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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
19.11.2009 La Russa rassicura Israele: non ridurremo le truppe in Libano
Cronaca di Giuliano Gallo

Testata: Corriere della Sera
Data: 19 novembre 2009
Pagina: 17
Autore: Giuliano Gallo
Titolo: «La Russa rassicura Israele: non ridurremo le truppe in Libano»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 19/11/2009, a pag. 17, l'articolo di Giuliano Gallo dal titolo " La Russa rassicura Israele: non ridurremo le truppe in Libano  ".

 

GERUSALEMME — Aerei senza pilota, robot di ultima ge­nerazione, «jammer», cioè di­sturbatori elettronici in grado di bloccare l’innesco di una bomba. In una base vicina al confine con la Striscia di Gaza, al riparo da telecamere e giorna­­listi, il ministro della Difesa è venuto a vedere gli ultimi gio­ielli della tecnologia militare israeliana che presto — compa­tibilmente con i magri bilanci della Difesa — l’Italia potrebbe comperare. «Siamo interessati a tutto quello che può essere di aiuto alla sicurezza dei nostri militari, in Afghanistan e ovun­que nel mondo», spiega il mini­stro. L’industria italiana colla­bora da tempo con quella israe­liana, specie nel campo dell’elet­tronica più sofisticata: un accor­do del 16 giugno del 2003 rego­la la cooperazione fra i due Pae­si siglato dall’ex ministro della Difesa Mofaz e da Berlusconi.

La Russa ha incontrato a Tel Aviv il suo collega Ehud Barak e a Gerusalemme il premier Benjamin Netanyahu. Con il pri­mo per parlare, oltre che di ar­mamenti, anche della missione italiana in Libano: poche setti­mane fa il governo israeliano ha fatto sapere informalmente che avrebbe gradito un prolun­gamento di altri sei mesi del co­mando italiano, affidato al ge­nerale Claudio Graziano. In pas­sato c’erano state polemiche da parte israeliana per la gestione del generale italiano, ma nell’ot­tobre scorso il cambio di rotta di 180 gradi: troppa instabilità al confine, ma soprattutto poca fiducia negli spagnoli (che do­vrebbero subentrare nel coman­do della missione Unifil). E dun­que fate restare Graziano.

«Ho detto a Barak che è no­stra intenzione far subentrare la Spagna — spiega ora La Russa —. Deciderà l’Onu il momento più opportuno, per noi anche im­mediatamente alla scadenza del mandato». Cambio dunque, ma senza riduzione di truppe come si era ventilato nei mesi scorsi da parte italiana. «Non ci sarà mai unilateralmente una diminu­zione di truppe», assicura il mini­stro. Dopo una visita al museo dell’Olocausto, Yad Vashem, l’in­contro con Netanyahu. No del ministro italiano (e ovviamente del premier) a una dichiarazione unilaterale di indipendenza pale­stinese, sì di Netanyahu «alla ri­presa del processo di pace», ga­rantisce La Russa al termine del colloquio. Proprio mentre le agenzie internazionali danno conto della «costernazione» de­gli Stati Uniti per la decisione di Israele di autorizzare nuovi inse­diamenti nei territori.

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