Osama Bin Laden attacca, in un nuovo messaggio, i governi arabi "moderati" e detta le linee per la "conquista" di Gerusalemme. La notizia c'è, uno dei capi del terrorismo mondiale incita i musulmani a lottare contro quei governi che, a parer suo, vogliono un accordo di pace con Israele, condannando quindi l'ipotesi " due stati per due popoli " e chiama alla rivolta. Come riportano la notizia i quotidiani di oggi, 15/03/2009 ? Dividiamoli fra chi le dà un giusto rilievo, poi l'elenco con un nostro breve commento di quelli che la citano fra le "brevi ". Cominciamo con i "buoni" :
CORRIERE della SERA: Guido Olimpio " Bin Laden e la conquista di Gerusalemme ", pubblicato a pag.13 ma con un richiamo in prima. Nelle pagine degli esteri, il commento di Olimpio è poi seguito da una breve da Beirut, dal titolo " Nasrallah: Hebolah non riconoscerà mai Israele ". Il titolo a pag.13 è esplicito " Bin Laden minaccia i capi arabi: Sono complici dei sionisti". Di tutti gli articoli, riportiamo quello di Guido Olimpio:
WASHINGTON — Osama traccia la «road map» per liberare Gerusalemme. Una lunga marcia di avvicinamento composta da quelli che lui definisce «passi pratici». Prima va completata la vittoria nella terra dei due fiumi — l'Iraq —, quindi i mujaheddin si sposteranno in Giordania, infine raggiungeranno Al Aqsa, il cuore della città santa. Un piano che Bin Laden — 52 anni da poco compiuti (10 marzo) — ha illustrato con il solito audio inviato alla tv Al Jazeera.
Il secondo intervento da quando Obama è stato eletto, il primo da quando è entrato alla Casa Bianca.
Il fondatore di Al Qaeda, rilanciando un programma di lotta forgiato dal suo «socio» Ayman Al Zawahiri, ha usato come pretesto la crisi di Gaza. Per Osama l'attacco israeliano è stato un «Olocausto», reso possibile dalla complicità di regimi «moderati e corrotti » (Egitto, Arabia Saudita,
ndr), schierati a fianco dell'alleanza «crociato-sionista». Dunque, sempre secondo la sua analisi, si è creata una fase inedita che richiede «una nuova leadership che abbia la fiducia della nazione musulmana ». Un'affermazione accompagnata dalla critica verso quei movimenti islamici — allusione ad Hamas e Hezbollah — che hanno in qualche modo coordinato le loro mosse con paesi retti «da ipocriti». Quindi l'esortazione agli ulema affinché preparino «liste di proscrizione» dove inserire media (ha citato
Bbc, Al Arabiya, Al Hurra),
dirigenti e capi religiosi che tramano alle spalle della Jihad. Sul piano militare, Osama invita a trovare territori al di fuori di quelli «assediati» che facciano da trampolino verso Gerusalemme. Ed ecco la «mappa» con l'asse Iraq-Giordania-Palestina e una campagna di mobilitazione sostenuta da comitati speciali istituiti in tutto il mondo islamico.
Con l'audio — sulla cui autenticità non vi è alcuna certezza — Bin Laden cala tre carte. La prima è quella della Palestina, un tema che funziona sempre. La seconda è quella della resistenza: Osama, da mesi, cerca di proporre l'immagine di Al Qaeda che «resiste » ai crociati. Una mossa necessaria per bilanciare la popolarità di Hamas ed Hezbollah, impostisi come modelli per la capacità di tenere testa a Israele. Non a caso le piazze arabe palpitano per loro e sempre meno per i qaedisti. La terza carta è quella della leadership. Separando i «corrotti » dai «puri», Osama sogna di ricompattare un fronte spezzettato in mille crisi regionali. Aree dove i protagonisti, a volte, usano le tattiche qaediste o in altre si muovono nell'identico alveo ideologico grazie a contatti diretti e complicità. Vorrebbero morire per Gerusalemme ma la realtà li costringe poi a seguire una mappa che ha orizzonti stretti. Per rilanciarsi «Al Qaeda centrale» dovrebbe organizzare un attacco strategico ma che oggi, probabilmente, è al di sopra delle sue capacità.
LA STAMPA: Francesca Paci, da Londra, a pag.6, con il titolo " Bin Laden in TV: "Arabi traditori", riporta correttamente le minacce ai governi arabi moderati, insieme alle dichiarazioni di Nasrallah da Beirut. Buona l'evidenza.
LA REPUBBLICA: Giampaolo Cadalanu, a pag. 7, con il titolo " L'ultimo anatema di Bin Laden, leader arabi complici di Israele" riferisce in un pezzo pubblicato su cinque colonne la dichiarazioni del capo di al Qaeda, che definisce un "olocausto" la morte dei palestinesi di Gaza durante il conflitto con Israele.
IL SOLE 24ORE: riferisce con un richiamo in prima dal titolo " Bin Laden si scaglia contro gli arabi moderati". L'articolo è a pag.9, una colonnina, che però riassume l'accaduto. Il che ci fa includere il quotidiano finanziario fra i quotidiani che hanno riportato in maniera sufficiente il messaggio di Bin Laden.
LIBERO: Carlo Nicolato, a pag.20, con il titolo " Il fantasma di Bin Laden parla ancora ", pur mettendo in dubbio che Bin Laden sia ancora vivo, riferisce ampiamente l'accaduto.
IL MESSAGGERO: nessun commento particolare, però con un richiamo evidente in prima pagina e la cronaca, diffusa, a pag.15, dal titolo " Bin Laden all'attacco degli arabi moderati" La notizia, non firmata da Eric Salerno, ma d'agenzia, è stranamente corretta.
AVVENIRE: a pag.25, con il titolo " La rete del terrore, rispunta Benladen, a Gaza un olocausto", una mezza colonna, pezzo di agenzia, una cronaca algida, ma con l'essenziale ben rassunto. Con in più un richaimo ben visibile in prima pagina.
IL RIFORMISTA: il commento è nell'editoriale a pag.4, dal titolo " C'è un Bin Laden, che ne facciamo ?", che esprime la noia dei redattori del quotidiano ogni volta che arriva una dichiarazione del capo di al Qaeda.
Qui si fermano i quotidiani che hanno dato un rilievo adeguato alla gravità delle dichiarazioni di Osama Bin Laden. Vediamo ora quelli che l'hanno sottovalutata.
IL GIORNALE: stupisce la bassa valutazione del quotidiano diretto a Mario Giordano. Una breve a pag.17, dove la notizia viene sì riassunta correttamente, ma in uno spazio del tutto sproporzionato. 14 righe ci paiono veramente poche.
L'UNITA': quanto interessi la soluzione della crisi mediorientale al quotidiano esageratamente colorato di rosso, lo si può verificare a pag. 29, in una rubrichina titolata " In pillole ", che ben rende la valutazione data alle notizie contenute. Quella che ci riguarda ha come titolo " Bin Laden critica leader arabi", seguono otto righe, diconsi otto. La "pillola" va giù in fretta e non lascia tracce.
IL MANIFESTO: non la chiama pillola, ma il risultato è identico, 11 righe striminzite, tre in più dell'Unità, a pag.11. Il pensiero di Bin Laden, se non fosse citata la fonte, potrebbe sembrare un redazionale delle abituali critiche del quotidiano comunista a Usa e Israele.
Unità e Manifesto abbinati con il Giornale, valutiamolo come un incidente domenicale. La sottovalutazione dei primi due non stupisce, non essendoci di mezzo Israele. Lascia perplessi quella del secondo.