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Ugo Volli
Cartoline
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Proibito l'ingresso ai cani e agli ebrei - di nuovo 14/03/2010

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

" Proibito l'ingresso ai cani e agli ebrei - di nuovo "

Cari amici, è un sollievo pensare che non solo noi di Eurabia impariamo dagli arabi, non solo la religione ma anche per esempio fatti storici importanti come l'origine palestinese di Gesù e il carattere islamico ab eterno di Gerusalemme.  Pure loro imparano da noi, dagli elementi migliori della nostra cultura. E' infatti senz'altro una più o meno inconsapevole imitazione del nazismo questo cartello che vedete qui a fianco, apparso in diversi negozi di Petra, con la scritta "qui non possono entrare cani e israeliani". (http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Giordania-vietato-lingresso-a-cani-e-israeliani-Cartello-choc-in-alcuni-locali-di-Petra_114256718.html).

C'è scritto israeliani e non ebrei, ma è chiaro che la differenza è di superficie: da quelle parti gli israeliani sono chiamati ebrei ("jahud"), e naturalmente la discriminazione non verrebbe fatta valere per un povero abitante di un villaggio della galilea, già sottoposto ad apartheid, come sappiamo. Del resto, anche una trattoria araba di Haifa, chiamata "Azad", cioè libertà, si è resa nota qualche giorno fa proibendo l'ingresso a un soldato in uniforme (poi hanno spiegato: a tutte le persone in uniforme). (http://www.europaquotidiano.it/dettaglio/117087/il_falafel_negato_al_soldato_roth) Guarda un po' gli arabo-israeliani sono esonerati dal servizio militare e dunque in uniforme girano solo i giovani ebrei israeliani (più i drusi, ma quella è un'altra storia).

Dato che Israele è ufficialmente in pace con la Giordania e a parte qualche incidente come l'ammazzamento occasionale di qualche turista o il tentativo scoperto un paio di mesi fa di far saltare il corteo di macchine che portava in sede l'ambasciatore israeliano, tutto va bene fra i due paesi, sicché non mancano i gitanti israeliani a Petra (che, a proposito di libertà religiosa, sono perquisiti all'ingresso in Giordania per vedere se hanno libri di preghiere, filatteri o altri demoniaci strumenti religiosi giudaici), il cartello sui negozi di Petra aveva un senso e un obiettivo precisi.

Che volete, la Giordania non è solo un paese arabo, ma è Palestina (fu inventata dagli inglesi nel 1920 ritagliando i tre quarti occidentali del loro mandato, in modo da avere una base coloniale contro i sionisti, ed è abitata in grande maggioranza da palestinesi, insomma è già da decenni quello stato palestinese di cui i palestinesi dicono di mancare). Dunque i cartelli esprimono gli ottimi sentimenti e l'attitudine alla pace dei palestinesi. Come non comprenderli? Non c'è niente come aver tentato di ammazzare qualcuno che possa renderci antipatica la mancata vittima.

La cosa interessante che voglio raccontarvi è la reazione italiana, perché in fondo noi di questo ci occupiamo. La faccenda di Petra è apparsa su un gruppo di facebook che si chiama informazione libera. E' il solito ambiente rosso-verde, con Capanna che discetta sugli Ogm, qualcuno che racconta gli scandali della protezione civile, altri che se la prendono con la Russia, non perché arma l'Iran, ma perché fornisce reattori nucleari all'India. Non è una pagina tutte dedicata all'antisemitismo fra il serio e lo scherzoso (?!) come quella intelligentemente intitolata "lo spaventaebrei" (http://www.facebook.com/home.php#!/pages/Spaventaebrei/351246247874?ref=search&sid=699093775.4118480939..1) che sarebbe una sorta di pupazzo con la faccia di Hitler, i cui usi sono facilmente discutibili. No, informazione libera è più seria e ambiziosa, autenticamente e moralmente euraraba.  La storia di Petra appare qui: http://www.facebook.com/note.php?note_id=361461219153&id=71253357381&ref=nf .


Be' la notizia ha attirato 106 commenti finora (che sono tanti per un gruppo di facebook), in grande maggioranza favorevoli. Ne cito alcuni, per farvi capire quanto nobilmente eurarabi siano i navigatori in Internet italiani. Una certa Marisa Seren scrive: "Chi semina vento raccoglie tempesta" Una Daniela scrive "Questo cartello è lì da più di un anno. L'ho visto già a gennaio 2009, dopo l'ultima aggressione (mai perdonata) israeliana a Gaza." Un certo Simone: "è giustissimo!! non c'è scritto ebrei ma israeliani xciò va più che bene!!!" Alcuni però hanno espresso qualche riserva, a favore dei cani: Un tale che si firma Antonio Ricci (l'autore televisivo?) commenta: "Sgomento fra i cani". Daniele: "mi spiace per i cani,gli Israeliani da sempre si comportano anche peggio nei confronti dei Palestinesi,non possono aspettarsi sempre di poter fare quello che vogliono!!" Simone, più articolato: "Cartello non condivisibile ma comprensibile. Se entra un cane è possibile che faccia casino e/o sporchi il locale, se entra un israeliano è possibile che tiri giù il locale con un caterpillar perché il proprietario è parente di qualche "terrorista" o incenerisca gli avventori con bombe al fosforo perché secondo la sua mappa sono in territorio israeliano..." Barbara: "Non è giusto! non tutti i cani attaccano i palestinesi!"

Vi risparmio il resto dei commenti, avete capito il clima. Aggiungo solo che 68 fra i lettori hanno cliccato il bottone "mi piace" sotto la notizia (in Facebook non c'è il bottone opposto). Mi sembra tutto chiaro. Eurabia è in marcia. Non occorre andare a Petra per appoggiarla. Si può fare anche da qui, comodamente seduti al proprio computer. Dai e dai, vedremo i cartelli che proibiscono l'ingresso agli ebrei di nuovo anche in Italia. Ma non saranno ignobilmente nazisti, no: saranno nobilmente comunisti, cattolici di base, italiani dei valori. E anche il medio oriente allora vivrà in pace, perché l'entità sionista sarà stata cancellata. Così il mondo sarà migliore e per gli amici degli animali sarà concesso anche ai cani di entrare nei locali. Purché non si tratti di cani ebrei, naturalmente.

Ugo Volli


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