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Luce nel buio del tunnel. Come gli ostaggi a Gaza celebravano Hanukkah 13/12/2025

Un filmato recuperato dall’esercito israeliano durante le operazioni nella Striscia di Gaza mostra sei ostaggi israeliani mentre cercano di accendere le candele della festa di Hanukkah in un tunnel con scarso ossigeno. I sei ostaggi sono Hersh Goldberg-Polin, 23 anni, Eden Yerushalmi, 24 anni, Ori Danino, 25 anni, Alex Lobanov, 32 anni, Carmel Gat, 40 anni, e Almog Sarusi, 27 anni. Il filmato risale al dicembre 2023. Otto mesi dopo, il 29 agosto 2024, all’approssimarsi delle Forze di Difesa israeliane al tunnel sotto il quartiere di Tel Sultan, a Rafah (Striscia di Gaza meridionale), tutti e sei gli ostaggi furono assassinati con un colpo alla testa dai terroristi palestinesi.



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La Stampa Rassegna Stampa
11.10.2013 Se lo spot è una beffa a Primo Levi
invitiamo i lettori a scrivere per protestare

Testata: La Stampa
Data: 11 ottobre 2013
Pagina: 29
Autore: Ernesto Ferrero
Titolo: «Se lo spot è una beffa a Primo Levi»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 11/10/2013, a pag. 29, l'articolo di Ernesto Ferrero dal titolo "Se lo spot è una beffa a Primo Levi".


Primo Levi

Non è la prima volta che le parole di Primo Levi vengono utilizzate a sproposito e, di conseguenza, banalizzate. Basta ricordare lo slogan "Se non ora, quando" utilizzato dalle donne per scendere in piazza a protestare.
Per scrivere alla ditta Vaillant e protestare per l'utilizzo fuori luogo e disgustoso delle parole di Primo Levi, cliccare sul link sottostante
http://www.vaillant.it/Service/Contact/

«Voi che vivete sicuri / Nelle vostre tiepide case...» Nella poesia posta in epigrafe a Se questo è un uomo, Primo Levi rivolge al lettore, protetto dal caldo involucro domestico, un duro monito, invitandolo a considerare l'atroce destino di chi lavora nel fango, non conosce pace, lotta per mezzo pane, muore per un si o per un no... Adesso su Rai Due una voce pubblicitaria si rivolge a noi che viviamo tranquilli nelle nostre case per invitarci a non dimenticare la caldaia. E allora che cosa di meglio di una Vaillant, «qualità tedesca», dunque una garanzia? Primo Levi, che l'efficienza della tecnologia tedesca ad Auschwitz l'aveva sperimentata di persona, si è chiesto per tutta la sua vita di reduce chi fossero i tedeschi, quelli del Lager e quelli di fuori, i complici silenziosi della zona grigia, e come funzionasse la loro testa. Malgrado l'impegno profuso non era riuscito a trovare risposte soddisfacenti. Questo improvvido annuncio pubblicitario, ennesimo segno dei tempi, gli sarebbe suonato come una di quelle beffarde irrisioni di cui i suoi aguzzini erano maestri. E poi, proprio una caldaia?

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