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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
28.07.2009 Avigdor Lieberman per dieci giorni in America Latina
Per controbattere la crescente influenza dell'Iran nella regione

Testata:
Autore: Maurizio Stefanini
Titolo: «I dieci giorni di Lieberman»

Riportiamo da LIBERAL di oggi, 28/07/2009, a pag. 16, l'articolo di Maurizio Stefanini dal titolo " I dieci giorni di Lieberman ".

 Avigdor Lieberman

Avigdor Lieberman per  dieci giorni in America Latina a controbattere la crescente influenza dell'Iran nella regione. A fare da apripista alla penetrazione di Teheran è stata in particolare l'alleanza strategica stipulata col Venezuela di Ugo Chàvez: alleanza tra due rivoluzioni prima ancora che tra due paesi, quasi come ai tempi del Patto d'Acciaio tra Hitler e Mussolini. Cooperazione stretta in sede Opec a parte, che c'era già prima di Chàvez; e a parte le accuse sulle forniture di uranio venezuelano al programma nucleare iraniano; nel 2008 l'Iran è stato il terzo Paese investitore in Venezuela, con lo stabilimento di un volo diretto settimanale tra Caracas eTeheran e la firma di ben 150 accordi commerciali, per un valore oltre i 20 miliardi di dollari. Sette viaggi ha fatto Chàvez in Iran, vedendosi con Ahmadinejad ben undici volte. E nel 2007 l'Iran è stato ammesso come osservatore all'Alba, all'alleanza politico- economica in cui si struttura l'asse chavista. Pure nel 2007, dopo l'elezione del sandinista Daniel Ortega, in Nicaragua è stata aperta un'ambasciata iraniana in cui lavorano quaranta persone, e l'Iran è uno dei principali finanziatori della costruzione di un porto sulla costa atlantica del Paese. In Bolivia Iran e Venezuela assieme hanno investito 320 milioni di dollari in un cementificio, l'Iran da solo ha costruito due ospedali e il presidente boliviano Evo Morales è andato in visita a Teheran nel settembre scorso. A dicembre è poi arrivato aTeheran anche il presidente ecuadoriano Rafael Correa, firmando 12 accordi di cooperazione bilaterale. E a febbraio l'Iran ha anche aperto un'ambasciata a Quito. Da ricordare che in seguito agli eventi di Gaza sia il Venezuela che la Bolivia hanno interrotto le relazioni diplomatiche con Israele. Se i paesi sudamericani con governi di sinistra più radicali hanno abbracciato con entusiasmo l'asse con Teheran, governi di sinistra più moderata si sono mantenuti prudenti. Nel caso dell'Argentina dei Kirchner, che pure riceve dal Venezuela di Chàvez un importante appoggio finanziario e che è stato uno dei primi paesi dell'area ad avere un'ambasciata a Teheran, c'è il problema dei due gravi attentati di Buenos Aires del 17 marzo 1992 contro l'ambasciata israeliana e del 18 luglio 1994 contro la sede dell'Associazione Mutuale Israelita Argentina (Amia): due azioni di cui la magistratura locale ha accusato Hezbollah in combutta con i servizi segreti iraniani, chiedendo anche (inutilmente) l'estradizione per vari pezzi grossi del regime di Teheran. Per questo l'Argentina di Kirchner ha ripetutamente attaccato l'Iran in sede Onu, e entrambi i coniugi hanno accuratamente evitato ogni vertice occasione nel quale l'amico Chàvez potesse fare loro lo scherzo di farli fotografare assieme al non amico Ahmadinejad. Lula è più ambiguo: quando iniziarono le proteste in Iran dopo l'ultimo voto arrivò a dire che i manifestanti gli sembravano «tifosi di calcio che non vogliono accettare una sconfitta», anche se il governo poco dopo chiarì che il presidente aveva fatto una battuta a titolo personale , e che sugli eventi in corso aTeheran il Brasile non aveva linea. Né pro Ahmadinejad, né contro. Comunque da vari anni gli Stati Uniti cercano proprio di fare sponda con Lula per contenere l'asse chavista nella regione. Dunque, martedì scorso il ministro degli Esteri israeliano ha iniziato il suo tour proprio dal Brasile, che oltretutto è anche il paese più grande dell'area; nel cui territorio nel 1636 fu inaugurata la prima sinagoga delle