giovedi` 11 settembre 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



Clicca qui






Rassegna Stampa
22.01.2010 Hamas pronto a riconoscere Israele?
Difficile prendere sul serio la notizia

Testata:
Autore: Ilaria De Bonis
Titolo: «Hamas apre a Israele? Potrebbe essere un bluff»

Riportiamo dal RIFORMISTA di oggi, 22/01/2010, a pag. 13, l'articolo di Ilaria De Bonis dal titolo " Hamas apre a Israele? Potrebbe essere un bluff ".


Aziz Dwaik, leader di Hamas

«Se fosse vera sarebbe certamente una gran notizia e la accoglieremmo con favore dal momento che il governo palestinese vuole negoziare su basi egalitarie con Israele. Ma ho molti dubbi a riguardo...». Il Viceministro dell'economia dell'Autorità Nazionale Palestinese Nofal Abdel-afiz, raccoglie il generale scetticismo che di norma circola attorno alle dichiarazioni di Aziz Dwaik, leader di Hamas. Soprattutto ora che «cercano una riabilitazione ufficiale a livello internazionale», commenta. Stavolta, per , le parole attribuite ad uno dei maggiori rappresentanti del movimento islamico palestinese sono di quelle che fanno sobbalzare: «aHmas accetta il diritto di Israele ad esistere», titolava ieri il sito del Jerusalem Post, riferendo le parole di Aziz Dwaik, presidente del Consiglio legislativo palestinese e uno dei principali leader di Hamas in Cisgiordania. Secondo il quotidiano israeliano la frase sarebbe stata pronunciata dal rappresentante del movimento durante un incontro ad ebron con il milionario britannico David MartinAbrahams, uno dei principali donatori del Labour Party. «Lo statuto di Hamas è stato scritto più di venti anni fa», avrebbe detto Dwaik da Hebron- città della Cisgiordania tra le più contese e simbolo del conflitto israelo-palestinese- lasciando intendere che il suo movimento è pronto persino ad annul lare la carta costitutiva, senza per questo dover buttare tutto a mare. Dwaik avrebbe anche assicurato che altri leader di Hamas, tra cui Khaled Mashaal, capo dell'ufficio politico, e Ismail Haniyeh, premier di amas a Gaza, hanno dato la loro disponibilità alla nascita di uno stato palestinese entro i confini tracciati prima del 1967. «L' affermazione riferita potrebbe non essere corretta, o è possibile che siano state male interpretate le parole di Dwaik. Inoltre non è la prima volta che amas parla di simili aperture che non hanno poi seguito», commenta Zaki Abu Al-alaweh, giornalista dell'Al Quds newspaper, quotidiano arabo moderato di Gerusalemme. Ma la smentita pi eclatante viene dal portavoce del movimento di resistenza islamica a Damasco, OsamaAbu Khaled che in una intervista ha replicato: «non ci è possibile riconoscere Israele a nessuna condizione e in nessuna circostanza» e ha poi tagliato corto: «le dichiarazioni attribuite a Dwaik sono false». Hamas vuole «uno Stato entro i confini del 1967 in cambio di una tregua definitiva». Anche il Jerusalem Post ha in effetti subito precisato che «le affermazioni del leader di amas devono essere lette nel contesto dei tentativi da parte del movimento islamico di ottenere un riconoscimento della comunità internazionale. Le dichiarazioni sarebbero state fatte, spiega il Jerusalem Post, durante un incontro con un personaggio che mantiene rapporti molto serrati con rappresentanti del governo britannico ed israeliano. Abrahams avrebbe persino in agenda un meeting con il ministro degli esteri britannico David Milliband, il prossimo weekend per informarlo circa l'esito delle conversazioni avute con Dwaik e con altri vertici di amas in Cisgiordania. Un modo quindi per entrare di forza nella scena politica internazionale ed ottenere credibilità, in un momento in cui il dialogo tra l'Anp e il governo di Benjamin Netanyahu è in una impasse tra le pi complicate. Persino il Presidente Barak Obama ammette di aver nutrito «aspettative eccessive» e che la situazione interna, da entrambe le parti, sia dentro il governo di Israele sia nell'Anp, appare pi complicata e conflittuale di quanto si pensasse. Il Presidente Usa, in concomitanza con una nuova missione dell'inviato di Washington in Medio Oriente, George Mitchell, sotto pressione per le nuove richieste del premier Netanyahu, dichiara al Time Magazine di aver forse «sopravvalutato» le chance di riuscire a mediare tra le parti, dato «il contesto politico, la natura delle loro coalizioni o le divisioni all'interno delle rispettive società». E quindi, ammette Obama «veramente duro per loro intraprendere un dialogo significativo». Che le parole attribuite al leader di amas siano frutto di una manipolazione, o semplicemente di una strategia volta a riabilitarsi, è indubbio che stavolta la missione di Mitchell in Medio Oriente, nei serrati colloqui con il ministro della Difesa israeliano Barak e con quello degli Esteri Lieberman, appare pi spinosa del previsto.

Per inviare la propria opinione al Riformista, cliccare sull'e-mail sottostante


redazione@ilriformista.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT