Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 29/06/2009, a pag. 21, l'articolo di Rachele Gonnelli dal titolo " Il Libano piomba nel terrore. Scontri sunniti - sciiti. A Beirut uccisa una donna ".
Saad Hariri
Beirut torna a tremare. Una donna è stata uccisa e sette persone sono rimaste ferite ieri in scontri a fuoco scoppiati tra seguaci della maggioranza parlamentare e altri dell’opposizione in un quartiere a maggioranza sunnita nel centro di Beirut. Lo riferiscono le tv libanesi e lo conferma l’agenzia Nna. La vittima sarebbe una ragazza di 30 anni di nome Zeina. Le violenze sono scoppiate all’indomani della nomina di Saad Hariri, leader di al-Mustaqbal, partito sunnita che guida la maggioranza appoggiata dall’Arabia Saudita, a premier incaricato di formare il governo dopo le recenti consultazioni legislative.
L’emittente al-Mustaqbal dell’omonimo partito, assieme a OrangeTv, portavoce del principale partito cristiano di opposizione, precisano che la donna è stata uccisa da un proiettile vagante ad Aisha Bakkar, rione sunnita nel centro della capitale. Entrambe le emittenti riferiscono dello scoppio di violenti scontri a fuoco nel quartiere tra seguaci sunniti di Mustaqbal e loro rivali del partito sciita Amal, pilastro dell’opposizione guidata dal movimento filo-iraniano Hezbollah. Il sito di notizie del quotidiano an Nahar riferisce inoltre che negli scontri, nei quali sarebbero rimaste ferite almeno altre sette persone, sono state usate armi automatiche e lanciagranate. La Nna, l’agenzia ufficiale libanese, afferma che le violenze sono state sedate poco dopo il loro inizio grazie all’intervento dell’esercito. Il sito di notizie NowLebanon, vicino alla maggioranza, riferisce invece che gli scontri si sarebbero allargati ai vicini quartieri a maggioranza sunniti di Mar Elias, Musseitbeh, Dar al Fatwa, e Salim Salam. Gli scontri a fuoco danno conto di un clima tutt’altro che pacificato dopo la nomina del trentanovenne Saad Hariri a premier incaricato. «Sarà un governo omogeneo e di consenso, in linea con i principi costituzionali», aveva affermato Hariri, poco dopo aver ricevuto l’incarico formale dal presidente Michel Suleiman.«In questa missione - aveva aggiunto - tendo le mani ai nostri partner nel Paese, assicurando che ascolteremo le loro voci e terremo conto dei loro interessi».
Il riferimento implicito è all’opposizione, guidata dal movimento sciita filo-iraniano Hezbollah, sostenuta anche dalla Siria ma sconfitta (58 seggi contro 71) nelle recenti consultazioni. Dei 128 deputati ascoltati da Suleiman in due giorni di consultazioni, 86 hanno espresso il loro gradimento al giovane miliardario, figlio ed erede politico dell’ex premier Rafik Hariri, ucciso a Beirut nel 2005, mentre sia Hezbollah che il suo alleato cristiano Michel Aoun hanno preferito astenersi, ponendo chiare condizioni. Tra le questioni cruciali sul tappeto vi è è il disarmo delle milizie Hezbollah. «Un Libano unito deve riconoscersi pienamente nel suo esercito», ha ribadito il premier incaricato.
Gli scontri di ieri sono la risposta. Inquietante. Nella notte le strade di Beirut tornano ad essere presidiate dai soldati.
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