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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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fondazionecdf.it Rassegna Stampa
05.09.2013 Campo Ashraf: il massacro di cui non si parla
commento di Davide Meinero

Testata: fondazionecdf.it
Data: 05 settembre 2013
Pagina: 1
Autore: Davide Meinero
Titolo: «Campo Ashraf: il massacro di cui non si parla»

Riportiamo da FONDAZIONECDF.IT l'articolo di Davide Meinero dal titolo " Campo Ashraf: il massacro di cui non si parla ".

Mentre i media parlano ossessivamente dell’imminente attacco contro la Siria di Assad, il premier iracheno Nouri al Maliki, su richiesta degli ayatollah di Teheran, ha ordinato un attacco contro Campo Ashraf per eliminare gli ultimi oppositori, che combattono da oltre 30 anni contro la teocrazia e la tirannia.

Si tratta del terzo attacco dal 2009, da quando gli USA hanno affidato alle forze irachene il controllo e la gestione del campo. Fino a pochi anni fa Campo Ashraf ospitava circa 3000 oppositori del regime iraniano, per lo più sostenitori dei Mojaheddin del Popolo; nell’ultimo anno il numero è sceso a 100, dopo la decisione del governo iracheno di trasferirli tutti a Camp Liberty, un’ex campo militare americano, aperto nel 2003 dopo l’invasione americana.

Lo scorso sabato, 1° settembre, in piena notte l’esercito iracheno ha fatto irruzione a campo Ashraf liquidando oltre 50 persone con un colpo di pistola alla testa e rapendo alcune donne. Secondo fonti locali all’attacco hanno partecipato anche elementi della forza al-Quds, unità speciale delle Guardie della Rivoluzione iraniane.

Ora che rischia di perdere il sostegno dell’alleato Assad, il regime iraniano sta accelerando l’eliminazione di ogni possibile oppositore politico, nel fragoroso – e vergognoso – silenzio dei media internazionali.

L’illusione del “presidente riformista” messo in mostra di fronte all’Occidente si ripete. Proprio come ai tempi di Khatami, Teheran presenta al mondo una figura spendibile a livello internazionale, Rohani, per distogliere l’attenzione dai propri propositi terroristici. Ma dietro alla vetrina il regime continua ad assassinare gli oppositori, e continua anche il programma di arricchimento dell’uranio, in barba agli ispettori dell’ONU.

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