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Il Manifesto Rassegna Stampa
30.07.2010 Gino Strada rivela qual'è la funzione del suo ospedale
Non che fosse un segreto, ma adesso lo dichiara lui

Testata: Il Manifesto
Data: 30 luglio 2010
Pagina: 8
Autore: Giorgio Salvetti
Titolo: «Gli Usa contro Emergency 'Noi testimoni scomodi'»

Emergency fra i documenti rivelati dal sito Wikileaks, il suo ruolo politico riemerso, qualche guaio di immagine, con gli Usa che l'hanno definita 'insopportabile', non certo per una valutazione di carattere psicologico. Adesso arrivano gli attestati di stima e gli elogi da parte Afghano-pakistana, e c'era da aspettarselo. Fra tutti i quotidiani , scegliamo il MANIFESTO, in modo da essere insospettabili come fonte. Del pezzo abbiamo letto soltanto le prime due righe, per sapere quello che ci interessava. Se Strada ha fondato un ospedale, che ha come obiettivo la cura dei pazienti, allora come mai al suo interno erano stati arrestati sospetti terroristi ed erano state trovate armi ? Adesso Strada dice che "tutto è a posto" ? Ma allora, se il suo ospedale è solo quello che dice lui, perchè dichiara (prime due righe)
"
Diciamo quello che vediamo e per questo siamo un testimone scomodo "
Non ci pare il compito di un ospedale. E visto che lo dichiara lui, finalmente apprendiamo qual'è l'attività della sua organizzazione.
Ecco il pezzo, uscito oggi, 30/07/2010, a pag. 8, a firma di Giorgio Salvetti, dal titolo " Gli Usa contro Emergency 'Noi testimoni scomodi ' "


Gino Strada

E'ufficiale. «Diciamo quello che vediamo e per questo siamo un testimone scomodo». Emergency questa verità l'ha sempre sostenuta. La differenza è che adesso non è più l'opinione per quanto autorevole di Gino Strada e dei suoi collaboratori, ma è scritta nero sui bianco nei documenti ufficiali pubblicati da Wikileaks. Leggendo i 90 mila file si viene a sapere che Emergency era definita ong «insopportabile» dagli Stati uniti e che John Negroponte ha fatto pressioni sul nostro governo per limitarne e controllarne l'attività. Emergency non ne è sorpresa e guarda avanti. Ieri ha festeggiato la riapertura dell'ospedale di Lashkar Gah chiuso ad aprile dopo lo strano ritrovamento di armi nella struttura e l'arresto da parte delle forze di sicurezza afghane di tre medici italiani e sei afghani. Dopo nove giorni sono stati rilasciati, e in seguito le autorità afghane hanno messo per iscritto che erano del tutto innocenti. Ma l'ospedale per 100 giorni è rimasto inattivo. Bastava un episodio come quello per pensare male. E in questo caso senza fare peccato, visto quanto è emerso dai documenti ufficiali. Il vero peccato piuttosto è che la chiusura del centro di Emergency per via di quello strano blitz ancora tutto da chiarire ha lasciato senza assistenza i bambini colpiti dalla guerra nell'Helmand, una delle zone più calde dell'Afghanistan. Nell'ospedale c'erano 70 letti, il 40% dei pazienti aveva meno di 14 anni,molti avevano meno di 5 anni. «Non ci piace pensare al complotto ma se ci fosse un nesso tra quello che emerge dai documenti e quanto avvenuto ad aprile sarebbe un fatto gravissimo – è il commento cauto ma netto di Cecilia Strada – questa era e rimane una delle chiavi di lettura possibili. Il guaio è che non se ne vedono altre. Sappiamo di essere sotto osservazione come tutte le ong, noi forse un po' di più perché abbiamo sempre denunciato ciò che vedevamo, anche le vittime degli americani e dei loro alleati. Ciò che viene svelato da quei documenti noi lo denunciamo da 15 anni». Gino Strada in collegamento dall'Afghanistan non fa sconti: «Questa fuga di notizie, perché ormai anche le notizie come ostaggi devono scappare, non fa altro che darci ragione quando dicevamo che stavano cercando di eliminare un testimone scomodo. Ho parlato con l'ambasciatore inglese, gli ho chiesto cosa avrebbe fatto il suo governo se quello che è successo a noi fosse capitato ad una ong inglese, non credo avrebbe avuto l'atteggiamento servile del nostro governo». «Il passato è passato - chiude Strada - questa è una bella giornata». L'ospedale ha riaperto grazie a una serie di incontri difficili e grazie alla mobilitazione degli afghani. Il governatore di Helmand ha provato amettere sotto tutela delle forze di sicuerezza l'ospedale come condizione della sua riapertura, ma poi ha dovuto lasciare che fosse nuovamente operativo senza condizioni. Sarà autonomo e aperto a tutti. 12 mila afghani, la maggior parte analfabeti, hanno firmato per chiedere che l’ospedale fosse riaperto. «In Italia 400 mila hanno firmato via internet, loro invece facevano chilometri e firmavano con le impronte digitali», raccontano Marco Garatti e Matteo Dell'Aira, i due medici arrestati ad aprile che presto torneranno a Lashkar Gah. Garatti ha inoltre espresso disappunto perché in uno dei documenti su Wikileaks si legge che alcuni funzionari afghani accusavano Emergency di non occuparsi di maternità, quando invece l’ong se ne occupa dal 2003. Strada taglia corto. «Questi sono farabutti, non è il caso di prendersela, semmai il punto è che qualcuno gli dà retta». Cecilia Strada preferisce sottolineare un altro aspetto che si apprende dai documenti: «Si parla di soldati anche italiani feriti da mine di fabbricazione italiana riusate. Si tratta di una grottesca ironia della sorte. La guerra è un boomerang ti si ritorce sempre contro, è stupida». Insopportabile

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