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Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele 06/04/2025

Jordan Peterson intervista Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele
Video con sottotitoli italiani a cura di Giorgio Pavoncello

Jordan B. Peterson intervista il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu sulla storia di Israele e sul diritto degli ebrei alla loro terra ancestrale, la Terra d'Israele, situata tra il fiume Giordano e il Mar Mediterraneo. Questa è la risposta alla narrazione falsa araba e alla loro assurda rivendicazione della terra di Israele, la patria del popolo ebraico da tempo immemorabile. La risposta a qualsiasi rivendicazione araba su una terra che chiamano "Palestina". La terra di Israele, che hanno invaso, non è mai stata terra araba e non sarà mai loro.



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La Repubblica Rassegna Stampa
12.07.2010 La 'giustizia' iraniana: una donna accusata di adulterio rischia la lapidazione
Cronaca di Vincenzo Nigro

Testata: La Repubblica
Data: 12 luglio 2010
Pagina: 18
Autore: Vincenzo Nigro
Titolo: «'È adultera, lapidatela'. Il mondo si mobilita l´Iran rinvia la condanna»

Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 12/07/2010, a pag. 18, l'articolo di Vincenzo Nigro dal titolo " 'È adultera, lapidatela'. Il mondo si mobilita l´Iran rinvia la condanna  ".


Sakineh Mohammadi Ashtiani

UNA donna, ancora una volta una donna, riesce a mettere drammaticamente a nudo le paurose contraddizioni del regime iraniano. Lei si chiama Sakineh Mohammadi Ashtiani, è una madre di 42 anni, in carcere perché accusata di adulterio. Un tribunale islamico l´ha condannata nel 2006 alla pena di morte. Nel 2007 la Corte suprema iraniana ha confermato la condanna alla lapidazione, il supplizio previsto per le adultere. Un tipo di pena che in passato è già stato applicato molte volte ma che nel caso di Sakineh ha scatenato una mobilitazione internazionale senza precedenti. Vacillano le certezze della parte più militante del regime iraniano, mentre l´ala più moderna dell´apparato e della politica a Teheran si impegnano nelle proteste.
Il caso giudiziario è del tutto incerto: Sakineh fu condannata sulla base di una confessione che il suo avvocato Mohammad Mostafei denuncia essere stata estorta dopo una punizione di 99 frustate. È stata accusata di aver avuto rapporti con due uomini fuori dal matrimonio, ma suo marito era morto, e non è mai stato chiarito il tipo di rapporto avuto dalla donna. All´interno delle istituzioni iraniane si è aperto un dibattito sotterraneo, ma profondo sulla legittimità della condanna e sulla vergogna che ricadrà su tutta la Repubblica islamica se ancora una volta una donna verrà lapidata. Un confronto che dal 2007 di fatto ha bloccato l´esecuzione.
La pena di morte comminata con lapidazione è praticamente una tortura: la vittima deve essere sotterrata in modo da lasciar spuntare dal terreno solo la testa. Le pietre che le possono essere lanciate contro devono essere appuntite e taglienti, ma non talmente grandi da poterle infliggere immediatamente la morte. Gli ultimi a praticare con entusiasmo militante una simile barbarie erano i Taliban nei mesi in cui regnavano a Kabul.
Il responsabile dell´ufficio dei Diritti umani a Teheran, Mohammad Javad Larijiani, ha annunciato che condanne di questo tipo «verranno attentamente riviste e probabilmente cambiate». Larijiani è il fratello di Alì Larijiani, il conservatore presidente del Parlamento di Teheran, che però è su posizioni duramente critiche del presidente Ahmadinejad. I due fratelli Larijiani stanno seguendo come tutti in Iran in questi giorni il diluvio di proteste che cresce contro la lapidazione di Sakineh. Sul sito freesakineh. org migliaia di firme si aggiungono di ora in ora a quelle di chi ha lanciato l´appello. Ma questa volta assieme a leader politici e intellettuali si sono schierati cantanti, giornalisti, premi Nobel, attori ed esponenti di quel mondo dei media e della cultura internazionali capaci di mobilitare le opinioni pubbliche molto più del Dipartimento di Stato o del Quai d´Orsay francese (che pure hanno protestato). Non è il mondo della politica contro il progetto nucleare iraniano, è un mondo di uomini e donne che implora la salvezza di una madre.

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