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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.11.2009 Lo studente coraggioso che ha attaccato Khamenei. Obama prenda spunto
Cronaca di Maurizio Caprara

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 novembre 2009
Pagina: 15
Autore: Maurizio Caprara
Titolo: «Studente anti-Khamenei, si muove la diplomazia Ue»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 02/11/2009, a pag. 15, l'articolo di Maurizio Caprara dal titolo "Studente anti-Khamenei, si muove la diplomazia Ue".


Mahmoud Vahidnia

ABU DHABI — Le diploma­zie dei Paesi dell'Unione euro­pea si occuperanno più inten­samente da oggi di Mahmoud Vahidnia, lo studente che mer­coledì scorso avrebbe messo in imbarazzo l'arcigna Guida Suprema dell'Iran Ali Khame­nei domandandole perché non la si può criticare. Ieri a Teheran le ambasciate erano chiuse per la festa di Ognissan­ti, non sempre la domenica è così. Tra i rappresentanti degli Stati membri dell'Ue sono pre­viste consultazioni, poi si rife­rirà alle rispettive capitali e verrà valutato il da farsi, se e come reagire.
Almeno fino a ieri il caso di Vahidnia è rimasto immerso in quello strano amalgama conflittuale tra medioevo teo­cratico, richieste di libertà non identiche a quelle matura­te nelle culture occidentali e modernismo mediatico che contraddistingue le convulsio­ni della politica iraniana degli ultimi mesi. Da quando, cioè, in giugno oppositori e studen­ti sono usciti allo scoperto con­testando la rielezione di Mah­moud Ahmadinejad alla presi­denza della Repubblica islami­ca, sono ricorsi sempre più spesso a Internet per comuni­care con il mondo e il regime ha associato alla brutalità dei basiji, i miliziani, maggiore at­tenzione a nuove forme di pro­paganda. Ieri, dall'estero, su Facebook Vahidnia era già un’icona delle ribellioni per la democrazia. Ma in Iran lo stu­dente in carne ed ossa, ritenu­to da vari siti in galera, era av­volto in un cono d'ombra dal quale sono stati mandati se­gnali ancora da decifrare.
Un blog seguito dagli irania­ni all'estero ospitato dal
Los Angeles Times , curato da Bor­zou Daragahi, ha definito in­fondate le voci su un arresto del ragazzo. Lo avrebbe detto Vahidnia all'agenzia in persia­no Alef.ir e sarebbe stato ripor­tato dal giornale riformista Sarmayeh . Da giugno, in Iran per le proteste sono stati avvia­ti processi ad almeno cento de­gli arrestati. Per le diplomazie straniere a Teheran ieri non era semplice accertare se, co­me è possibilissimo, le ultime dichiarazioni attribuite al gio­vane matematico sono state estorte con forza e ricatto, se sono false o se derivano da al­tro. «Non mi sono coordinato con nessuno», è una delle fra­si attribuite a Vahidnia. «Nem­meno la mia famiglia aveva idea di quello che avrei detto», avrebbe aggiunto lo studente. Per concludere: «Nel comples­so l'incontro con la Guida su­prema è stato costruttivo».
Ahmadinejad ha sia fatto sa­pere
di voler trattare ancora, a livello internazionale, sui suoi piani nucleari sia ringhiato che il potere dei nemici del­­l’Iran equivale a quello di «una zanzara». Nel frattempo una ragazza francese accusata di aver partecipato alle proteste, Clotilde Reiss, rimane agli arre­sti domiciliari nell'ambasciata del suo Paese. Se i cortei e la repressione non avessero aller­tato le opinioni pubbliche occi­dentali, forse per Barack Oba­ma e alleati sarebbe più facile sopportare il continuo rialzo dei negoziatori di Teheran sul­l’uranio. Ad Abu Dhabi, emira­to nel quale è in visita il mini­stro degli Esteri Franco Fratti­ni, il giornale Khaleei Times osserva turbato: «L'Iran po­trebbe giocare a gatto e topo con le potenze mondiali, sa­pendo innanzitutto che non c'è consenso per le sanzioni».

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