Visita del Papa in Israele. Riportiamo dal GIORNALE di oggi, 11/03/2009, a pag. 15, l'intervista di Andrea Tornielli all'Arcivescovo Franco dal titolo " C'è chi vuol strumentalizzare il Papa in Terrasanta " e dalla STAMPA, a pag. 3, l'articolo di Giacomo Galeazzi dal titolo " Il Papa alla Spianata delle moschee " e la breve " Rivolta per Sharon ". Ecco gli articoli:
Il GIORNALE - Andrea Tornielli : " C'è chi vuol strumentalizzare il Papa in Terrasanta "
Andrea Tornielli sostiene che il Papa non andrà a Yad Vashem, il museo della Shoah, mentre gli altri quotidiani non riportano la notizia. Tornielli scrive però che il papa visiterà il memoriale della Shoah, il che ci pare una contaddizione, visto che Yad Vashem E' il memoriale della Shoah. Chi ha ragione? E' vero che Tornielli ha una corsia preferenziale, però vorremmo sapere se la notizia è confermata. Vedremo.
«Il Papa viene in Terrasanta innanzitutto per essere vicino ai suoi figli, ai cristiani, che vivono un momento difficile… ». L’arcivescovo Antonio Franco, nunzio apostolico in Israele, è un diplomatico che sa sorridere e soprattutto non schiva le domande più difficili. A due giorni dall’annuncio del viaggio di Benedetto XVI, che visiterà questi luoghi il prossimo maggio, monsignor Franco spiega il significato della visita e rassicura i cristiani che nelle scorse settimane si sono detti timorosi per possibili strumentalizzazioni.
Perché il Papa viene in Terrasanta?
«Benedetto XVI ha spiegato che si tratta di un pellegrinaggio e che lo spirito della sua visita è squisitamente spirituale, non politico, anche se chiaramente verrà a contatto con i problemi che qui si vivono e dunque ci potrà essere anche questa dimensione nei suoi discorsi. Durante il viaggio incontrerà le autorità, il re di Giordania, il presidente dello Stato d’Israele, il presidente dell’Autorità palestinese, ma la sua attenzione sarà specialmente diretta alla Chiesa di Terrasanta, che l’aveva a suo tempo invitato. Il cuore del pellegrinaggio saranno le tre messe, a Gerusalemme, a Betlemme e l’ultima a Nazareth, a conclusione dell’anno della famiglia».
Ci sono stati cristiani che hanno scritto al Papa invitandolo a non venire in questo momento. Che cosa temono?
«Dei timori ci sono stati. Si teme che la visita possa essere in qualche modo strumentalizzata a scopi politici. Ma il Papa viene proprio per aiutare i suoi figli, per essere loro vicino in un momento di sofferenza».
A che punto è il lavoro della commissione bilaterale tra Santa sede e Israele per la definizione degli accordi riguardanti la vita concreta della Chiesa?
«La questione della restituzione del Cenacolo è difficile e delicata. Stiamo invece perfezionando l’accorso sul sistema fiscale e speriamo di stabilire i contenuti essenziali prima della visita del Papa, anche se forse non si arriverà in tempo alla firma. Ci sono molti altri problemi aperti, ma se aspettassimo la soluzione di tutti prima della visita, Benedetto XVI rischierebbe di dover aspettare anni».
Il Papa incontrerà i cristiani di Gaza?
«Ho chiesto al governo israeliano che una rappresentanza dei cristiani di Gaza, accompagnata dal loro parroco, possa essere presente a Betlemme, mi è stato assicurato che si farà. Così come mi è stato assicurato che sarà facilitata la partecipazione dei fedeli provenienti dalla Galilea e dai Territori alle messe del Papa: nel 2000, quando venne Giovanni Paolo II, vi furono delle difficoltà e molti rimasero delusi. Il governo ha detto che sarà possibile far venire cinquemila fedeli alla messa di Gerusalemme. Spero che si possa aumentare questo numero».
Benedetto XVI, il giorno del suo arrivo in Israele, andrà a Yad Vashem. Nel museo c’è esposta la controversa didascalia che presenta sotto una luce negativa Pio XII…
«Il Papa non entrerà nel museo, dove si trova la didascalia. Neanch’io vi ho messo piede, né ve lo metterò fintanto che la presentazione di Papa Pacelli rimarrà in quei termini. Benedetto XVI si recherà invece al memoriale della Shoah, e credo sia importante che tutti coltivino la memoria di questa immane tragedia, anche come insegnamento per l’avvenire». Lei crede che quel testo sarà cambiato?
