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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Rassegna Stampa
08.07.2010 Nuova Flotta anti-Israele pronta a salpare dall'Italia
L'articolo di Fausto Biloslavo

Testata:
Autore: Fausto Biloslavo
Titolo: «Nuova Flotta anti-Israele pronta a salpare dall'Italia»

Dovrebbe partire dall'Italia una nuova nave di pacifinti anti-Israele. Lo racconta sul GIORNALE di oggi, 08/07/2010, a pag.12, Fausto Biloslavo, in un articolo dal titolo " Nuova Flotta anti-Israele pronta a salpare dall'Italia ". I legami degli degli organizzatori con il terrorismo sono noti, come mai non scatta nessuna denuncia ?
Ecco il pezzo:


Partiranno ?

I «pacifisti» a senso unico ci riprovano a mettere in piedi una nuova flottiglia per sbarcare a Gaza. Gli amici italiani di Ha­mas sono in prima linea. Si in­contrano con i diplomatici tur­chi dell'ambasciata a Roma e an­nunciano che sono già pronte sei navi delle 20 previste. L'istitu­to israeliano per l'antiterrori­smo di Herzilya denuncia che si tratta di «una nuova flottiglia del­la guerra santa» pronta a salpare in settembre e punta il dito con­tro gli organizzatori italiani.

Il 7 giugno l'ambasciata della Repubblica turca a Roma apre le porte ad una variegata delegazio­ne. Ne fanno parte Mohammad Hannoun, dell'Associazione pa­lestinesi in Italia, Izzeddin el-Zir, presidente dell'Unione del­le comunità islamiche in Italia, e rappresentanti di centri musul­mani vari. All'incontro ci sono anche Angela Lano e Manolo Luppichini, giornalisti militanti fermati dagli israeliani a bordo della flottiglia che il 31 maggio aveva cercato di rompere l'em­bargo attorno a Gaza. L'interven­to dei corpi speciali israeliani e la violenta reazione di militanti turchi mascherati da umanitari provocò nove morti.

Adesso ci riprovano, dopo aver incontrato Semih Lütfü Tur­gut, consigliere turco che viene presentato come facente funzio­ne dell'ambasciatore. Secondo il resoconto del sito Infopal, filo palestinese, il diplomatico di Ankara avrebbe dichiarato agli ospiti che «togliere l'assedio (a Gaza, nda ) è l'obiettivo principa­le della Freedom Flotilla. Un al­tro obiettivo era quello di rivela­re il vero volto di Israele, che è venuto fuori durante e dopo l'at­tacco alla flotta umanitaria».

Hanno un, palestinese con cit­tadinanza italiana, ha ringrazia­to il governo turco per il soste­gno e annunciato «l'allestimen­to della Freedom Flottilla 2, che si comporrà di circa 20 navi e 5000 passeggeri». Secondo lui «sono già pronte sei navi e si par­­tirà a settembre ». Hannoun è pu­re fondatore dell' Associazione Benefica di Solidarietà con il po­polo palestinese (Abspp) che ha sede a Genova. Sul sito della onlus si raccolgono fondi per la nuova flotta, da depositare pres­so la Banca popolare etica. Il 5 luglio i filo palestinesi hanno ac­quistato la loro barca per Gaza, ma «ora ci tocca pagare la prima rata del 15% e tra due settimane il resto», scrivono in rete.

Jonathan Fighel, ricercatore dell'Istituto internazionale per l'antiterrorismo di Herzilya, punta il dito contro «la nuova flottiglia della guerra santa». L'onlus di Genova è affiliata al cartello internazionale «Unione del bene», guidato dal leader del­l­a Fratellanza musulmana Yous­sef Qaradawi. Secondo Fighel i fondi raccolti in beneficenza sono finiti come «compenso sociale» alle fami­glie dei terroristi palestinesi. Po­co tempo fa la procura di Geno­va aveva archiviato un'inchiesta nei confronti di Hannoun per as­soc­iazione con finalità di terrori­smo.

Lo stesso italo-palestinese aveva però ammesso: «Fra i no­stri assistiti ci sono pure figli di kamikaze, ma questo non è cer­to un reato». Gli israeliani, invece, hanno se­questrato «lettere, appunti, rice­vute bancarie e altro materiale che provano come l'onlus di Ge­nova Abspp abbia garantito do­nazioni e appoggio finanziario» a organizzazioni caritatevoli, al bando in Israele, che servono da copertura per Hamas. Fighel de­nuncia che i soldi giunti anche dall'Italia «venivano poi distri­buiti in quote mensili alle fami­glie degli attentatori suicidi, a quelle dei prigionieri di Hamas (nelle carceri israeliane, nda ) e dei terroristi».

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