Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 18/03/2009, a pag. 1, l'articolo dal titolo " Così aziende italiane finiscono per aiutare l'Iran ", dall'OPINIONE l'articolo di Dimitri Buffa dal titolo " Iran: ecco con chi vuole trattare Obama " e da http://irandemocraticoweb.blogspot.com/2009/03/ultima-notizia-il-marocco-interrompe-le.html del 6/03/2009 l'articolo dal titolo " Il Marocco interrompe le relazioni diplomatiche con il regime dei Mullah ". Ecco gli articoli :
Il FOGLIO - " Così aziende italiane finiscono per aiutare l'Iran "
Il segretario di stato Hillary Clinton, dopo il suo viaggio in medio oriente, ha capito che con la Repubblica islamica dell’Iran, per il momento non c’è nulla da fare. Hillary Clinton ha confidato questo suo cruccio al ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah bin Zayed al-Nahyan. A Foggy Bottom sia la Clinton sia l’ambasciatore Dennis Ross, inviato speciale per il Golfo e l’Iran, sono convinti che Teheran non intenda in alcun modo interrompere il programma nucleare militare, l’attività di destabilizzazione dei paesi dell’Area (Iraq, Emirati, Kuwait ed Arabia Saudita) il sostegno al terrorismo internazionale (Hamas a Gaza ed Hezbollah in Libano). L’Iran, per gli Stati Uniti, continua a essere uno stato canaglia. I primi contatti segreti di Dennis Ross, un duro che si è sempre battuto per la “sospensione senza condizioni del programma nucleare iraniano”, hanno portato a Foggy Bottom soltanto delusioni. La diplomazia iraniana ha fatto sapere a Ross che l’ayatollah Ali Khamenei, guida suprema della rivoluzione, resta fedele al suo principio: negoziazioni senza precondizioni”, ciò significa: si devono aprire trattative ma senza che gli americani chiedano la sospensione dei piani militari nucleari dell’Iran. La delusione, e anche la rabbia di Foggy Bottom sono arrivate sul tavolo del presidente Barak Obama che ha detto nei giorni scorsi: “L’Iran e il suo programma nucleare continuano ad essere una minaccia alla sicurezza nazionale e alla nostra politica estera ed economica”. Quindi avanti con le sanzioni, in corso da 13 anni. Sanzioni che dovranno essere rispettate da tutti, anche se non tutti le rispettano. Foggy Bottom, la Cia, il Pentagono e la Sicurezza nazionale hanno acceso il faro sulle sanzioni e sui commerci internazionali dell’Iran. Paesi amici dell’America hanno contribuito, attraverso i loro servizi di intelligence, alla compilazione di un dossier su Iran e traffici legati all’uranio e all’industria atomica e all’industria petrolifera. Nel mirino sono finite anche alcune compagnie italiane, non perché vendano materiali scopertamente dedicati al nucleare o al petrolifero. Ma solo perché innocenti acquisti di merci e progetti apparentemente slegati dal nucleare o dal petrolifero possono poi essere trasformati dai tecnici di Teheran in prodotti utili ai settori colpiti dalle sanzioni. Se la Solimec vende a Teheran scavatrici per tunnel, gli iraniani le possono utilizzare per costruire bunker sotterranei per missili. Se la Marie Tecnimont produce progetti per strutture sotterranee è chiaro che l’industria atomica iraniana ne possa approfittare. Solimec e Marie Tecnimont non sono le sole aziende italiane citate nei rapporti di intelligence. Sono in buona compagnia: FATA, Ansaldo Energia, Texconsortium, Danieli Team, Marie Tecnimont (parte chimica), Technip. Ovviamente non ci sono in lista solo aziende e banche italiane (Banca Intesa per esempio), ma compagnie di tutto il mondo. L’America chiede che i governi intervengano. Hillary Clinton lo ha chiesto con forza a Cina e Russia, paesi insensibili al pericolo nucleare iraniano e ai missili di lunga gittata. Solo con dure sanzioni l’Iran sarà costretto a negoziare. Il tempo stringe visto che, come sostiene il Pentagono e come ha denunciato l’Aiea (l’agenzia dell’Onu che sovraintende il pericolo della proliferazione nucleare) l’Iran ha una tonnellata di uranio arricchito al 3,49 per cento sufficiente a costruire una bomba nucleare per distruggere Israele.
