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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
29.11.2009 88 anni, nazista ancora fiero di esserlo, per tutta la vita libero e tranquillo
Almeno adesso paghi. La cronaca di Francesco Battistini

Testata: Corriere della Sera
Data: 29 novembre 2009
Pagina: 17
Autore: Francesco Battistini
Titolo: «Un ex SS ai giudici: Fiero del nazismo»

Dal CORRIERE della SERA di oggi, 29/11/2009, la pag. 17, a cronaca di Francesco Battistini sul processo a Heinrich Boere, un criminale nazista oggi novantenne che ha vissuto sino ad oggi impuntito, come migliaia di altri responsabili di atti mostruosi commessi durante la Shoà. Viene definito
" ex " nazista. Una ex di troppo.


Heinrich Boere, nazista non ex

GERUSALEMME — Nazi, ne ha studiati d'ogni tipo. Piagnu­colosi. Negazionisti. Vili. Rim­bambiti. Il boia di Treblinka, John Demjanjuk, che non con­fessa neppure il suo nome. Il dottore di Mauthausen, Aribert Heim, forse morto forse no, im­prendibile dal 1962. Il macella­io della Serbia, Sandor Kepiro, che massacrò mille civili e vive tranquillo in Ungheria, negan­do tutto. La belva della Croazia, Milivoj Asner, che fa il pensio­nato in Austria e s'oppone all'in­terrogatorio per motivi di salu­te... Ma un Ss così, dice il caccia­tore di nazisti Efraim Zuroff, nel suo ufficio del Centro Wie­senthal di Gerusalemme, non si vedeva da un pezzo: uno co­me Heinrich Boere, 88 anni, che è finito sotto processo in Germania e giovedì, in aula, s'è alzato per dichiararsi «orgoglio­so d'avere servito il Terzo Rei­ch ».

Questo Boere rischia l'erga­stolo, per avere ammesso l'ucci­sione nel 1944 d'un farmacista, d'un venditore di biciclette e d'un altro poveraccio in Olan­da. Rischia, ma se ne frega. Nel ’49 era stato condannato a mor­te, ma riuscì incredibilmente a darsi alla macchia. Due anni fa ha rilasciato spavaldo un'inter­vista a un giornalista che l'ave­va scovato sotto falso nome, esprimendo «dispiacere, ma era un'altra epoca, c'erano altre regole». Ora che è finito alla sbarra, fa i proclami: «Quando i tedeschi invasero l'Olanda, mia mamma disse a mio papà che era di Maastricht: vedrai, le co­se andranno meglio. Aveva ra­gione. Fu meraviglioso. Io ave­vo 18 anni, m'arruolai nelle Ss, quindici prescelti su cento, e ne ero molto fiero. Ne sono fiero ancora oggi».

Simili parole non potevano finire lì. Boere ha eccitato le frange naziskin tedesche, che si sono presentate in aula a soste­nerlo. E provoca la reazione dei parenti delle vittime che chiedo­no ai giudici d'essere particolar­mente duri, nonostante l'età dell'imputato. «Non ci trovia­mo di fronte a un caso di de­menza senile — dicono dal Cen­tro Wiesenthal —. Qui non si può dimenticare, né perdona­re. E anche un novantenne, quando dimostra di non avere capito, deve pagare tutto».

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lettere@corriere.it

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