«Io credo nella buona fede della direzione di Yad Vashem e spero che sia possibile formulare una didascalia che non sia ispirata da pregiudizi o da una documentazione storica incompleta. Ma bisogna lasciare agli storici il tempo di lavorare».
Il caso Williamson, che ha provocato incomprensione e polemiche tra Vaticano e mondo ebraico, si può considerare superato?
«Penso proprio di sì. È stato ripetuto con grande chiarezza che un cattolico non può negare la Shoah e le parole inequivocabili usate da Benedetto XVI credo non possano lasciare spazio ad alcun dubbio».
La STAMPA - Giacomo Galeazzi: " Il Papa alla Spianata delle moschee "
Un appunto al vaticanista della Stampa: perchè non ricordare che Gerusalemme, che viene sempre definita la terza città santa dell'Islam, non è menzionata nemmeno una volta nel Corano ? Già, perchè ?
CITTA’DEL VATICANO
Benedetto XVI camminerà sulle orme di Maometto, nel fazzoletto di terra più sacro e conteso dai tre monoteismi: la Spianata delle moschee a Gerusalemme Est, punto di deflagrazione dell’Intifada palestinese. «Durante il viaggio a maggio in Terrasanta, il Papa visiterà la moschea al-Aqsa, il Muro del pianto e il memoriale dello Yad Vashem - annuncia il nunzio in Israele, l’arcivescovo Antonio Franco -. Il Pontefice non viene a firmare accordi e il suo viaggio sarà un pellegrinaggio religioso e non una missione politica. Comunque sarà un evento che rafforzerà le relazioni tra Israele e Vaticano». Desta interesse, in particolare, la decisione papale di attraversare il «terreno minato», il luogo religioso più aspramente conteso al mondo. La Spianata è chiamata dai musulmani «Nobile Santuario» in onore dell’impronta lasciata dal Profeta prima di salire in cielo. Per la tradizione ebraica questo è il più sacro dei luoghi, cioè il «Monte del tempio» che sorge sopra i resti del biblico edificio distrutto dall’imperatore Tito. Ed è lo stesso sito dove i cristiani commemorano le visite di Gesù nel Tempio e le sue dispute con i sacerdoti.
Benedetto XVI, dunque, percorrerà la Spianata, un rettangolo di terra (500 per 300 metri) sovrastato dalla moschea di al-Aqsa, terzo luogo più sacro dell’Islam dopo la Mecca e Medina, oggetto di secolari tensioni religiose. Una parte dei muri che la circondano appartiene al Muro Occidentale venerato dagli ebrei quale parte della cinta del Tempio biblico. Frange ultranazionaliste e religiose ebraiche aspirano alla ricostruzione del Tempio biblico al posto della moschea che il Papa visiterà e i musulmani minacciano una guerra santa in difesa della Spianata. In questo clima di esasperate passioni religiose, ogni incidente tra musulmani e ebrei rischia di degenerare in scontri sanguinosi, come nella controversa visita compiuta da Ariel Sharon nella Spianata nove anni fa per affermare la volontà di Israele di non rinunciare mai a Gerusalemme. Una «passeggiata» che, secondo molti, provocò la seconda Intifada palestinese. Proprio qui, nella Cupola della Roccia (il più antico edificio islamico esistente), tra due mesi il Papa entrerà accompagnato dal Gran Muftì. E’ la roccia da cui Maometto sarebbe salito in cielo e sulla quale Abramo sarebbe stato sul punto di sacrificare il figlio Isacco prima di essere fermato da Dio. Una visita coraggiosa, fortemente simbolica che è principalmente un segno di pace tra le religioni mentre in Curia affiora preoccupazione «perché nel mondo musulmano c’è chi oggi vorrebbe recuperare all’Islam le nostre terre, per esempio la Spagna».
La STAMPA - " Rivolta per Sharon "
È stata proprio una «passeggiata» del falco Ariel Sharon nella Spianata delle Moschee (avvenuta 9 anni fa) a dare il via alla rivolta dei Territori che finora ha causato centinaia di morti. Con quella passeggiata Sharon voleva ribadire la volontà di Israele di non rinunciare a Gerusalemme Est.
Contrariamente a quanto scritto nella breve, la seconda Intifada non è stata causata dalla passeggiata di Sharon nella spianata delle Moschee.
Come hanno dichiarato gli stessi colonnelli di Arafat (è possibile ascoltarlo in un video palestinese contenuto nell'archivio di IC), la seconda Intifada era già pronta da mesi, quella della responsabilità di Sharon che passeggia è stata una di quelle menzogne ripetute fino al punto da essere scambiate per verità.
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