L'OPINIONE - Dimitri Buffa : " Iran: ecco con chi vuole trattare Obama "
Si fa presto a die: “trattiamo con l’Iran”. Bisognerà capire anche chi sarà il nuovo presidente dopo le future elezioni. E se fosse riconfermato Ahmadinejad? Pochi ad esempio sanno che cosa ha avuto il coraggio di dire quest’ultimo il 3 e il 4 marzo scorsi durante la “Quarta conferenza internazionale a sostegno della Palestina, modello di resistenza”, tenutasi a Teheran alla presenza di 80 delegazioni da diversi paesi del mondo. Ahmadinejad ha esordito dicendo che fra la conferenza a Teheran e quella tenuta poco prima a Sharm Al-Sheikh (con i paesi donatori di aiuti ai palestinesi) “corre la stessa differenza che c’è fra Satana e l’Uomo”. Poi così ha proseguito: “Nell’epoca della debolezza dei popoli il fronte degli assassini e dei predatori professionisti, cioè il sionismo globale in collaborazione con l’occidente, ha dominato il mondo per circa duecento anni, e persino il massacro di cento milioni di persone in due guerre mondiali non ha placato il suo spirito abominevole.” E ancora: “Passo dopo passo, in base a piani preordinati, hanno realizzato la frode più grande di tutte la Shoà e i peggiori crimini della storia la creazione dello stato di Israele e le sue politiche. La storia della Shoà, della “nazione senza una terra e una terra senza nazione”, la falsa religione del sionismo e i sionisti che si fanno compatire costituiscono le più grandi menzogne della nostra era, e sono preludio di crimini e occupazione …” Sembra di sentire un Hitler redivivo che vuole recuperare il tempo perduto. Con costui è pronta a dialogare la Hillary Clinton? E Obama che ne dice di uno secondo cui “oggi è chiaro che imporre il sionismo in Medio Oriente non aveva lo scopo di difendere il popolo ebraico né di alleviare le sue sofferenze durante la prima e la seconda guerra mondiale, ma era invece il frutto di intese e complotti ad opera di alcune superpotenze emerse in seguito alla seconda guerra mondiale..”? Che credibilità avranno simili trattative con un leader siffatto, di un paese che vuole dotarsi della bomba atomica, per di più?
" Il Marocco interrompe le relazioni diplomatiche con il regime dei Mullah "
La notizia è del 6/03/2009. Notiamo che non è stata riportata su nessuno dei nostri quotidiani. Perchè ? Il Marocco, paese arabo musulmano, che decide di interrompere le relazioni con l'Iran, altro paese musulmano, non fa notizia ? I paesi arabi sono interessanti solo se correlati con Israele ? Ecco l'articolo:
Secondo quanto ha diffuso l'agenzia France Press, il Marocco ha dichiarato stamattina di aver interrotto le sue relazioni diplomatiche con il paese dei mullah. Il ministero degli esteri del Marocco in un comunicato ha dichiarato che da "oggi, venerdi, vengono interrotti tutte le relazioni diplomatiche con il regime di Teheran". L'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia accoglie con tanta soddisfazione questa notizia e augura al governo marocchino tanta forza e determinazione nel proseguimento della sua politica di fermezza nei confronti del regime fondamentalista dei mullah iraniani. Secondo le informazioni in nostro possesso, il governo marocchino è sempre stato nel mirino del regime terrorista di Teheran. Consideriamo tale iniziativa del governo del Marocco un'azione coraggiosa e di avanguardia nella lotta alle interferenze terroristiche dei mullah negli affari interni dei paesi musulmani tra cui il Marocco. Pertanto la consideriamo degno di una grande mobilitazione internazionale di supporto, in particolare da parte dei paesi arabi della regione. Sollecitiamo inoltre l'adesione dei governi europei in particolare quello italiano che in questi giorni per bocca del suo ministro degli affari esteri on. Franco Frattini ha annunciato l'annullamento del suo viaggio in Iran a causa delle dichiarazioni del leader supremo del regime dei mullah contro Israele. Colgo occasione per ringraziare il ministro Frattini per aver compreso in tempo la pericolosità di un suo viaggio a Teheran dove regna un regime fanatico e pericoloso per tutto il mondo. Ribadiamo inlotre che Teheran sempre ha sfruttato tali via vai per legittimizzare la repressione del popolo iraniano nonchè la sua politica espansionistica e terroristica. karimi davood, presidente dell'Associazione rifugiati politici iraniani residenti in Italia e analista politico
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