Americhe; e dove tuttora vivono circa centomila ebrei. Dopo l'incontro di mercoledì con Lula, giovedì è arrivato in Argentina, dove gli ebrei sono trecentomila, e dove Buenos Aires è la seconda città ebraica delle Americhe dopo NewYork. È seguito domenica il Perù, dove la presenza economica israeliana, 600 milioni di dollari di investimenti, è cresciuta soprattutto al tempo della presidenza di Alejandro Toledo, la cui moglie aveva anche la cittadinanza dello Stato ebraico. E infine oggi la Colombia, che con Israele ha un'importante cooperazione di tipo militare. Recente l'acquisto di 24 aerei Kfir. Sia in Brasile che in Argentina ci sono state manifestazioni contro Lieberman, e in Brasile è stato lo stesso Valter Pomar, responsabile esteri del Partito dei Lavoratori di Lula, a definire il ministro degli Esteri israeliano un fascista e un razzista . Allo stile che abbiamo ormai visto essere classico dell'Amministrazione Lula, il ministro degli Esteri Celso Amorim ha per di nuovo chiarito che «non è questa l'idea del governo», anche se ci sono dissensi sul tema degli insediamenti . Lula si è fatto dunque fotografare mentre dava la mano a Lieberman, e l'ospite si è detto a favore di uno Stato palestinese, dichiarando anche gradita un'eventuale mediazione brasiliana. Anzi, al Brasile ha chiesto pure di darsi da fare per convincere l'Iran a rinunciare al suo programma nucleare. All'insegna del business con tutti , sembra che potrebbe essere il Brasile il primo Paese dove Ahmadinejad andrà in visita dopo la rielezione. Anche in Argentina Lieberman ha cercato di mostrarsi diverso dalla sua fama di falco, dicendosi pronto a negoziare sia con i palestinesi che con la Siria. Un po' dappertutto, però , è andato anche mettendo in guardia dal Venezuela di Chàvez come cavallo di Troia dell'Iran nel Continente. Una denuncia è stata ad esempio che il governo di Caracas starebbe fornendo passaporti agli agenti di Teheran in giro per la regione. Un'altra, è sulla sempre più attiva presenza di Hezbollah nello stesso Venezuela. Ma anche in Perù il governo di Alan Garcia accusa da tempo Chàvez di volerlo destabilizzare, fomentando l'agitazione degli indios dell'Amazzonia e finanziando il populista Ollanta Humala. E in Colombia la continua altalena dei rapporti tra Alvaro Uribe Vélez e Chàvez tornare al brutto: con il leader bolivariano a tuonare contro il trasferimento in Colombia delle basi Usa che il suo sodale Rafael Correa ha appena cacciato dall'Ecuador, e le informazioni dell'agenzia Jane's sui lanciarazzi svedesi che l'esercito venezuelano avrebbe ceduto alla guerriglia delle Farc. La crescita di influenza dell'Iran è stata per accompagnata dai petroldollari, e dalla f ama del know-how iraniano nel campo dell'energia. Lieberman è dunque venuto a sua volta con un codazzo di imprenditori, a sua volta offrendo le capacità israeliane nei settori dell'agricoltura, delle telecomunicazioni e delle tecnologie di punta in genere. In particolare in Argentina il clou è stato l'incontro tra gli imprenditori dei due paesi, e la delegazioni israeliana ha annunciato un investimento per 120 milioni di dollari nell'impianto di potabilizzazione dell'acqua per la zona di La Plata. Né finisce con questi 10 giorni. Già nel 2000 ha siglato un accordo di libero scambio con il Messico, nel 2005 ne ha aggiunto un altro quadro con il Mercosur, qualche settimana fa è stato il ministro delle Pubblica SicurezzaYitzhak Aharonovitch a recarsi in Panama e Costa Rica, all'inizio di giugno il vice-ministro degli esteri Danny Ayalon aveva assistito all'assemblea generale dell'Osa in Honduras e a breve il presidente Peres dovrebbe venire in due Paesi ideologicamente al confine con l'asse chavista come il Paraguay e l'Ecuador. Insomma, dopo essere stato negli anni 90 il Continente Desaparecido, ora l'America Latina sta tornando al centro dei grandi giochi mondiali anche sul fronte della partita tra Israele e Iran.

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