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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
01.04.2010 Come l'islam sta invadendo l'Europa senza sparare un colpo
Analisi di Alexandre Del Valle

Testata:
Autore: Alexandre Del Valle
Titolo: «Mappa dell´islam europeo»

Riportiamo da LIBERAL del 27/03/2010, l'articolo di Alexandre Del Valle dal titolo " Mappa dell´islam europeo ".


Alexandre Del Valle, autore di " Verdi, Rossi, Neri " uscito da Lindau editore

Sconosciute prima degli anni Novanta, le rivendicazioni islamiche riguardo il velo, il burqa, i minareti e contro l´islamofobia (Jihad by court), sono sempre più esigenti. Ma questo fenomeno non è del tutto spontaneo: piuttosto è il frutto di una strategia concepita dai «grandi poli mondiali dell´islam radicale» presenti in Europa. Che in meno di vent´anni sono riusciti a farsi riconoscere come i "rappresentanti" dell´islam europeo, soppiantando i leader musulmani moderati. Il loro fine è palese: per impedire l´integrazione dei musulmani europei, hanno rafforzato il sentimento persecutorio nei confronti dei musulmani e promosso un "ghetto volontario", cioè una coscienza d´appartenenza islamica europea separata. Per ottenere nuove concessioni, non hanno mostrato subito il loro volto intollerante, antisemita, cristianofobo e ostile all´integrazione, ma hanno strumentalizzato il malessere sociale degli immigrati e i valori tolleranti degli europei, "islamofobi" colpevolizzati. Infine, hanno intimidito e fatto tacere i musulmani moderati. Questi poli radicali dell´Islam sono: primo, il polo saudowahhabita: l´Arabia Saudita (e le istituzioni islamiche ad esso collegate) patrocina e finanza: l´Organizzazione della Conferenza Islamica (Oic). I suoi centri europei per il proselitismo di stato wahhabita sono: l´Assemblea Mondiale della Gioventù musulmana (Wamy), la Lega islamica mondiale (Rabitat) e le organizzazioni collegate come il World Muslim Congress. Secondo: il polo "salafita", fra cui i Fratelli Musulmani (Uoii in Italia), legati ai paesi del Golfo e del Prossimo Oriente. I "Fratelli" controllano le maggiori istituzioni islamiche europee: l´ «Unione internazionale degli Ulema», il «Consiglio europeo della fatwa e della ricerca», con sede a Dublino, l´«Istituto europeo di scienze umane», con sede a Saint-Léger-de-Fougeret (Francia) che forma gli imam europei, la Federazione delle organizzazioni islamiche in Europa (Fioe), con sede a Markfield (Gran Bretagna). Il massimo referente dei Fratelli in Europa è lo sceicco Youssef Qaradawi, importante telepredicatore salafita su la tv araba Al Jazeera, specializzato nelle fatwa per i musulmani d´Europa. In prima fila sia nel condannare per blasfemia lo scandalo delle vignette danesi contro Maometto, sia nel difendere il diritto a indossare il velo. Ha anche giustificato la jihad in Palestina contro i sionisti o in Iraq contro gli Americani. Dalla Svizzera, i suoi discepoli - Tariq e Hani Ramadan -gestiscono il centro islamico di Ginevra, creato dal padre, Said Ramadan, genero del fondatore dei Fratelli, Hassan al Banna. Terzo: il polo "indo-pakistano": composto da gruppi integralisti come i Barelvi, i Tabligh, che hanno fanatizzato terroristi europei come Khaled Kelkal (attentati islamici del 1995-1996 in l´influentissimo Jama´at-i-Islami, equivalente indo-pakistano dei Fratelli musulmani. Questo ramo è presente in Olanda, Belgio e Inghilterra. E grazie a lui molti futuri islamo-terroristi europei sono stati addestrati in Pakistan e Afghanistan, dove i talebani e Al Qaeda li hanno addestrati a preparare gli attentati di Londra e altrove. Quarto: l´Islamismo turco, rappresentato in Europa dallo Stato turco (Diyanet: direzione di culto del ministero dell´Interno turco che gestisce l´islam turco europeo attraverso i consolati). Poi dalle organizzazioni islamiste turche in Europa come il Milli Görüs o le Confraternite fondamentaliste (Nurçu, Naqshband, Suleymanci), presenti in Germania, Alsazia, Austria, Svizzera, Ollanda, Belgio e paesi del Nord. Dagli anni Novanta, quindi, i poli estremisti dell´islamismo sono stati