un certo punto spariscono, vengono sterminate o riassorbite. Che fine hanno fatto gli etruschi o gli oschi o gli illiri o gli sciti? Un po' dei loro geni circoleranno in Italia, ma nessuno può dire seriamente di essere “figlio”. Salvo una dose massiccia di chutzpah, è chiaro.

Oltretutto, c'è un piccolo problema. Il primo articolo dello statuto dell'Olp, l'Organizzazione della Liberazione della Palestina di cui l'Autorità Palestinese è figlia (nessun problema di competenze, le presiede entrambe senza elezioni Mahmoud Abbas, che per non farsi mancare niente è anche il capo di Al Fatah, partito di maggioranza dell'AP) stabilisce quanto segue: “Articolo 1: La Palestina è la patria del popolo arabo palestinese, ma è una parte indivisibile della patria araba, e il popolo palestinese sono parte integrante della nazione araba.” (http://www.iris.org.il/plochart.htm) Il problema è che né i cananei o fenici né i natufiti (e per completezza neppure i filistei, che erano addirittura indoeuropei, altra rivendicazione palestinista esposta qualche mese fa) sono mai stati arabi.  Ai loro tempi gli arabi se ne stavano un paio di migliaia di chilometri a sudest, nelle zone abitabili dell'attuale Arabia Saudita. E allora, se Erekat è cananeo o natufita (o filisteo), non è arabo e dunque non è palestinese. Se è palestinese, niente avi natufei o cananei. Che dilemma, eh?

Consolatevi, non bisogna angosciarsi per la nazionalità di Erekat, semmai solo per la sua predisposizione alla menzogna. Erekat non è nato a Gerico ma ad Abu Dis, un villaggio dietro il Monte degli Ulivi di Gerusalemme. La sua tribù sono gli Howeitat, beduini che vivono fra la Giordania Orientale e l'Arabia Saudita centrale (http://en.wikipedia.org/wiki/Howeitat). Sono arrivati oltre il Giordano verso la fine dell'Ottocento. C'è una pagina Facebook con la storia della famiglia ( https://www.facebook.com/Arekatfamily) e un articolo che la racconta (https://www.facebook.com/notes/arekat-family/%D8%B9%D8%A7%D8%A6%D9%84%D8%A9-%D8%B9%D8%B1%D9%8A%D9%82%D8%A7%D8%AA/255831057552). Sono in arabo, ma Google ve li traduce volentieri, se volete. Oppure guardate questo articolo in inglese (http://elderofziyon.blogspot.it/2014/02/erekats-latest-lie-my-family-was-in.html# ). Oppure semplicemente guardate il suo ultimo intervento dove, in risposta alle polemiche suscitate dalle prese di posizione che ho citato, sostiene di essere “un fiero beduino” (http://elderofziyon.blogspot.it/2014/02/saeb-erekat-admits-he-is-jordanian.html; se volete guardarlo in faccia e poi ridere, io non mi oppongo).

Sì, una chutzpah così estrema da trasformare un burocrate dell'Ap (ma tifoso del terrorismo, non dimentichiamo) in cananeo o kenita, natufita e filisteo, fiero beduino e quant'altro non può che fare ridere. Ma attenzione, le cause sono più lontane e più profonde della psicologia di Erekat. Il problema è che i “palestinesi” sono un popolo inventato. Non nel senso che non vi siano le persone così designate, per carità. Ma che non si è mai considerato un popolo, si è chiamato fino a cinquant'anni fa parte del popolo siriano e in genere della comunità araba, ha rifiutato il termine palestinese e il concetto stesso di una specificità del territorio fino a più o meno lo stesso periodo, ha dichiarato a lungo che il nome Palestina era un'invenzione occidentale (giusto) e ancora non ha modo di pronunciare questo nome, visto che in arabo il suono “p” non esiste. Poi si è accorto che nella lotta per distruggere “gli ebrei” (di questo si parla per esempio nello statuto dell'Olp, non di Israele: http://www.iris.org.il/plochart.htm), una pretesa di appartenenza nazionale poteva servire. E dunque si sono appropriati del nome che gli ebrei e in genere gli occidentali usavano per definire quel territorio. Ma non basta darsi un nome, bisogna avere anche una storia. Di qui i più bizzarri tentativi di appropriarsi di pezzi di antichità che non c'entrano nulla: i cananei, i Keniti, i filistei, gli enigmatici natufiti. Ho sentito anche qualcuno dire che i veri discendenti degli ebrei antichi sono loro, gli ebrei attuali sono turki, kuzari o magari un po' tedeschi...

E' un problema, perché la menzogna inganna a prima vista e richiede un po' di pedanteria per essere smascherata. Oltretutto la memoria inquina, toglie rapporto con la realtà, impedisce di essere realisti. E' fastidiosa per chi la subisce ma devastante per chi la pronuncia, lo mette fuori dalla realtà: come Erekat, che magari si vanta di essere un buon commerciante da suk, ma si muove in un mondo di fantasmi, cananei che diventano natufiti, beduini che si fanno filistei... Ma è bene saperlo: la prossima volta che vedete uno che fa propaganda per la “Palestina libera, Palestina rossa”, provate a chiedergli se si sente più cananeo o natufita... chissà se ha una risposta.


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT