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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Rassegna Stampa
07.05.2009 Dubai: La pena è risarcire il figlio mai nato
L'aborto era dovuto ad un incidente stradale

Testata:
Autore: Rachele Gonnelli
Titolo: «La pena è risarcire il figlio mai nato»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 07/05/2009, a pag. 12, l'articolo di Rachele Gonnelli dal titolo " La pena è risarcire il figlio mai nato " .
Una donna incinta ha avuto un incidente stradale a Dubai. Il feto è morto e il tribunale l'ha condannata a risarcire economicamente i familiari (come se lei non ne facesse parte) del feto. Una sentenza assurda e atroce che lascia trasparire chiaramente la bassa considerazione per la donna a Dubai.
Ecco l'articolo:

I vetri dovevano essere oscurati. In Arabia Saudita alle donne è proibito guidare. Ma lei lo faceva. E aveva fretta, questo è sicuro. Essendo incinta di nove mesi forse le si erano rotte le acque, chissà. Il traffico l'ha bloccata e lei cercava disperatamente di togliersi dall'ingorgo quando un'auto l'ha tamponata e poi un'altra. Quando l'hanno soccorsa, per la bambina che aspettava non c'è stato niente da fare.
Tutto ciò è successo il 4 ottobre scorso in una trafficata strada di Dubai. Un tragico incidente. Per la società un numero. Sono 26mila i morti e 250 milioni i feriti per il traffico in tutto il Medioriente, un'ecatombe anche là. Ma questa non è una storia privata. Perché domenica scorsa una corte di Dubai ha deciso per questa donna una condanna esemplare. Lei - non si sa il nome, solo che ha 27 anni ed è libanese - dovrà risarcire i parenti del feto morto. Dovrà dare 20mila dhahran, moneta corrente nel regno saudita, come blood money, in arabo diyyah, il tradizionale indennizzo stabilito dalla legge coranica, la sharia. Come se lei non ne facesse parte, della famiglia. Un’incubatrice. È chiaro che si tratta di una sentenza-choc. Esattamente ciò che aveva chiesto ai giudici il Grande Persecutore di donne al volante, il capo della Procura del Traffico Salah Bu Farousha. «È il diritto alla vita del feto che viene tutelato. Le donne incinte dovrebbero proteggere se stesse e la vita che portano evitando di guidare tranne in casi di effettiva emergenza». Non un consiglio, un precetto. La madre rimasta orfana della sua bambina mai nata, si è difesa: non è stata colpa mia. Farousha punta il dito: guida spericolata e non hai tenuto le distanze. E poi: «La sentenza servirà da deterrente per le altre donne». Il pagamento della multa è sospeso tre anni purchè la madre dimostri di non ripetere il fatto. Neanche fosse un senso vietato.
Il quotidiano online Gulf News ha aperto ai commenti dei lettori il racconto della donna incinta multata. Si è scatenato un parapiglia sul web. Dagli Emirati, da Karachi, da Doha sono iniziati ad arrivare lunghi e indignati messaggi a difesa del dolore di una madre. Molti, i più duri, dalle donne di Dubai. Anjana spiega che il congedo di maternità dura solo 45 giorni e le neomamme sono costrette a lavorare fino all'ultimo per avere più tempo dopo il parto. «Perché le ditte non si attrezzano per il trasporto delle donne al terzo trimestre di gravidanza? Di chi è la vergogna?». Dhishna l'anno scorso ha guidato fino al settimo mese. «Pericoloso, lo so, nessuno vuole uccidere il bambino che ha in grembo. È che dobbiamo lavorare per essere indipendenti e non possiamo permetterci né taxi né vacanze». Il giornale ha interrotto le pubblicazioni. Troppo pochi i maschi in appoggio ai giudici. Troppo caldo il tema dei permessi di guida femminili che spacca in due persino la famiglia reale, con la moglie palestinese del principe Waleed bin Talal, la bella Amira fiera della sua patente internazionale. A marzo una donna scoperta al volante di una 4x4 in un tamponamento alla Mecca ha tentato la fuga ed è stata arrestata. Molte guidano dunque. e in modo scattante. È che dietro hanno il Grande Persecutore.

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