ufficialmente riconosciuti dalle autorità europee come interlocutori legittimi. Hanno preso il controllo del territorio in modo quasi mafioso, cioè alternando l´intimidazione fisica al separatismo, ed etichettando come traditori coloro che non si sottomettono all´ordine islamico parallelo. È cosi che i Fratelli musulmani hanno preso il controllo di: associazioni islamiche, moschee, centri islamici e istituzioni che convogliano il denaro islamico, le reti che certificano il cibo Halal, le macellerie halal, eccetera. Grazie a questo, e non solo all´iniezione di denaro dall´estero (paesi del Golfo), hanno monopolizzato le strutture di rappresentanza dell´Islam in Italia, in Francia in Belgio, in Spagna, in Germania, in Olanda e in Inghilterra, diventando anche economicamente autonome. Al punto che oggi l´80 per cento delle moschee, centri islamici e strutture di macellazione sacrificale delle carne halal è controllato o dalle associazioni vicine ai Fratelli musulmani (Italia, Svizzera, Belgio, Francia), o dalla Lega Islamica Mondiale - leggi Arabia Saudita - (Spagna, Belgio), o dai poli indo- pakistani e turchi integralisti (Inghilterra, Olanda, Svizzera, Paesi nordici, Germania). I poli dell´islamizzazione sopracitati concepiscono l´Europa post- cristiana e relativista come un terreno da conquistare, una "dimora della predicazione" (Dar al-Dawaà) o della "testimonianza" islamica (Shahada). Per capire i loro obbiettivi di conquista, occorre menzionare le parole del docente saudita Ali Kettani, autore dell´opuscolo di presentazione del programma della Fondazione islamica per la Scienza, la tecnologia e lo sviluppo, intitolato Oggi l´Islam: «Il successo di una minoranza musulmana in un paese non-musulmano si misura, in un tempo più o meno lontano, nel riuscire a diventare un giorno o l´altro una maggioranza. Questo fenomeno non si deve svolgere con la forza, ma attraverso un pro-cesso di assimilazione tra la minoranza islamica e la maggioranza non-islamica, che deve accettare più o meno lentamente, la moralità e la religione islamica e a medio termine identificarsi con l´Islam». Diffusa in tutta l´Europa a destinazione degli immigrati musulmani e dei convertiti, questo opuscolo fa parte di un insieme di tanti volumi (con il best-seller di Qardawi Il lecito e l´illecito che spiega come picchiare la donna, ammazzare l´apostata e dominare gli infedeli) e saggi diffusi nei centri islamici per preparare le menti islamiche a non integrarsi ai valori occidentali e obbligare così i non-musulmani a adattarsi all´Islam, in nome del "diritto alla differenza". Globalmente, anche se sono rivali nel controllare l´islam europeo, i grandi poli dell´islamizzazione dell´Europa hanno stabilito rivendicazioni ed esigenze da fare in Europa: - diritto ad indossare il velo islamico nei luoghi pubblici e anche sulle le foto delle carte d´identità; - rifiuto delle classi miste nelle scuole e di certi corsi di biologia, di sport o di letteratura "offensivi per l´islam"; - attuazione di corsi di corano nelle scuole pubbliche e/o scuole private islamiche; - riconoscimento della legge islamica in materia di stato civile (matrimonio islamico, ripudio, poligamia, cimiteri musulmani separati); - finanziamento o appoggio o appoggio pubblico alla costruzione di moschee e centri musulmani; - cibo halal nelle mense, aerei, ecc. Piscine e spiagge separate per le donne; - riconoscimento dell´Islam come seconda religione ufficiale; - capellani islamici nelle carceri e nelle istituzioni educative; - partiti politici islamici per rispecchiare gli interessi della "comunità musulmana". - penalizzazione della "blasfemia" contro l´islam o il profeta Maometto e dell´islamofobia. Per testare le reazioni delle società "infedeli", a partire dagli anni Novanta i poli islamici hanno lanciato una serie di sfide (o prove di forza) attraverso una serie di scandali politicomediatici: dai Versetti satanici di Salman Rushdie alle proteste contro la proibizione del velo islamico in Francia o contro il discorso "islamofobo" di Ratisbona di Papa Raztinger; dalla crisi delle vignette contro