Sul GIORNALE di oggi, 15/09/2011, a pag.12, con il titolo "Così Erdogan s'inventa la sua primavera araba" Fiamma Nirenstein commenta il viaggio di Erdogan in Egitto.
Segue la risoluzione della Commissione Esteri della Camera dei Deputati, sempre a cura di Fiamma Nirenstein, che della Commissione è vice-presidente.

Fiamma Nirenstein
Il migliore amico che ha Israele in questo momento è Hamas: il gruppo terrorista è contro la dichiarazione unilaterale di uno Stato Palestinese all' Onu. Dice chiaramente che è una perdita di tempo, dato che lo scopo autentico è la distruzione dello Stato d'Israele. Dunque, meglio investire in terroristi e missili. Abu Mazen possiamo invece definirlo un nemico esitante: gli americani (in particolare Obama) sono contrari alla dichiarazione unilaterale palestinese, gli europei tentano di evitare un gesto che rifiuta la trattativa, indispensabile premessa di pace. Abu Mazen la sta facendo grossa, si sa che è confuso, ma per ora procede. Abbiamo dunque un miglior amico, un nemico trepidante, e anche un peggior nemico: è Tayyip Erdogan, il primo ministro turco che vuole farsi la sua propria primavera araba, a sua immagine e somiglianza, col tour in Egitto, Tunisia, Libia. Vuole essere il mentore del nuovo mondo islamico. I Fratelli Musulmani sono scontenti che le folle egiziane applaudano l'epigono dell'Impero Ottomano che ha dominato il mondo arabo per secoli. Ma Erdogan che è astuto sa che più dei contrasti storici conta la religione del nostro tempo: l'odio contro Israele. Erdogan ne ha fatto la sua bandiera. Dice che lo Stato palestinese, senza trattativa, senza contropartita, quello dell' Onu, è «un obbligo, non un'opzione». L'appuntamento all'Onu del 20 settembre è dunque un invito a unirsi tutti per «punire Israele». Altro che pace. Ma le primavere arabe non erano sorte contro quei dittatori che avevano fatto dell'odio per Israele l'alibi per seguitare ad affamarli? È questa la primavera di Erdogan?
M.O., Nirenstein: presentata risoluzione in Commissione Esteri per ritorno alle trattative, contro unilateralismo
ra dei Deputati

Camera dei Deputati
Di rientro dalla missione negli Stati Uniti dell'ICJP - International Council of Jewish Parliamentarians, organizzazione che riunisce oltre 300 parlamentari ebrei da tutto il mondo - l’On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vice presidente della Commissione Esteri, ha presentato oggi in Commissione Esteri una risoluzione per ritorno di Israeliani e Palestinesi al tavolo dei negoziati, contro l’unilateralismo. Nel testo è evidenziato come la dichiarazione unilaterale dello Stato di palestinese, che dovrebbe essere discussa dall’Assemblea generale dell’ONU nei prossimi giorni, metterebbe a repentaglio tutti gli sforzi internazionali per la pace, violando gli accordi già esistenti tra israeliani e palestinesi e costituirebbe un affronto all’integrità delle Nazioni Unite, in quanto garanti, insieme al Quartetto, degli Accordi di Oslo, che sanciscono come “Nessuna parte può prendere iniziative che cambino lo status della Cisgiordania e della Striscia di Gaza in attesa del risultato dei Negoziati Permanenti” (articolo 31). La risoluzione, che verrà discussa a breve in Commissione Esteri, impegna il governo italiano "a porre in essere ogni iniziativa diplomatica utile e necessaria per un immediato ritorno di Israeliani e Palestinesi al tavolo dei negoziati, basato sul principio del reciproco riconoscimento tra i popoli e sul rispetto degli accordi passati" e "a contribuire a far sì che l'Unione europea si presenti con una posizione comune" a questo importante appuntamento. "E' necessario", ha poi affermato Nirenstein intervenendo oggi nel corso dell'audizione del Ministro Frattini alle Commissioni Esteri congiunte "salvare il processo di pace e per farlo bisogna preservare il dialogo. Se ciò non accadrà, si rischia di rovinare anche lo spirito della primavera araba di cui tanto apprezziamo le aspirazioni di libertà'''.
Roma, 14 settembre 2011
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