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Giorgio Israel
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In ordine sparso 06/03/2009

In ordine sparso. Questa sembra la parola d´ordine che contrassegna il comportamento dell´Occidente di fronte all´Iran, alla minaccia dell´integralismo islamico e sulla questione mediorientale.
Dapprima l´amministrazione Obama dichiara di offrire la pace all´Iran se il pugno chiuso verrà aperto. Poi decide di non aspettare e apre il suo pugno accettando di partecipare alla Conferenza dell´ONU sul razzismo che si terrà a Ginevra (la cosiddetta Durban II) ritenendo di poterne correggere le deviazioni in senso anti-israeliano. Pessimo segnale di debolezza. Quindi si rende conto che la situazione è compromessa e che i suoi propositi equivalgono a tentare di raddrizzare le gambe ai cani, e si ritira. Ottima scelta che un´amministrazione avveduta e informata poteva prendere subito senza fare inutili balletti. Poi riapre il pugno offrendo all´Iran di assumere il ruolo di potenza regionale "equilibratrice" in cambio dell´assunzione di atteggiamenti moderati. Per tutta risposta riceve una scarica di pugni chiusi: Obama è un sostenitore del terrorismo sionista, Israele è un tumore canceroso, la Shoah è un´invenzione e i missili iraniani sono puntati sui siti nucleari israeliani. Per ora Washington tace.
Alcuni ministri europei decidono di fare un passo di "gran coraggio" dichiarando che, se continua così - ma che cosa deve succedere di peggio? - non andranno a Ginevra. Quantomeno il ministro Frattini ha la dignità di annunciare che l´Italia non andrà. Gli altri sono pronti a seguirlo - se continua così. Frattanto il ministro Frattini ha assunto, d´accordo con il Segretario di Stato Clinton, il ruolo di esploratore nei confronti dell´Iran per sondare se lo scambio di cui sopra abbia qualche speranza di successo. Si rende conto dell´assurdità della situazione e - seconda scelta dignitosa - cancella il suo viaggio. Ma al contempo Hillary Clinton, mentre depreca l´abbattimento da parte israeliana di qualche edificio abusivo a Gerusalemme, annuncia che l´Iran verrà invitato alla conferenza sull´Afghanistan. Forse come premio per le dichiarazioni su Israele e la Shoah e per i pugni sferrati a Obama.
Un passo avanti, uno indietro e uno di lato, uno strillo e un inchino. In questo tragicomico minuetto seicentesco l´unico che, per ora, è riuscito a salvarsi è il ministro Frattini. Per il resto, lo spettacolo è di un´assenza di idee, di prospettive, e persino di senso morale che lascia esterrefatti. Continuando così c´è da attendersi che, al ritorno dalla conferenza sull´Afghanistan, qualcuno sventoli un foglietto con la risoluzione finale proclamando: «Questa è la pace per il nostro tempo». Intanto a Teheran si svolgeranno i festeggiamenti per la costruzione della prima atomica. Dove si svolgerà la conferenza? A Monaco, senza dubbio.

 


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