Maometto, alle proteste per il referendum svizzero contro i minareti. Lo scopo di questi scandali è di costringere la autorità infedeli colpevolizzate a cedere alle esigenze islamiche radicali, per calmare la rabbia dei musulmani. Già, in Francia e in Italia, in Gran Bretagna o in Belgio, gli islamici esigono di boicottare per i giovani le lezioni scolastiche considerate "empie" (ginnastica, biologia, catechismo) o di respingere lo studio di alcuni autori "blasfemi": Voltaire, Mozart, Victor Hugo, Salman Rushdie, Taslima Nasreen e anche Dante Alighieri, che nella sua Divina Commedia ha osato collocare Maometto nel settimo girone dell´inferno. A Roma, capitale del cattolicesimo, è stata costruita la moschea più grande d´Europa, finanziata per il 75 percento dall´Arabia Saudita (35 milioni di euro) che mira ufficialmente a diventare «la fonte da cui si irradia il volto tollerante dell´Islam al fine di correggere l´immagine negativa di questa religione», mentre le autorità saudite continuano a negare la libertà religiosa a tutti i non-musulmani in Arabia. Annunciando ex ante la vicenda dei minareti proibiti in Svizzera, che gli islamisti volevano più alti in segno di dominazione, i promotori sauditi della moschea di Roma avevano inizialmente chiesto che il minareto fosse più alto di San Pietro stesso. Oltralpe, la Svizzera, dove un decreto federale 10 anni fa aveva autorizzato le ragazze svizzere ad indossare il velo fotografie dei loro passaporti, è stata comunque accusata di "islamofobia" dalle organizzazioni islamiche, quando la popolazione elvetica ha respinto i minareti (che non sono né necessari alla preghiera né un´obbligo cranico, ma solo un segno di dominazione islamica). In Belgio, Olanda, Germania e altri paesi nordici, la legge prevede un finanziamento dello Stato non solo per la costruzione delle moschee ma anche per stipendiare gli insegnanti di islam nelle scuole pubbliche. Ma queste concessioni - impensabili per i cristiani nei paesi musulmani - non bastano. E adesso gli islamici esigono la penalizzazione dell´islamofobia, forti del sostegno dell´Onu e del Consiglio d´Europa. A Bruxelles, i quartieri di Saint- Josse o Scharbeek, a maggioranza islamica e dove la polizia non osa avventurarsi, le bevande alcoliche sono proibite. Perché la legge islamica progredisce proprio in quei quartieri che riproducono il modus vivendi islamico, a volte anche più integralista che in Turchia,Algeria o Tunisia, da dove provengono molti dei rifugiati. Dal 1998, i musulmani del Belgio sono rappresentati da un Consiglio islamico i cui membri sono legati ai fondamentalisti. Ma queste concessioni non bastano, e dopo aver ottenuto la possibilità di vestire il velo nella società belga (visibile dappertutto), adesso gli islamici esigono la libertà per il burqa e il diritto, per alcune finte organizzazioni "anti-razziste" come la Lega araba europea, di «controllare la polizia » e verificare che non agisca in modo "islamofobo" quando arresta dei delinquenti "musulmani". In Danimarca, la legislazione più liberale d´Europa in materia d´istruzione religiosa, si permette velo, burqa e le scuole islamiche controllate dai wahhabiti. Ma anche questo non basta, e la Danimarca è ormai il paese maggiormente accusato di "islamofobia" (dopo il caso delle vignette, il cui autore ha rischiato di essere ammazzato pochi giorni fa). Nei Paesi Bassi, un decreto della Corte Suprema del 30 maggio 1986 assegna agli Imam (pur essendo apertamente radicali) lo stesso valore giuridico concesso ai sacerdoti cristiani e ai rabbini, consentendo loro di esercitare negli ospedali, nelle carceri e di ottenere sussidi pubblici. La Costituzione prottegge le scuole private islamiche, sovvenzionate dal governo e sempre più numerose. Mentre i corsi di educazione islamica sono previsti anche nelle scuole pubbliche. Dal 1987, il Parlamento ha deciso che non si può distinguere tra la chiamata alla preghiera lanciata dalle moschee e le campane delle chiese. Ma questo non è bastato. E adesso le organizzazioni islamiche esigono nuove leggi eccezionali per introdurre parzialmente