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Rassegna Stampa
19.12.2010 Una vecchia abitudine: boicottare gli ebrei
Il 'caso' Stephen Spielberg

Testata:
Autore: La Redazione del Giornale
Titolo: «Boicottate Spielberg, amico di Israele»

Sul GIORNALE di oggi, 19/12/2010, a pag.12, con il titolo "Boicottate Spielberg, amico di Israele " una breve, non precisamente fresca, ma rivelata nei rapporti Wikileaks, che si presta ad alcune considerazioni.
Il mondo arabo/muslmano, anche quello moderato, ha sempre boicottato qualunque cosa avesse una origine ebraica, non solo israeliana. E il cinema, con i suoi prodotti molto visibili, è sempre stato sotto osservazione.
Quando Elizabeth Taylor, molti decenni fa, sposò Mike Todd, americano e in più ebreo, si convertì alla fede del marito. Da quel momento tutti i suoi film furono banditi nei cinema dei paesi musulmani, moderati compresi. Non stupisce quindi la sorte toccata a Stephen Spielberg, la cui donazione servì poi soltanto per fondare, presso l'Università ebraica di Gerusalemme, quelli che sarebbero diventati gli "Archivi Spielberg", un patrimonio per l'intera cultura cinematografica mondiale. Ma, si sa, questo conta nulla per una ideologia fanatica che vive di odio.
Ecco il pezzo:


Stephen Spielberg

Washington Il regista americano Steven Spielberg, nel 2007, venne messo in una lista nera da 14 Pae­si arabi, pronti a boicottare i suoi film per protestare contro la sua donazione di un milione di dolla­ri a Israele, avvenuta durante la guerra del Libano l’anno prima, nel 2006.
È quanto emerge da un cablo­gramma rubato da Wikileaks, re­datto dall’ambasciata americana di Damasco, in Siria, e pubblicato dal quotidiano britannico
Guar­dian .
Nel corso di un vertice della Le­ga Araba dell’aprile 2007, i diplo­matici di 14 Stati arabi, tra cui l’Irak, il Libano, il Kuwait, il Qa­tar, l’Arabia Saudita, la Tunisia e gli Emirati Arabi, votarono a favo­re della messa al bando dei film del celebre regista.
Marvin Levy, portavoce di Spiel­berg,
tuttavia minimizza: «Non commentiamo il contenuto dei “cable”. Possiamo però dire che in tutti questi anni i nostri film e i nostri Dvd sono stati venduti e di­stribuiti senza alcun problema a livello globale in tutto il mondo». Nella stessa riunione, rivela il documento, anche il gigante del­la cosmetica, Estee Lauder venne inserita nella lista nera, mentre la Merrill Lynch fu messa «sotto os­servazione ».

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