Chi sta affamando davvero Gaza Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello
Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.
Ahmadinejad non dialoga con Israele, vuole distruggerlo mentre gli altri dialogano, Israele si prepara alla difesa
Testata: Autore: Michael Sfaradi Titolo: «Israele ore 11: prove generali di guerra»
Su LIBERAL del 03/06/2009, Michael Sfaradi racconta come Israele, mentre tutti si affannano a dialogare con l'Iran, si stia preparando al peggio. Ecco l'articolo:
Più che volere la pace Israele sta preparando la difesa della popolazione civile; questo è il senso della più importante esercitazione che sia mai stata organizzata nei 61 anni della storia della nazione, giochi di guerra che sono scattati il 30 maggio scorso. Si è voluto artificialmente creare uno scenario che vede lo Stato ebraico sotto un massiccio attacco missilistico con testate convenzionali e con operazioni di soccorso e r ecupero feriti alle quali sono stati interessati gli appositi enti di civili e militari. Nei primi giorni dell'esercitazione soltanto alcune basi dell'esercito, certi ospedali e diversi ospizi, sono stati coinvolti al programma e ad orari prestabili si è provveduto allo spostamento dei degenti all'interno dei rifugi dove si è continuato a prestare i servizi sanitari in una simulazione di stato di emergenza. Il momento più importante però si è avuto alle ore 11.00 del 2 giugno 2009, quando ogni persona residente in Israele ha dovuto interrompere il normale ritmo della vita per calarsi in una situazione virtuale di estremo pericolo. Anche se tutto era programmato e le istruzioni sul comportamento da tenere sono state ripetute fino alla noia, nel momento in cui il suono baritonale delle sirene ha echeggiato nei cieli il nervosismo misto ad ansia ha creato notevoli disagi soprattutto nelle persone anziane e nei più giovani. La parte più importante dell'esercitazione, cioè testare in quanto tempo la maggior parte della popolazione poteva mettersi al riparo è stata, stando ai resoconti del ministero degli interni, un vero successo anche se non si potrà mai prevedere cosa succederebbe nel caso di una condizione di pericolo reale. In passato ci furono degli addestramenti simili a quelli in atto, servivano però a testare l'effettivo funzionamento dei sistemi d'allarme e lo stato di funzionalità dei rifugi. Quello che comunque lascia sconcertati è che mai era stata richiesta la partecipazione della popolazione, nemmeno alle vigilie delle due guerre del golfo contro l'Iraq di Saddam Hussein. Si è trattato dunque di una vera e propria mobilitazione per preparare la gente ad affrontare una situazione non così lontana come si vorrebbe far credere. C'è stata anche la sperimentazione delle nuove tecnologie applicate alla sicurezza, i gestori israeliani di telefonia mobile, ad esempio, hanno creato una centrale in collegamento con il ministero degli interni e da lì riescono ad avvertire i loro clienti e quando scatta uno stato di allarme i normali telefonini diventano una sorta di "guida verso la salvezza" perché nel momento in cui ci si trova in una zona interessata ad un'emergenza squillano come fosse una normale chiamata ma al momento che si risponde si sente il suono delle sirene e subito dopo arrivano messaggi SMS che, in diretta, danno indicazioni e informazioni che riguardano specificatamente la zona in cui ognuno si trova. Ad esempio come arrivare al rifugio più vicino o quale strada usare per allontanarsi e verso dove. Negli attimi di grande tensione avere delle indicazioni precise aiuta anche a superare il panico. Si possono usare diverse chiavi di lettura per capire cosa effettivamente ci sia dietro questa mossa dai contorni decisamente forti, e l'importanza di tutto ciò in un momento politico delicato come quello che stiamo vivendo lo si può misurare dal fatto che le nazioni confinanti, Libano, Siria, Giordania ed Egitto, guardano con estrema attenzione quello che accade in Israele al punto che, nonostante le assicurazioni da parte del governo di Gerusalemme sulla non intenzione di aprire fronti di guerra, il Libano e
la Siria hanno messo i loro eserciti in stato di massima allerta. Questo ha fatto scivolare sensibilmente quella che doveva essere una situazione virtuale verso una realtà che tutti sperano non debba mai accadere perché, come un domino, anche le truppe israeliane di stanza ai confini sono state messe in stato di pre allerta fino alla fine delle esercitazioni che è programmata per il 5 giugno 2009, ora speriamo soltanto che il nervosismo non causi qualche scontro al confine. A dispetto dell'ottimismo ostentato da coloro che ancora cercano di dialogare con chi sta mettendo in serio pericolo la pace e la stabilità mondiale è chiaro che, dietro le quinte di questa esercitazione, ci sono emergenze reali che il governo di Gerusalemme a dispetto dell'immobilità del mondo intero non ignora. In Israele si è sempre guardato con scetticismo alle prese di posizione occidentali, le cui diplomazie sono rese impotenti dai legacci imposti dal ricatto petrolifero e non solo, e che adottano così "la politica dello struzzo" minimizzando il pericolo rappresentato dall'estremismo islamico. Anche se c'è chi si è ormai abituato all'idea che l'Iran nucleare è una situazione inevitabile Israele, le esercitazioni in atto ne sono la prova, manda un messaggio al mondo, un messaggio che dice: "Se non cambiate la vostra politica anche voi sarete presto costretti a preparare la vostra difesa".
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