la Shari´a e condannare severamente la bestemmia in nome di una vecchia legge (non più applicata) che la considerava un delitto penale. In Inghilterra, la libertà di manovra dei fanatici di Allah è quasi senza limite: i principali oppositori islamici del mondo, tra cui il tunisino salafita Rachid Ghannouchi, vi esprimono il loro odio anti-occidentale, organizzando raccolte di fondi pubblici per i "combattenti musulmani" in Iraq o in Afghanistan. In alcune città "musulmane"come Nottingham e Bradford, la Shari´a è in aperta concorrenza con la legge inglese. Le associazioni islamiche e fanatiche come i Deoband (scuola giuridica dei talebani) sono selezionate per fornire seminari di formazione sull´Islam alla polizia e ai funzionari. Il direttore dell´Istituto musulmano, Kalim Siddiqui, vecchia figura istituzionale dell´Islam britannico, ha sostenuto la sentenza di morte contro Salman Rushdie (1992) e ha fondato sia un Partito islamico inglese sia un "Parlamento musulmano" per istaurare, contro le leggi inglesi "impure", una "disobbedienza civile islamica", ed esigere una patria separata per i musulmani perchè vi possiano applicare la shari´a. Di recente, gli islamici hanno presentato alle elezioni locali delle liste rosso-verdi, come la coalizione antisionista Respect, che unisce i trotskisti del socialist worker´s party e i salatiti filo-talebani. Lo stesso tipo di lista elettorale è stata elaborata in Belgio sotto il nome di Resist, cosi come le liste "europalestinesi" in Francia o il Partito dei Musulmani di Francia dell´antisemita radicale Ennacer Latrèche, che chiama ad un´insurrezione islamica-terzomondista e antisionista contro l´ordine stabilito. In Spagna, per la prima volta, una delle numerosissime organizzazioni irridentiste islamiche andaluse - ispirate dall´ex marxista negazionista Garaudy e dal movimento dei Murabitun - ha creato il Partito del rinascimento e dell´Unione della Spagna, il cui leader Mustafa Barrach, è sostenuto dal Regno del Marocco, (paese amico dell´Europa), che sostiene in Andalusia l´idea irridentista e pericolosissima del "ritorno della Spagna"all´islam. Dappertutto, in Europa, osserviamo il fenomeno seguente: più gli islamici radicali ottengono vantaggi, concessioni, sussidi pubblici e riconoscimenti ufficiali, più si lamentano e accusano gli europei di essere razzisti e islamofobi, esigendo nuove concessioni. È quella che io chiamo "strategia dell´escalation". Straordinari comunicatori, i poli dell´islamizzazione hanno sfruttato e "religiosizzato" i problemi di natura economica degli immigrati che, all´inizio, non avevano niente che a vedere con la religione. Convincendoli che la re-islamizzazione e la richiesta di diritti comunitari speciali fossero l´unica via per combattere l´islamofobia degli europei. Questo ha permesso di reclutare tanti giovani vagamente nati musulmani, non praticanti e sradicati, attizzando il loro senso di ribellione. Affascinati dal "carisma" di un Tariq Ramadan, dei campioni sportivi neomusulmani come Mike Tyson o dei gruppi rap-musulmani, questi giovani sono diventati dei neo-fondamentalisti non in base a un desiderio iniziale di religiosità, ma in funzione insurrezionale e identitaria. E così queste persone, ormai al limite della paranoia, anziché chiedersi cosa offrire alla loro nuova patria (come faceva mio padre, italiano nato in Tunisia ed emigrato in Francia) pensano che la società "infedele" ex-coloniale gli debba dare tutto. Altrimenti va combattuta Accettando questo postulato (in aperta contraddizione con i principi di laicità e d´uguaglianza), le nostre élite hanno commesso l´errore di equiparare il pluralismo democratico e la tolleranza con il differenzialismo islamico intollerante. In nome del "diritto alla differenza", hanno concesso "diritti differenti". Sono caduti nella trappola. L´ingranaggio deve essere fermato ed è necessario promuovere - come sta tentando di fare Sarkozy - un nuovo patriottismo d´integrazione. Perchè la natura non ama il vuoto. O li integriamo, o saranno loro a integrare noi.

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