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Chi sta affamando davvero Gaza 06/06/2025

Chi sta affamando davvero Gaza
Video di Naftali Bennett a cura di Giorgio Pavoncello

Chi sta affamando Gaza? Gli aiuti alimentari da Israele alla popolazione della Striscia sono aumentati ormai del 40% rispetto al periodo pre-bellico. Eppure continuiamo a vedere scene di persone affamate che si accalcano per accaparrarsi il cibo. La realtà è che Hamas usa gli aiuti alimentari come strumento per assoggettare la popolazione. Un video dell'ex premier Naftali Bennett (tradotto con intelligenza artificiale) pieno di dati e prove, ve lo dimostra.



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Il Foglio - La Stampa Rassegna Stampa
01.05.2009 In Iraq la situazione non migliora: aprile pieno di attentati
Obama che fa?

Testata:Il Foglio - La Stampa
Autore: La redazione del Foglio - La Redazione della Stampa
Titolo: «La strategia della chetichella a Baghdad - Iraq missione compiuta»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 01/05/2009, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " La strategia della chetichella a Baghdad " e dalla STAMPA, a pag. 15, la breve dal titolo " Iraq missione compiuta " sulla fine delle operazioni della Gran Bretagna in Iraq e sull'inizio anticipato del suo ritiro delle truppe. Ecco gli articoli:

Il FOGLIO : " La strategia della chetichella a Baghdad "

Gli analisti concordano: sono passati i primi cento giorni dell’Amministrazione Obama e il nuovo presidente è riuscito a cavarsela bene in politica estera, proprio nel campo in cui i suoi rivali, durante la campagna elettorale, insinuavano non avesse le qualità necessarie. Però, nessuno nomina il convitato di pietra, che ha le fattezze quadrate e gli occhi abbozzati del premier iracheno Nouri al Maliki. Dai discorsi e dalle valutazioni è come se fosse svanita Baghdad. Eppure fra due mesi, il 30 giugno, Washington ha promesso di ritirare le truppe da combattimento dalle città e le cose non stanno andando affatto bene. Il mese di aprile finito ieri è stato il più crudele dell’ultimo anno, con il maggior numero di morti in attentati terroristi degli ultimi tredici mesi. A Baghdad il livello di violenza sta facendo orribili balzi verso il passato, verso gli anni bui dell’infestazione di al Qaida da cui ci aveva tratto fuori il “surge” del generale Petraeus – ora assegnato al fronte Afpak, Afghanistan-Pakistan. Due giorni fa due autobomba hanno colpito il quartiere sciita di Sadr City, facendo altri 41 morti. A Mosul, nel nord del paese, la situazione è così incerta che già si parla di possibili eccezioni al Sofa, l’accordo militare tra Stati Uniti e Iraq e di ritardare l’uscita delle truppe. A Ramadi, capoluogo di Anbar – la regione che per prima si è ribellata ai terroristi, con l’aiuto della Coalizione – i sunniti ora hanno paura. L’Associated Press racconta questa scena: “Sta arrivando il momento in cui non potremo più fare nulla per voi”, dice il capitano dei marine al Consiglio locale; risponde un mormorio generale di disapprovazione. “Le cose stanno per virare al peggio”, commentano gli anziani. E’ come se Obama, già pressato dalla crisi economica e appagato dalle complessità diplomatiche delle relazioni con Iran, Pakistan e Cuba, avesse scelto una strategia della chetichella: le cose a Baghdad stanno andando sempre peggio, ma forse riusciremo a guadagnare l’uscita prima di essere costretti a occuparcene sul serio. Come se l’Iraq non avesse già provato a sufficienza che ogni volta che lo si sottovaluta sa scatenare catastrofi.

La STAMPA : "  Iraq missione compiuta"

IMissione conclusa: le truppe britanniche in Iraq si preparano a lasciare il Paese. La fine delle operazioni di combattimento è stata celebrata a Bassora nel comando della 20ma brigata corazzata (foto). «Questa giornata segna la fine della missione di combattimento a sostegno del governo iracheno - ha detto il generale di brigata Ton Beckett -. Ci rattrista lasciare i nostri amici iracheni, ma lo facciamo sapendo di aver fatto il nostro lavoro e di averlo fatto bene. Partiamo a testa alta».

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