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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
06.10.2009 Mohammad Tantawi, Grande Imam dell’Azhar contro il niqab
Un piccolo passo contro l'estremismo islamico. Cronaca di Cecilia Zecchinelli

Testata: Corriere della Sera
Data: 06 ottobre 2009
Pagina: 16
Autore: Cecilia Zecchinelli
Titolo: «Il Grande Imam dei sunniti: Il velo integrale non è Islam»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 06/10/2009, a pag. 16,l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo " Il Grande Imam dei sunniti: Il velo integrale non è Islam ".

 Mohammad Tantawi  Niqab

Che la laica Francia se la prenda con il burqa non sor­prende più di tanto. Che la som­ma autorità religiosa di tutti i musulmani sunniti condanni duramente il velo integrale può invece stupire. Eppure sheik Mohammad Tantawi, Grande Imam dell’Azhar, que­sta volta è stato chiaro. «Il ni­qàb , il velo che copre il volto, è una tradizione del tutto estra­nea all’Islam», ha detto a una stupitissima liceale visitando la sua scuola al Cairo. «Perché lo porti? Non è religione que­sta, e io di religione credo di ca­pirne più di te e dei tuoi genito­ri ». E ancora: «Emanerò una di­rettiva per proibire l’uso di que­sto velo in tutte le scuole di Al Azhar. Allieve e insegnanti non potranno più portarlo». A dife­sa della ragazza, racconta il quotidiano Al Masri Al Yawm, sono intervenute le professo­resse: «Se l’è messo quando è entrato lei, con le compagne non lo indossa». Ma l’anziano capo di Al Azhar ha ribadito il divieto, comunque e sempre.

Sconosciuto di fatto fino al­l’inizio degli anni ’80, in Egitto il velo integrale si è diffuso con l’estremismo islamico. E se una volta a portarlo per le vie del Cairo erano solo le «arabe dal Golfo», considerate dalle egiziane meno progredite sep­pur più ricche, oggi il
niqàb è popolare. Il governo, laico, ha tentato a più riprese di impedir­ne l’uso, considerandolo segno di resistenza al regime e di so­stegno invece ai Fratelli Musul­mani, unica opposizione politi­ca rimasta nel Paese. Nel 1999 una lunga battaglia tra il mini­stero dell’Informazione e alcu­ni avvocati integralisti si con­cluse con il suo bando dalle scuole pubbliche. Nel 2007 il ministro degli Affari religiosi ordinò alle moschee di impedi­re l’ingresso a chi lo indossava. Proibizioni poco rispettate in realtà. Anzi, sempre nel 2007, l’Università Americana del Cai­ro fu costretta a riammettere una studentessa coperta dalla testa ai piedi.

Sheikh Tantawi per anni ha cercato il compromesso. «Por­tare o meno il
niqàb è una scel­ta personale», sosteneva, senza vietarlo nè elogiarlo. E perchè ora abbia cambiato idea non è facile dire. Certo, l’allarme sicu­rezza è massimo in Egitto e le autorità sostengono che sotto a un niqàb si può na­scondere di tutto, un terrorista come delle armi. La lotta del raìs Mubarak contro gli islamici radicali è sem­pre più dura e Al Azhar tiene molto ai buoni rapporti con il potere. Ma è anche ve­ro che il «Papa sunni­ta » ha già dato prova in passato di moderazione. Nel 2001, dopo le Torri Gemelle, sheikh Tantawi definì «eretici» gli attentatori-suicidi. Nel 2005, sfidando una tradizione millenaria, proibì le mutilazio­ni genitali femminili, la «cir­concisione » delle bambine che certo islamica non è ma viene difesa da molti imam e conser­vatori. Fu inondato da critiche e accuse, allora. E adesso, dopo l’incontro con la liceale senza volto del Cairo, sta già succe­dendo lo stesso.

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