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Giorgio Israel
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L'appello di JCall a disertare la maratona è illogico 06/10/2010

C’è qualcosa di illogico nell’appello dei fautori di Jcall a non partecipare alla manifestazione di domani 7 ottobre “Per la verità, per Israele”. Si dice che le parole d’ordine della manifestazione sono «più che condivisibili» (Jesurum). Il problema sarebbe che nell’appello si tace delle responsabilità che il governo Netanyahu avrebbe nell’impasse dei negoziati con Abu Mazen, e che «il raduno è un intervento a favore della coalizione di centro-destra al governo» in Israele. Quest’ultima parte è un falso totale: l’appello non si occupa delle responsabilità di nessuno, né di quelle del governo Netanyahu né di quelle della parte palestinese. Semplicemente non è un intervento sulla questione del processo di pace, bensì contro la demonizzazione di Israele che sta dilagando in tutto il mondo, con il suo corteo di antisemitismo crescente. Perciò non soltanto si potrebbe replicare che, se si dovesse parlare delle responsabilità del governo Netanyahu, sarebbe corretto anche denunciare quelle dell’altra parte. Ma soprattutto che questo controappello è basato su un falso: far credere che il “raduno” sia in sostegno del governo israeliano di destra, mentre non esiste una sola parola che lasci credere questo. Non a caso ciò ha consentito un’adesione “bipartisan”,

Al falso si somma il non capire (o far finta di non capire?) che la delegittimazione di Israele ha corso da anni, quale che sia il governo al potere in Israele. Forse non aveva corso la stessa identica delegittimazione quando era al potere Kadima e Olmert concedeva praticamente quasi tutto, inclusa Gerusalemme capitale ai palestinesi e la trattativa si arenava sulla solita inconcepibile pretesa di voler far tornare milioni di palestinesi nelle “loro case”? Come si fa a non capire che il vero tema della manifestazione è proprio il fatto che Israele è considerato il “cane randagio” del mondo (parole di Ahmaninejad) qualunque cosa faccia?

Non capire che questa è la posta in gioco non è degno di intellettuali che dovrebbero conoscere le regole elementari della logica e del ragionamento. Per questo, l’intervento volto a dissuadere la gente (in particolare quella di sinistra) a partecipare al “raduno” è un’iniziativa molto brutta, spiacevole, diciamo pure indegna.

Meglio sarebbe stato partecipare, visto che le parole d’ordine erano «più che condivisibili». Poi, in altra sede, sulla valutazione della politica del governo di Israele ci si poteva dividere.


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